A San Marino la trasparenza totale sugli assetti societari, è condizione necessaria per tentare di risolvere e i problemi esterni e quelli interni.
La si può realizzare togliendo il paravento delle fiduciarie sammarinesi e non sammarinesi: Lussemburgo, Panama, Isole Vergini, eccetera.
Ma la proposta stessa è considerata un attacco alla economia del Paese oltre che un gesto sconsiderato, assolutamente da ignorare dai politici.
Nessuna, infatti, delle 12 formazioni politiche l’ha presa in considerazione minimamente.
Tanto è assoluta negli ambienti del potere la volontà di privilegiare la sopravvivenza del sottobosco politico affaristico, pur sapendo che così facendo si mette a rischio quella dello stesso Paese.
Quanto le fiduciarie giochino un ruolo anche all’interno, a quanto pare, non del tutto fuori da sospetti, forse emerge anche da un passo del blog di Roberto Galullo (Guardie o ladri di IlSole24Ore) incentrato sul rapporto di Bankitalia su Credito di Romagna (nel mirino della Procura di Forlì per un supposto intreccio bancario con Ibs di San Marino).
‘ Nel comparto relativo alla raccolta figurano tre società tra le quali l’I.B.S. Fiduciaria con certificati di deposito sottoscritti da soggetti istituzionali sammarinesi per 45 milioni di €uro (BERFIN SA e I.B.S. per 10 milioni di €uro ciascuno; Cassa di risparmio di San Marino per 20 milioni di €uro; I.B.S. Fiduciaria S.p.A. per 5 milioni di €uro) (…)
La raccolta da clientela è composta prevalentemente da conti correnti e certificati di deposito (…); i primi dieci nominativi residenti a San Marino, che beneficiano dell’esenzione dell’imposta sugli interessi, detengono il 15% della intera raccolta del Credito di Romagna. (…).
Fra gli affidamenti concessi dal Credito di Romagna (…) n. 35 posizioni con garanzie ipotecarie concesse da privati sammarinesi per erogazione di mutui a se stessi. ‘