Andrea Palladino, Il Manifesto, Nella Repubblica del Titano, dove il silenzio è d’oro

Andrea Palladino, Il Manifesto, Nella Repubblica del Titano, dove il silenzio è d’oro

Manifesto

Nella Repubblica del Titano, dove il silenzio è d’oro

Andrea Palladino

________________________________________

Nella Repubblica del Titano, dove il silenzio è d’oro Andrea Palladino Il silenzio è d’oro. Ma quando il silenzio è su conti, flussi finanziari e, soprattutto, sui nomi e sull’origine dei capitali, pu valere molto di pi . Pu pesare pi di un bilancio di uno stato, soprattutto se si chiama Serenissima Repubblica di San Marino.

Sul monte del Titano l’aria estiva di Rimini e della costa del sol italiana è molto lontana. La fortuna di questa enclave, costruita in secoli di silenzio bancario, traballa, scricchiola e fa tremare i polsi ai 37 mila abitanti. San Marino era ormai abituato a tutto, alle indagini delle Procure italiane, alle rogatone che arrivavano e rimanevano inevase per mesi o anni, alla curiosità del fisco, sempre pronto a cercare di entrare nel blindato sistema delle banche. E’ sempre stato così e nessuno aveva mai posto seriamente in discussione la tenuta de] sistema del silenzio sui soldi che entrano sul monte Titano. Ora, però , qualcosa è cambiato.

ll documento che presentiamo in questa pagina mostra le difficoltà del principale istituto finanziario della Repubblica di San Marino, la Cassa di Risparmio. Gli ultimi due bilanci il 2008 e il 2009 non sono stati approvati dalla società di revisione, il colosso PriceWaterouseCooper. La relazione parte dal richiamo della relazione presentata lo scorso anno, che «conteneva una dichiarazione di impossibilità ad esprimere un giudizio per rilevanti limitazioni al procedimento di revisione». Subito dopo il revisore chiarisce i termini del discorso: «In data 27 maggio 2009 è stato emesso il Decreto Ministeriale di sottoposizione alla procedura di amministrazione straordinaria di due società del gruppo Delta, verso cui la Cassa risulta esposta complessivamente (interessenze partecipative ed esposizione creditoria) per Euro 2,6 miliardi circa su un totale attivo di circa 3,6 miliardi». Un vero buco, spiega il revisore, legato ad una complessa vicenda giudiziaria, fatta di presunte truffe, evasioni fiscali e fondi dall’origine sospetta. Occorre un passo indietro.

Il 3 maggio dello scorso anno la Polizia e la Guardia di Finanza di Forlì decapitava- noi vertici della Cassa di Risparmio di San Marino. «Hanno riciclato ingenti capitali accumulati dal ricavo della negoziazione di assegni bancari e circolari transitati nel conto corrente della medesima banca», spiegarono dopo gli arresti gli inquirenti. L’inchiesta riguarda il gruppo Delta, una società finanziaria con sede a Bologna, controllata, però, dalla principale banca di San Marino. Un lavoro certosino di analisi di più di un milione di assegni aveva convinto i magistrati di Forlì) che dietro il gruppo si celasse come minimo un flusso di soldi legati all’evasione fiscale. Al gruppo Delta venne, tra l’altro, contestata l’attività finanziaria esercitata in Italia attraverso alcune controllate, considerata assolutamente abusiva. Poco dopo il gruppo Delta veniva commissariato dalla Banca d’Italia che ha imposto l’uscita dei capitali di San Marino dal gruppo.

Passa un anno esatto dall’inchiesta e per la Cassa di Risparmio le cose non sembrano migliorare, anzi. Il 10 maggio scorso la PriceWaterouseCooper ha presentato la relazione di revisione del bilancio 2009. Partiamo dalle conclusioni: «A causa della rilevanza delle incertezze descritte (le vicende, cioè, del gruppo Delta, nda) non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino». Il problema è che «allo stato attuale risulta impossibile prevedere gli esiti delle procedure in corso» per quanto riguarda la soluzione dei rapporti con il gruppo Delta, all’origine dell’inchiesta della magistratura italiana. Questa relazione – decisamente preoccupante – della PriceWaterouseCooper non è mai stata divulgata a San Marino e non è citata nel bilancio 2009 pubblicato sul sito ufficiale dell’istituto bancario. Sull’intera vicenda vige una sorta di silenzio, forse complice il ferragosto. Non commenta la Banca centrale di San Marino e minimizza l’istituto per le pensioni, che nella Cassa di Risparmio ha investito più di cento milioni di euro in fondi pensione.

I vertici dell’istituto di credito hanno in sostanza confermato la mancata revisione del bilancio, attribuendola alle vicende del gruppo Delta: «Avendo la società di revisione PWC certificato le società prodotto del Gruppo Delta, non vi era alcun motivo, peraltro mai manifestato dalla stessa società, di non certificare il Bilancio della Cassa di Risparmio del 2008; certificazione che doveva essere rilasciata proprio nella prima settimana di maggio 2009; evidentemente i fatti accaduti il 3 maggio2009 hanno condizionato pesantemente le loro decisioni. Per quanto riguarda l’anno 2009, non essendosi ancora conclusa la vicenda Delta, la società ha mantenuto lo stesso atteggiamento», è la risposta che l’ufficio marketing ha inviato. Sempre la Cassa di Risparmio smentisce la cifra di 2,6 miliardi di euro di esposizione nei confronti di Delta, spiegando che in realtà la cifra «si aggira intorno a 1,7 miliardi di euro». Ed ora l’istituto di credito sta cercando la maniera migliore per smobilitare quell’investimento che è costato l’arresto dei vertici della banca, dopo aver ricevuto un primo no da Intesa San Paolo.

Dietro l’affaire c’è la profonda crisi finanziaria ed economica che sta strangolando il paese. Il Pil è crollato di quasi il 9% e lo scudo fiscale ha fatto uscire tantissimi capitali italiani, frutto di decenni di allegra evasione fiscale. La lunga scia dei soldi che dall’Italia arrivano sul monte Titano è quasi crollata, dopo le ultime inchieste della magistratura di Forlì: -30%, secondo le stime della Banca centrale di San Marino.

Le mosse del governo di centrodestra puntano più sul silenzio che sull’adeguamento alle norme internazionali sulla trasparenza e contro il riciclaggio. Nei giorni scorsi è stato presentato un decreto che promette la reclusione a chiunque riveli anche la semplice esistenza di una ispezione nei confronti di un istituto di credito. «Una vera legge bavaglio», ha commentato la Sinistra Unita, attuale opposizione. A San Marino i panni sporchi vanno lavati in famiglia. E, soprattutto, in silenzio.

——————————————————————————————

La relazione di certificazione della Cassa di Risparmio di San Marino è firmata dalla PriceWaterouseCooper, sede di Mìlano, una delle principali società di revisione di bilanci, specializzata nella revisione dei conti di diverse banche. La stessa società nel 2009 non aveva certificato il bilancio 2008 di Eutelia, le cui vicende si intrecciano con San Marino, come già raccontato da il manifesto nei mesi scorsi. All’epoca la Consob chiese spiegazioni e Eutelia fu costretta ad ammettere la mancata certificazione. Il documento che riproduciamo è stato rilasciato il 10 maggio scorso ed firmato da uno dei partners della PriceWaterouseCooper.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy