Accordo tripartito, mancano firme importanti

Accordo tripartito, mancano firme importanti

lavoratori sammarinesi del settore privato rimangono senza contratto. L’accordo tripartito non ha dunque avuto, per ora, l’esito che il governo di San Marino si aspettava. L’Associazione nazionale degli Industriali (Anis) ha confermato le sue perplessità, non firmando questa mattina il documento. Una defezione molto importante, alla quale si aggiunge quella delle associazioni bancarie, già da tempo ritiratesi dal tavolo: mancano insomma due pilastri dell’economia sammarinese.

Ma il governo ostenta tranquillità. “Comprendiamo le ragioni dell’Anis, con le imprese che soffrono è difficile accettare aumenti contributivi- spiega alla stampa il segretario di Stato per le Finanze Gabriele Gatti-. Ci manca una firma fondamentale, ma ci sono le condizioni perché arrivi”. Lunedì ci sarà un nuovo incontro del tavolo tripartito sul programma economico per il 2010 che l’esecutivo sta ultimando, forse qualcosa potrebbe smuoversi già da lì. Ancora più convinto il collega alla Sanità, Claudio Podeschi: “Gli Industriali sono pronti a collaborare e il governo è molto determinato, con l’approvazione dei progetti di legge su credito agevolato per le imprese e ammortizzatori sociali si creerà il clima di fiducia per la firma”. E anche per le associazioni bancarie c’è ottimismo.

Marco ArzilliL’incontro di questa mattina non è dunque servito a fare rientrare le divergenze che riguardano tanto la parte normativa e le strategie di lungo termine, quanto, e forse soprattutto, quella economica che prevede per i prossimi due anni aumenti dei salari (rispettivamente dell’1,6% e del 2,1%) ben al di sopra delle previsioni sul tasso di inflazione a fine anno. I toni durante la riunione, durata poco più di un’ora, si sono riscaldati e all’uscita le facce erano decisamente scure. Specie quelle dei sindacati, i più delusi dall’esito della trattativa, che ha visto firmare l’accordo tripartito sui rinnovi contrattuali e sugli interventi a sostegno dell’economia e dell’occupazione dal governo, dalle due formazioni sindacali Csdl e Cdls, e dalle diverse associazioni di categoria, eccezion fatta per l’Anis. Dunque anche l’Osla, indecisa fino all’ultimo, ha posto la sua firma in calce, assieme ad artigiani (Unas), operatori del turismo (Usot) e commercianti (Usc).

Eppure il governo non sembra molto preoccupato delle defezioni, convinto che le perplessità dell’Anis rientreranno in breve tempo. Nella conferenza stampa che ha seguito l’incontro del tavolo tripartito, Congresso di Stato schierato quasi al completo. All’appello mancano solo gli Esteri, gli Interni, la Cultura e la Giustizia. “Oggi è un momento importante, non un punto di arrivo ma di partenza”, sottolinea il segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli, riassumendo i punti chiave dell’accordo: aumento dei contratti di lavoro e delle ore, 12, di flessibilità; allungamento del periodo di prova e del tempo determinato a 18 mesi; blocco delle tariffe; istituzione di un fondo di garanzia per il consorzio fidi e dello sportello unico per le imprese.

“Al Paese serve un patto sociale- sottolinea il collega al Lavoro Gian Marco Marcucci- per creare le condizioni per uscire dalla crisi. L’accordo contiene questi concetti: fare sistema per la tutela del Paese, delle imprese, dei lavoratore e delle famiglie”. Ed è un documento aperto, aggiunge, “speriamo in un esame di coscienza dell’Anis. Il Paese ha bisogno di tante cose, l’ultima è il conflitto sociale”.

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