‘Anita’. Itala Cenci Malpeli

‘Anita’. Itala Cenci Malpeli
Le celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia sono state l’occasione per chiedersi quale contributo abbiano dato le donne al Risorgimento Italiano. Ne è scaturita poi la voglia di saperne di più e di organizzare una ricerca mirata.
Ho concentrato sulla figura di Anita Garibaldi la mia attenzione, perché mi sembrava giusto ricostruire il più fedelmente possibile la testimonianza di affetto che le donne sammarinesi, e non solo, le resero per quell’unico giorno passato a San Marino, veramente ‘ospite suolo’.
E mi è parso giusto rendere omaggio a lei, come donna, coraggiosa ed intrepida, fedele e appassionata, capace nonostante la giovane età di sopportare privazioni e fatiche, fino alla prova estrema del dolore e della morte. Di lei si è parlato sempre poco o  per accenni, in modo saltuario e dispersivo; le testimonianze c’erano tutte, ma occorreva leggerle con attenzione e metterle insieme per restituire dignità al merito.
In questo momento così difficile per il Paese, ho voluto richiamare quanto i Sammarinesi fecero concretamente nelle persone per difendere gli ideali di libertà, che non hanno confini né nazioni. Questo può ancora servire da stimolo ai giovani e alle giovani di oggi, distratti come sono dall’immagine turistica e commerciale del paese, materialmente compressa in un panorama ricco di cose e di case.
La Repubblica di San Marino, nel suo essere un’ enclave nel Territorio italiano, non  è certo rimasta esclusa dalle vicende risorgimentali; anzi ha speso al meglio la sua indipendenza per sostenere quanti le hanno chiesto soccorso, pur nel dubbio e nella paura di perdere la sua stessa sicurezza. Soprattutto nella grandissima prova dell’accoglienza prestata a Giuseppe Garibaldi, ad Anita e alle sfinite truppe reduci dalla disfatta di Roma, per il fitto accerchiamento di minacciose forze militari che in numero soverchiante di dodicimila armati l’assediavano tutt’intorno.
Al di là del fatto storico, ampiamente documentato dagli studiosi, si è qui voluto dare un profilo tutto al femminile, mettendo in risalto il personaggio di Anita e scegliendo tra le righe testimonianze di donne, facoltose o popolane, che hanno respirato quest’ansia di rinnovamento e ne hanno colto la forza nei dettagli messi in risalto.
Dall’opera “Scritti garibaldini” , edita dall’A.I.E.P. e pubblicata a San Marino nel 1982, anno centenario della morte di Giuseppe Garibaldi, sono stati trascritti fedelmente i pensieri di Emilia Belzoppi. Figlia del Reggente che ha accolto i rifugiati, ha scritto le sue Memorie nel 1892, decennale della morte di Garibaldi e a lei si devono anche le note del suo diario, riconosciute ‘preziose’ dallo storico sammarinese prof. Pietro Franciosi, per l’immediatezza con cui sono stati registrati i fatti.
Non mancano figure femminili di contorno, in particolare quella curiosa di ‘nonna’ Marina, moglie di Nicola Zani, il coraggioso popolano noto come  guida fidata e pratica dei luoghi, che si rese disponibile alla richiesta di accompagnare i fuggiaschi nottetempo fuori dal Territorio del Titano, in salvo tra le fila nemiche fino al mare.
Nella celebrazione per il centenario di nascita dell’Eroe invece fu la socialista pesarese Maria Toschi, professoressa amica di sammarinesi, a tenere il 31 Luglio 1907 un pubblico discorso sulla piazza dedicata ad Anita Garibaldi in Borgo Maggiore e riportato integralmente pochi giorni dopo dal giornale locale “Il Titano”.
Stupisce tanto risalto dato a una donna, ma occorre in proposito rilevare che appena un anno prima la Repubblica di San Marino aveva superato la forma oligarchica del potere, con la nuova convocazione dell’Arengo e l’elezione del Consiglio Grande e Generale da parte del popolo. Il Borgo aveva dato un grandissimo contributo, in anni di impegno politico e sociale,  per ottenere il cambiamento democratico e sicuramente la donna cominciava ad intraprendere    un nuovo ruolo nel paese.
La Repubblica di San Marino ha mantenuto intatto il ricordo di quegli avvenimenti e con un monumento, targhe commemorative, scritti e cimeli gelosamente conservati nel Museo e nella Biblioteca, documenta con orgoglio che ‘questo è stato’. Negli anni, gli Atti del Consiglio e di pubbliche istituzioni registrano costantemente le iniziative organizzate per le celebrazioni. Le emissioni filateliche e numismatiche sono ricorrenti e coincidono con gli anniversari più importanti; anche quest’anno per il 150° dell’Unità d’Italia è uscita una serie dedicata a Giuseppe ed Anita. Per affettuosa memoria, in questo percorso, si sono riunite le testimonianze sammarinesi dedicate alla Donna-simbolo del Risorgimento Italiano.
Obiettivo fondamentale di queste brevi pagine è stato infatti quello di ricercare i segni del passaggio di Anita a San Marino e dell’affettuosa accoglienza che le è stata offerta, in particolare dalle donne, in quelle ore drammatiche. Documenti vari riportano pensieri, commenti, elogi celebrativi da parte di donne, testimoni dirette o indirette dei fatti, o che comunque hanno toccato con mano il racconto dei fatti da chi li aveva vissuti.
La predisposizione dell’animo femminile a cogliere i particolari riveste di un’efficacia nuova l’esposizione dell’evento, che pure nelle linee essenziali è documentato.
E’ derivata da questa analisi una nuova presa di coscienza del fatto storico, dell’importanza della partecipazione al messaggio di indipendenza e di libertà che un paese riesce a trasmettere, se esercitato da sempre a difenderle, diventando al tempo stesso testimonianza.
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