Alessandra Nanni di Il Resto del Carlino: ‘Con l’istinto ho salvato mio figlio dal pedofilo’

Alessandra Nanni di Il Resto del Carlino: ‘Con l’istinto ho salvato mio figlio dal pedofilo’

Il Resto del Carlino

Rimini, una madre: “Un cellulare per attirarlo”

«Con l’istinto ho salvato mio figlio dal pedofilo»Alessandra Nanni
RIMINI
DAL GIORNO in cui suo figlio 16enne è tornato a casa con un costoso cellullare nuovo di zecca, ha capito che c’era qualcosa che non andava. E che un adulto, anche se si trattava di un noto animatore, non avrebbe mai fatto a un ragazzino un regalo tanto costoso. L’istinto di una madre vale oro, perchè due mesi e mezzo dopo il regista-educatore Guido Milani, 31 anni, presidente della ‘Cooperativa ragazzi e cinema’ con sede a Bellaria-Igea Marina, è stato arrestato dalla Procura di Milano, con l’accusa di avere abusato di un ragazzino. Era già stato condannato a quattro anni e mezzo per avere avuto rapporti con un minorenne in cambio di denaro e cocaina, ma ora c’è un altro ragazzino che l’accusa. Nel comune romagnolo il centro attira decine di giovani, sia d’inverno che d’estate. Al centro di tutto c’era lui, una persona, dicono, dal notevole carisma.
Suo figlio come ha conosciuto Milani?
«Noi viviamo non distante dal centro e ogni giorno lui prende l’autobus per andare a scuola proprio a un passo dalla colonia. Nel maggio scorso Milani si è avvicinato a mio figlio e gli ha chiesto se era interessato al cinema e ad entrare a far parte dello staff del centro. La ‘Cooperativa ragazzi e cinema’ è molto conosciuta e dopo averne parlato in casa, mio figlio ha deciso di accettare. Così mio marito e io siamo andati a parlare con Milani. Aveva fama di una persona in gamba, ed è l’impressione che ci ha fatto. I più giovani pendevano dalle sue labbra, carismatico e intelligente».
Poi che è successo?
«Mio figlio doveva anche studiare, e Milani ha cominciato a lamentarsi che non andava al centro abbastanza spesso, mandava messaggi al ragazzo sempre più insistenti. Vedevo mio figlio nervoso. Così siamo tornati a parlare con Milani, e lui si è scusato, dicendo che voleva solo vederlo più motivato».
Cosa ha fatto scattare il sospetto?
«Quando è arrivato a casa con un costosissimo cellulare. Io mi sono arrabbiata, ma soprattutto ho capito che quel regalo era ‘strano’, ero sicura che ci fosse qualcosa sotto. Il telefonino costava troppo. Gli altri mi dicevano che sognavo, che magari gli aveva dato il cellulare perchè faceva parte dello staff, ma io sentivo che non era così. Poi un giorno mio figlio è tornato a casa alterato. Milani continuava a chiedergli di fermarsi lì quando usciva da scuola e anche che andasse a mangiare la pizza con lui. Troppa pressione, troppa aggressività. Noi continuavamo a tenerlo d’occhio il ragazzo, a parlarci delle sue impressioni. E alla fine ci ha confidato che con Milani era sempre più a disagio, e anche per quello che aveva appena scoperto».
Cioè?
«Girava la voce che avesse una denuncia per pedofilia, ma aggiunse anche che tutti lo difendevano, i suoi collaboratori erano tutti dalla sua parte. Ma a mio figlio è venuta la febbre a 40 per lo stress, e naturalmente non è più andato al centro. Subito dopo i giornali hanno pubblicato la notizia della condanna di Milani e due giorni fa il suo arresto. Se penso a cosa poteva succedere mi viene la pelle d’oca. Ma la cosa pazzesca è che un uomo con un passato del genere potesse continuare a fare l’educatore».

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