Accordo per i frontalieri

Accordo per i frontalieri

Frontalieri: tra Italia e San Marino è ora dell’accordo!
Sono trascorsi ormai dodici anni da quando i lavoratori frontalieri occupati nella Repubblica di San Marino, attraverso l’abrogazione unilaterale della norma che stabiliva la non imponibilità del reddito prodotto all’estero, furono assoggettati alla doppia imposizione fiscale. Da allora molteplici le iniziative messe in campo per trovare una soluzione equilibrata. La più appropriata, quella contenuta nella Piattaforma di San Leo del 1999, condivisa da tutte le forze politiche e dalle parti sociali dei due paesi, non è mai stata adottata. La franchigia di 8000 euro introdotta nel 2004, è un provvedimento di natura provvisoria il cui destino è soggetto all’annuale approvazione della legge finanziaria. Tale franchigia è giudicata insufficiente non soltanto per la ridotta incidenza economica rispetto al periodo della sua introduzione, ma anche perché non risolve la questione in maniera equa e definitiva, considerando anche il fatto che il TFR viene impropriamente tassato come una 14° mensilità. Senza dimenticare che le altre due grandi aree del frontalierato italiano, ossia Svizzera e Vaticano, non sono soggette a doppia imposizione: una stridente discriminazione che penalizza i lavoratori occupati a San Marino. Gli impegni assunti dai candidati delle rispettive coalizioni in occasione delle diverse campagne elettorali, che andavano dall’aumento della franchigia all’emanazione di una legge ordinaria contenente un abbattimento percentuale del 65% fino a un massimo di 24.000 euro, non sono mai stati onorati. Attualmente i due governi sono impegnati, tra le altre cose, alla definizione di un nuovo accordo contro le doppie imposizioni. Nell’ambito di questo accordo riteniamo debba essere affrontata e risolta, una volta per tutte, anche l’annosa questione fiscale che riguarda, ad oggi, oltre 6700 lavoratori frontalieri e le loro famiglie.

Comitato Lavoratori Frontalieri San Marino della CSU

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