Dopo luce e gas a San Marino aumenta anche la bolletta dell’acqua

Dopo luce e gas a San Marino aumenta anche la bolletta dell’acqua

Dopo gas e luce, a San Marino dallo scorso 1° aprile è aumentata anche la bolletta dell’acqua.

A stabilirlo è stata l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia della Repubblica di San Marino con delibera del 31 marzo 2022.

I cittadini sammarinesi subiranno così un nuovo aumento dopo quello dei prezzi di luce e gas stabiliti alla fine dello scorso anno. In particolare l’acqua pubblica aumenterà del 30% in tre anni mentre il costo di smaltimento dei reflui è aumentato del 45% in un colpo solo.

LE FASI DELLA PROCEDURA

Durante un video meeting fra l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia e l’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici, avvenuto il 29 marzo 2021, si legge nella delibera n. 2 del 31 marzo 2022, “è stata presentata per la prima volta all’Autorità stessa la necessità di intervenire nelle tariffe del servizio idrico integrato, in particolare modo nel settore delle acque reflue (tariffa ambientale) caratterizzato da un grave deficit di bilancio per l’Aass“.

In tale sede “è stata proposta una nuova formulazione per la tariffa ambientale, di natura maggiormente analitica e direttamente derivante dai costi, diretti ed indiretti, assunti dall’Aass per il servizio in oggetto”.
Successivamente è stato “presentato dall’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici all’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia un dossier, datato 28 settembre 2021, trattante in modo organico e completo i problemi del servizio idrico integrato sammarinese, con particolare riferimento alle rilevanti perdite del servizio (oltre i 2,5 milioni di euro sia per la parte idrica che per acque reflue)“.

In tale presentazione, “si è parlato di ingenti interventi per adeguare e controllare le reti ed è stata ripresa l’ipotesi di una formulazione trasparente della tariffa in funzione dei costi sostenuti. In tale occasione è stato rilevato come solo un aumento del 94% potrebbe portare a una parità di bilancio per il servizio di trattamento delle acque reflue“.

Lo scorso 17 novembre “è stata fatta pervenire dall’Aass una richiesta ufficiale di adeguamento tariffario per il servizio idrico integrato (prot. n. 2021/7204)“. In tale richiesta, “è stata riportata una disamina circa le tariffe dell’acqua potabile, con particolare attenzione ai costi di approvvigionamento idrico sostenuti dall’Aass che, anche se rappresentanti solo una quota ridotta dei costi totali del servizio (dal 9% al 17% negli anni presi in considerazione), restituiscono comunque un chiaro andamento del mercato di fornitura dell’acqua in Italia, Paese dal quale la Repubblica di San Marino è costretta ad acquistare acqua non essendo autosufficiente dal punto di vista idrico”.

In tali tabelle si evince come “i costi unitari di fornitura sono aumentati nel periodo in esame (dal 2011 al 2011) del 27,54% (Romagna Acque) e del 63,67% (Gruppo Hera)“.
Si rileva altresì che “il costo della fornitura idrica è aumentato del 95% e i costi di sollevamento del 10% nello stesso periodo di riferimento, periodo durante il quale la tariffazione sammarinese è invece rimasta costante”.

In tale sede “è stata presentata la richiesta di aumento del 40% per uso domestico e del 20% per usi diversi“.
Per la tariffa ambientale “è stato evidenziato come la Repubblica di San Marino debba pagare una tariffa (pari a 1,005322 €/mc) al gruppo Hera per la depurazione delle acque reflue sammarinesi, a fronte di una tariffa attuale pari a 0,627365 €/mc per utenti domestici e 0,821621 €/mc per utenza diversa“.
Coerentemente con quanto presentato nei due incontri precedenti, “è stata proposta una tariffazione funzione dei costi di depurazione sostenuti e degli altri costi diretti dell’Aass per la gestione del servizio”. In tale sede “è stato evidenziato come l’aumento necessario al raggiungimento della parità di bilancio fosse pari al 70%“. Ciononostante, “è stato richiesto un aumento della tariffa ambientale del 45%“.

