Alzheimer a San Marino, sono 488 i pazienti con disturbi neurocognitivi. Presentata a Liverpool la nuova ricerca dell’Iss

Alzheimer a San Marino, sono 488 i pazienti con disturbi neurocognitivi. Presentata a Liverpool la nuova ricerca dell’Iss

Una vetrina internazionale, la più prestigiosa e importante del Regno Unito sul tema dell’Alzheimer, per presentare i dati della ricerca condotta dall’Istituto per la sicurezza sociale e in particolare dalla Unità Operativa di Neurologia in collaborazione con l’Università degli studi della Repubblica di San Marino e le Università inglesi di Exeter, Cardiff e Reading.

È quanto avvenuto lo scorso 20 e 21 marzo a Liverpool, all’interno della conferenza Alzheimer’s Research UK, “dove il dott. Edoardo Barvas, neuropsicologo dell’Istituto per la sicurezza sociale, ha presentato i dati più recenti relativi allo studio, giunto alle sue fasi conclusive, per identificare un indicatore precoce dell’Alzheimer”, dichiara in una nota l’Iss.

Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, “oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane”.

Un dato “importante, ancora più eclatante considerando che i dati sono in aumento di anno in anno a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita, con previsioni che raggiungono i 78 milioni di casi entro il 2030”.

A San Marino, “i pazienti con disturbi neurocognitivi sono 488, di cui 145 con demenza e 343 con disturbo neurocognitivo lieve“.

Nello studio sono stati “seguiti per due anni pazienti con disturbi cognitivi da probabile malattia di Alzheimer identificati in fase precoce; al termine del periodo di studio soltanto una parte di questi pazienti ha sviluppato una vera e propria demenza”.

“Abbiamo suddiviso il campione originario in due gruppi di pazienti, quelli che hanno effettivamente sviluppato demenza e quelli che sono restati relativamente stabili nel tempo – spiega il dottor Eduardo Barvas, neuropsicologo dell’Istituto per la sicurezza sociale -. Siamo quindi andati ad analizzare i dati raccolti all’inizio dello studio, quando ancora nessun paziente aveva una demenza, confrontando i due gruppi, alla ricerca di elementi che avessero potuto permetterci di prevedere il futuro peggioramento dei deficit cognitivi. Il risultato più degno di nota è che, a parità di difficoltà di memoria, giocano un ruolo fondamentale l’attenzione e le funzioni esecutive”.

Oltre alla diagnosi precoce di demenza, “gli argomenti che hanno ricevuto maggior attenzione all’interno della conferenza sono stati l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per affinare l’accuratezza diagnostica e lo studio dei fattori di rischio modificabili per lo sviluppo di demenza, argomenti che sicuramente riceveranno molta attenzione da parte della comunità scientifica nei prossimi anni”, riporta il comunicato.

“È con grande orgoglio che annunciamo la presentazione dei risultati della nostra ricerca sull’Alzheimer avvenuta in occasione della conferenza annuale dell’Alzheimer’s Research UK – afferma il segretario di Stato per la Sanità, Mariella Mularoni -. Questo evento rappresenta una piattaforma internazionale di prestigio per evidenziare il lavoro svolto dall’Istituto Sicurezza Sociale in collaborazione con l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino e le rinomate Università di Exeter, Cardiff e Reading. Desidero esprimere la mia gratitudine a tutti i membri del team per il loro eccellente lavoro. Il contributo presentato è essenziale per il riconoscimento internazionale che l’Istituto per la sicurezza sociale sta ricevendo e per il progresso continuo nella lotta contro l’Alzheimer”.

“Siamo a conoscenza da tempo – conferma il responsabile della Up di Neurologia dell’Istituto per la sicurezza sociale, Susanna Guttmann – dell’importanza di monitorare le funzioni cognitive fin dalle fasi precoci di malattia, questi dati ci suggeriscono che il coinvolgimento precoce dell’attenzione può costituire un campanello di allarme. Altri elementi utili, anche per interpretare i dati emersi, emergeranno nei prossimi mesi, quando i nostri collaboratori nel Regno Unito, coordinati dal dott. Francesco Tamagnini, confronteremo i dati neuropsicologici con quelli elettrofisiologici, che costituiscono il fulcro dello studio. Credo che per la Neurologia del nostro Ospedale di Stato sia un grande risultato aver promosso e guidato questa ricerca insieme ad altre importanti realtà accademiche, in particolare l’Università di San Marino”.

“La ricerca sull’Alzheimer è stata presentata con successo da Barvas della Uo di Neurologia dell’Istituto per la sicurezza sociale alla conferenza Alzheimer’s Research UK a Liverpool – afferma il direttore generale dell’Istituto per la sicurezza sociale, Francesco Bevere –. Questo studio, condotto in collaborazione con prestigiose Università, tra cui quella della Repubblica di San Marino, ha permesso di identificare potenziali indicatori della malattia, fondamentali per la diagnosi precoce e l’intervento tempestivo. Attendiamo fiduciosi i risultati futuri, che costituiranno un contributo significativo alla lotta contro l’Alzheimer. Ancora una volta gli specialisti e i ricercatori dell’Istituto per la sicurezza sociale sono stati protagonisti di eventi significativi a livello internazionale e per questo voglio ringraziare Susanna Guttmann e la sua equipe”.

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