Antonella Zaghini, La Voce di Romagna San Marino: Bacciocchi mi presento’ Vallefuoco

Antonella Zaghini, La Voce di Romagna San Marino: Bacciocchi mi presento’ Vallefuoco

La Voce di Romagna

“Se ho qualcosa da dire lo dirò ai magistrati
italiani. Nella giustizia sammarinese ho poca fiducia”

“Bacciocchi mi
presentò
Vallefuoco

Inchiesta
Titano
.
Parla
Zavoli
: le carte per la vendita di
FinCapital 
le conosco e c’era interesse perché l’operazione andasse in porto

Antonella Zaghini   

 La sua versione dei fatti è intenzionato
a raccontarla ai magistrati
italiani che indagano sul
presunto riciclaggio dei soldi
della malavita organizzata campana che
sarebbero stati ripuliti attraverso la finanziaria
FinCapital di San Marino; perché
nella giustizia sammarinese, Roberto
Zavoli dice di “riporre poca fiducia”.
Nell’ordinanza di custodia cautelare dell’indagine
Titano, condotta dai Carabinieri
del nucleo investigativo di Caserta
e coordinata dalla Direzione distrettuale
antimafia di Napoli, è indicato come il
costruttore edile che
incontra Francesco
Vallefuoco e, “allettato
da facili guadagni, gli
mette a disposizione le
sue società attraverso
le quali reimpiegare i
capitali sporchi, con il
sostegno della FinCapital
che figura come
finanziatrice”. Zavoli
spiega di averne di cose
da raccontare sul
presunto sistema FinCapital. Inizia con
il descrivere com’è venuto in contatto
con Vallefuoco, nome che ricorre in più
d’una delle inchieste a cavallo fra Italia
e Titano per presunti reati di estorsione,
usura e riciclaggio. Nelle carte di Titano,
Vallefuoco aveva il compito di mediare
fra il clan dei Casalesi e quello degli Acerrani,
oltre che occuparsi di verificare
la redditività degli investimenti nel centro
Italia e nella Repubblica di San Marino.

“Vallefuoco -spiega Zavoli- l’ho conosciuto attraverso Livio
Bacciocchi
. Mi chiese di finire i lavori al suo
forno
di Acquaviva. ‘Roberto -mi ordinò- bisogna finire questo forno prima
che scadano i termini’. Nei tempi stabiliti ho ultimato il lavoro. Così ho
conosciuto Vallefuoco, e in seguito i suoi fratelli. Sembrava un tipo a posto,
tant’è che iniziò anche un rapporto di amicizia. Sempre in quel periodo
-prosegue
Zavoli
successe dell’altro. Nell’aprile del 2007 Bacciocchi mi tolse la Impresit2000
con la scusa che era finanziariamente troppo esposta. Mi obbligò a cedere le
quote a persone di sua fiducia. Poi, a settembre ci siamo rivisti nel suo
ufficio. C’era anche Vallefuoco. Bacciocchi ci dette una mano a prendere due
società: I Tecnici e la Ises San Marino. Iniziammo con la Ises San Marino a fare
recupero crediti, legalmente, anche in Italia attraverso l’apertura di una
stabile organizzazione. Abbiamo lavorato per diversi avvocati e notai di San
Marino. Verso la fine del 2008  iniziai ad accorgermi che qualcosa non andava
per il verso giusto. Affronto Franco (Vallefuoco, ndr) e lì partono i guai”
.

 Quali erano i suoi rapporti con il notaio
Livio Bacciocchi?

“Quando mi ha portato via la Impresit,
pessimi. Poi a settembre quando ci
siamo rivisti da lui con Vallefuoco da
parte sua era come non fosse successo
nulla. Oltretutto le mie perplessità su
Vallefuoco gliele avevo esternate pure a
lui. Il risultato è stato che due giorni dopo,
Franco mi porta a fare un giro in auto
e mi dice pari pari tutto quello che avevo
riferito a Bacciocchi.
Ho scritto una lettera
a entrambi per
cautelarmi da eventuali
minacce che potevano
arrivare alla mia famiglia”.

Oggi quali sono i
suoi rapporti con Bacciocchi
e Vallefuoco?

“Non ci sono rapporti”.

 Nell’ordinanza di Titano come nei confronti di Bacciocchi e di
Oriano
Zonzini
, all’epoca direttore di
FinCapital,
anche per lei è stato spiccato dall’Italia un mandato di cattura, il suo legale
Stefano Caroli ha dichiarato che lei non ha alcuna intenzione di sfuggire alle
sue responsabilità …
“Siamo in attesa di concordare con i giudici le
modalità. L’ho già fatto per l’inchiesta Vulcano di Bologna e lo farò per
questa, anche perché se ho qualcosa da dire lo dirò in
Italia
”.

Che cosa vuol dire che non si fida della giustizia sammarinese?
“Per niente. L’ho persino dichiarato quando sono stato ascoltato dai commissari
della commissione antimafia”.

Si è sempre parlato di protezioni politiche sul presunto sistema
FinCapital. Ma letti a distanza di tempo gli esiti della commissione d’inchiesta
sulla FinCapital, nata sulla scia dell’indagine Staffa, sembrano più finalizzati
a fare fuori politicamente ingombranti avversari, piuttosto che fare luce sulle
vere responsabilità. Ci sono state veramente queste coperture politiche?

“Ripeto quanto detto prima, quello che ho da dire lo dirò
in Italia
”.

La settimana
scorsa su La Voce
sono state pubblicate le scritture private fra Bacciocchi
e Francesco Agostinelli (per l’accusa era l’esperto di investimenti, garante
degli interessi
della famiglia Schiavone
, legata ai Casalesi) per cedergli i cantieri edili
rimasti fermi per mancanza di soldi in capo alla ImmCapital e la palazzina
Fincapital,
lei era al corrente di questa trattativa?
“La documentazione sottoscritta
fra Bacciocchi e Agostinelli la conosco. Aggiungo che c’è dell’altro che
testimonia l’interesse da parte di soggetti sammarinesi
affinché l’operazione si portasse a termine. E mi fermo
qui
.

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