L’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia, “dopo aver esaminato la documentazione, ha richiesto delle integrazioni con lettera del 16 dicembre 2021 (prot. 133848)”. Tale documentazione integrativa “è pervenuta in data 13 gennaio 2022 (prot. n. 2022/215)”. I chiarimenti richiesti si riferivano alle “motivazioni circa la differenza di % di aumento fra le diverse tipologie di utenze (motivata dall’Aass confrontando le tariffe sammarinesi con quelle italiane), ai criteri di scelta dei fornitori idrici, alla correlazione fra prezzi unitari d’acquisto e al costo totale della fornitura idrica e, soprattutto, ai piani di interventi ed investimenti previsti per gli anni successivi, con particolare attenzione alla correlazione fra il loro costo e l’impatto sui bilanci futuri”.
Non ritenendo “chiarificatrici” le risposte dell’Aass circa il piano di interventi previsto, “è stata richiesta una nuova integrazione da parte dell’Autorità di regolazione per i servizi pubblici lo scorso 14 febbraio (prot. 16016)”.
La documentazione integrativa “è pervenuta in data 24 febbraio 2022 (prot. n. 2022/1209) ed è stato riportato uno scenario di investimenti potenziali futuri per il servizio idrico integrato, con particolare riferimento a Capex e Opex, evidenziando però come tali investimenti, per la loro natura, non porterebbero a variazioni dei costi sostenuti dall’Aass per la gestione del servizio“.

In data 30 marzo 2022 l’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici “invia all’Autorità di regolazione per i servizi pubblici nota avente ad oggetto ‘Errata corrige Adeguamento tariffe del servizio idrico integrato’, prot. n. 2022/2137, specificando le tariffe in vigore dal 1° febbraio 2007 relative alla quota fissa per ogni apparecchio di misura, sia ad uso domestico che ad uso diverso (Ordinanza n. 75 del 29 gennaio 2007, Ufficio Industria Artigianato e Commercio)”.

LE RICHIESTE DI ADEGUAMENTO TARIFFARIO

La richiesta di adeguamento tariffe energia elettrica, corredate dalla tabella presentata dall’Aass nella lettera del 17 novembre 2021, sono di seguito riportate:

– relativamente alla distribuzione – vendita acqua, alla voce “Tariffa Acqua Uso Domestico” di adeguare tutte le tariffe per tutti gli scaglioni del +40%;

– relativamente alla distribuzione – vendita acqua, alla voce “Tariffa Acqua Uso Diversi” di adeguare tutte le tariffe per tutti gli scaglioni del +20%;

– relativamente alla depurazione acque reflue, alla voce “Tariffa ambientale” di adeguare tutte le tariffe del +45%.

La richiesta di aumento delle tariffe acqua potabile, contrariamente alle recenti richieste di adeguamento tariffe energia elettrica e gas, “non si basa su un oggettivo andamento del mercato; quando lo fa, lo fa solo in parte; ricordiamo ad esempio che l’acqua potabile acquistata dalla Società Gruppo Hera spa – pari al 30- 40% del fabbisogno sammarinese – è passata da un costo di 0,49073 €/mc nel 2011, a un costo di 0,803318 €/mc nel 2021, con un aumento percentuale del 63,7%“.

L’acqua potabile acquistata da Romagna Acque spa, pari al 5-10% del fabbisogno idrico sammarinese, “è passata da un costo di 0,50500 €/mc nel 2011 ad un costo di 0,64410 €/mc nel 2021, con un aumento percentuale del 27,5%“. Un’altra quota parte dei costi del servizio idrico “è legata al mercato dell’energia elettrica perché riguarda i costi del pompaggio (con pompe elettriche)”.

LE CONSIDERAZIONI DELL’AUTORITÀ DI REGOLAZIONE

Dal 2011 al 2020 “il costo medio del pompaggio è stato di € 744.599,50, superato solo negli ultimi 4 anni (ad esempio € 804.896,31 nel 2021)“. I costi della fornitura e quelli di pompaggio “sembrano non incidere con decisione sui costi totali”. In media, nel periodo 2011-2020 “il costo totale del servizio è stato di € 5.676.065,97“. Va però considerato che nel 2017, “per motivi non noti alla Autorità di regolazione per i servizi pubblici, il costo è stato di quasi 3 milioni di euro più alto del costo normale“. Le cifre degli altri anni “mostrano valori simili tra loro senza evidenti trend positivi o negativi”.

