Abolizione delle preferenze, un segnale di ritrovata democrazia parlamentare

Abolizione delle preferenze, un segnale di ritrovata democrazia parlamentare

Crolla il tabù delle preferenze. Dopo tre tornate referendarie (la prima promossa da NPs, la seconda dai Popolari, la terza nuovamente da NPS, con il largo sostegno di molte forze politiche) finalmente qualcosa cambia. In meglio. Ci ha pensato un Consiglio Grande e Generale in versione pre-elettorale, ovvero ormai dimissionario, ma nel pieno esercizio dei suoi poteri a decidere per una modifica che sa di giustizia e di trasparenza. E che soprattutto ha i presupposti per mettere fine agli scandali che si sono consumati sul voto estero, sui quali mai è stata fatta luce.

Scandali che hanno pesato innanzi tutto sugli stessi cittadini esteri, spesso pedine inconsapevoli di manovratori occulti,e che hanno distorto l’esercizio della democrazia rappresentativa nelle istituzioni e nei partiti.
Una vergogna e una serie infinita di illegalità che ora non potranno più esistere. Il voto estero si esprimerà sulle coalizioni, sui programmi, ma non sulle preferenze che avevano alimentato un vergognoso mercato.

Ci si era provato con il referendum, come dicevamo. Ma il referendum è uno strumento praticamente impraticabile. Non bastasse il doppio quorum, che frena ogni possibilità di vittoria, bisogna sempre combattere contro la sacra interdizione di quanti hanno sempre temuto la libera espressione dei cittadini. Il loro intoccabile diritto di scelta di fronte alle vere riforme. Quelle che possono davvero cambiare la politica e di conseguenza il Paese. Un’altra occasione era venuta in sede di riforma elettorale, ma anche qui, nonostante le belle dichiarazioni dei maggiorenti di turno, alla fine si è lasciato tutto com’era. I veri nodi della legge elettorale non sono stati sciolti.

Ora finalmente il dado è tratto. Il Rubicone è stato attraversato grazie ad una maggioranza trasversale che si è insinuata tra le costituende coalizioni e che è riuscita a superare lo sbarramento pregiudiziale e ricattatorio dei “signori del voto estero”. Un segnale forte di ritrovata democrazia parlamentare. Da qui bisogna ripartire e affrontare l’ormai imminente campagna elettorale per scrivere una nuova stagione.
Ben fatta anche l’abo lizione del famigerato articolo 7, che aveva creato una pesante discriminazione nei confronti delle nuove generazioni sammarinesi di emigranti e che ristabilisce giustizia e parità.

Sono solo i primi passi di riforme fatte con quel buon senso e secondo quei principi di giustizia che sono così cari ai Moderati (Popolari e Ans). Rimane ben fermo l’impegno a proseguire per tutte le altre riforme, dalle pensioni alla giustizia, dall’informazione agli interventi sociali, all’economia, alla sanità, alle residenze, al territorio, che sono necessarie per un serio sviluppo del nostro Paese.

San Marino 5 agosto 2008

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