Per questi motivi, l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia ribadisce che “la richiesta di adeguamento tariffe non sembra essere conseguente a evidenti cambiamenti di situazioni di mercato o di aumento dei costi totali”. La richiesta “sembra invece più legata al ripianamento di una cronica perdita di servizio, che dal 2011 al 2020 si attesta su un valore medio di € 1.731.105,41 (ma € 2.778.461,35 nel 2020)”. Inoltre, “non è comunque compito dell’Autorità di regolazione per i servizi entrare nel merito e/o agire in considerazioni di valutazione del bilancio dell’Aass in quanto fuori dall’ambito delle proprie competenze”.

LA TARIFFA AMBIENTALE PER LO SMALTIMENTO DELLE ACQUE REFLUE

Le tariffe di depurazione delle acque praticate ai punti di consegna dal Gruppo Hera (determinate da Atersir) “mostrano un evidente trend in crescita, passando da 0,845653 €/mc del 2016 a 1,005322 €/mc del 2021 (+18,8%)“.
In conseguenza di ciò, “i costi totali di depurazione sono passati da € 1.632.258,42 nel 2012 a 2.358.910,75 € (+44,5 %)“. L’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici puntualizza che, “considerando i costi applicati da Hera e i costi diretti per l’erogazione dei servizi da parte dell’Aass stessa si otterrebbe un incremento tariffario attorno al 70% ma che ‘ritiene congruo un primo step di variazione più limitato, pari al 45% sia per le utenze domestiche che per gli altri usi, volte a ridurre il gap tra ricavi effettivi e costi e consentire la prosecuzione degli investimenti'”, una linea che l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici “ritiene di condividere”.

I CRITERI DI VALUTAZIONE ADOTTATI

L’Autorità di regolazione per i servizi pubblici intende infine sottolineare come, “in generale, e in particolare in un momento storico dove cambiamenti climatici e emergenza ambientale richiedono ora più che mai comportamenti virtuosi, dare alle materie prime, in particolare quelle energetiche, un valore economico non adeguato, si traduce spesso nel non considerare tale materie come preziose e impattanti sull’ambiente”. Questo “non incentiva meccanismi e comportamenti virtuosi improntati sul risparmio di queste materie né alla riconversione verso altre forme di produzione di energia (rinnovabili)”.

LE VALUTAZIONI SULLE NUOVE TARIFFE

Riguardo le nuove tariffe dell’acqua potabile, l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia ha valutato:

  • in particolare in questo momento storico dove riscaldamento globale e emergenza ambientale richiedono ora più che mai comportamenti virtuosi, dare alle materia prima acqua, visto il suo valore essenziale per la vita e il benessere, e vista la cronica scarsità in Repubblica, aumentata dalle conseguenze avverse dei cambiamenti climatici, un valore economico adeguato, si traduce in un chiaro messaggio ai cittadini sull’importanza della vrisorsa e sull’evitarne ogni spreco;
  • che l’aumento tariffario, non del tutto legato a vere esigenze di mercato e di aumento dei costi della materia prima, debba essere più contenuto rispetto a quanto proposto dall’Aass, sia per gli usi domestici che per gli usi diversi;
  • che, non essendo l’aumento tariffario legato ad esigenze/emergenze del mercato ma, bensì, indice di un progressivo percorso dell’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici verso il ripianamento/risanamento del bilancio per il settore in oggetto, sia applicata una gradualità negli aumenti, con la finalità di non incidere pesantemente su bilanci familiari e non, già gravati dagli aumenti tariffari resisi necessari a cavallo fra 2021 e 2022;
  • che le attuali tariffe erano in vigore senza adeguamenti dal 27 luglio 2011 (delibera in materia tariffaria n. 4/2011).

 

Riguardo la nuova tariffa ambientale per lo smaltimento delle acque reflue, invece, l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia ha valutato:

  • che le attuali tariffe erano in vigore senza adeguamenti dal 27 luglio 2011 (delibera in materia tariffaria n. 4/2011);
  • che la formulazione analitica della tariffa alla base della richiesta di adeguamento, relazione degli effettivi efflussi e dei costi diretti e indiretti dell’Aass, risulta corretta sia come approccio/intento di trasparenza che come determinazione matematica;
  • che l’aumento tariffario richiesto risulta congruo.

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