Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: I nomi degli altri

Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: I nomi degli altri

L’Informazione di San Marino (con rettifica pubblicata il giorno 9 aprile)

I nomi degli altri

Antonio Fabbri

Adesso è il momento dei nomi. Ed è pure giusto che sia così, dopo anni di
oblio consapevole e omertà di convenienza. Solo che ognuno di nomi vorrebbe
tirar fuori quelli degli altri.

Prendiamo i
debitori dello stato
. Il sindacato vuole i nomi
dei furbetti
. È giusto, ma i cittadini sarebbero anche contenti di sapere
gli stipendi dei sindacalisti che non risulta siano pubblicati sui siti
internet. E siccome son pagati coi soldi dei lavoratori sarebbe un bell’atto di
trasparenza anche questo per chi lo chiede agli altri. Ciò non toglie che
l’iniziativa sindacale sia lodevole.

[Rettifica di Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino pubblicata il 9 aprile: Nell’editoriale
di ieri scrivevo che come atto di trasparenza avrebbero dovuto
pubblicare i loro stipendi su Internet. Va detto, a onor del vero, che
lo hanno fatto, dall’anno scorso. Errore mio, dunque, di cui chiedo venia
]C’è poi il giornale delle banche, che ha messo il contatore per vedere quanti
giorni ci si metteranno per sapere i nomi dei furbi. Già, ma anche qui si
chiedono nomi degli altri forse per distrarre dal fatto che una legge chiede di
fare i propri, quelli dei reali
beneficiari delle quote di istituti di credito e finanziare
. La legge è del
21 dicembre quindi, a conti fatti, per la ricorrenza della fondazione di Roma,
21 aprile, saranno già 120 giorni che quella norma è
inattuata. Le banche d’altra parte osteggiano. Non è che ci si può
aspettare troppa trasparenza
tutta in una volta
da chi per una ventina d’anni ha fatto cassa con il nero
dell’illegalità altrui e non gli è uscito un fiato per accennare a un mea culpa.
Anzi, oggi pretende di esser trattato da verginello

Poi c’è l’Anis, alla quale dei nomi forse interessa poco, ma preferirebbe
venissero fuori i soldi per risanare il bilancio in sofferenza. Anche se,
nell’ambito di aziende e società, più che i nomi sarebbe bello che venissero
fuori i presta-nomi. Che poi, probabilmente, son sempre quelli che han
contribuito a causare il buco della monofase. Pare che ancora ce ne siano
parecchi di prestanomi in attività. Ogni tanto nelle vicende giudiziarie ne
salta fuori uno. Opinioni contrastanti, invece, nella Dc.
Il presidente dice
: fuori i nomi. Il
segretario di via delle Scalette
dice di farli tenere in un cassetto alla
Camera di Commercio dove, dai cassetti, può succedere che qualcosa sparisca,
come è capitato con l’ammanco di cassa da 25 mila euro. Insomma in questo
incrocio dove ciascuno chiede i nomi degli altri, si dibatte, ci si confronta,
ci si scontra, ma il rischio è che alla fine non vengano fuori i nomi di
nessuno.

Insomma in questo incrocio dove ciascuno chiede i nomi degli altri, si dibatte,
ci si confronta, ci si scontra, ma il rischio è che alla fine non vengano fuori
i nomi di nessuno. Allora la proposta potrebbe essere che ognuno si concentrasse
sui nomi propri, cioè sui propri nomi, quelli che conosce bene, invece che su
quelli degli altri. Potrebbe cominciare, e sarebbe un bel gesto, la politica.

Non si vorrà mica dare ad intendere ai cittadini che nelle dichiarazioni
presentate in occasione della candidatura, per tutti c’era proprio tutto, tutto,
tutto?

Allora, per esempio potrebbero cominciare gli esponenti del  Congresso
di Stato
e delle forze politiche a fare il proprio di nome. Cioè, per la
famigerata trasparenza verso i cittadini, comincino ad elencare le
partecipazioni – e si sa che ce le hanno in parecchi – come effettivi
beneficiari
nelle banche e nelle finanziarie, magari possedute
attraverso fiduciarie
, situate, chessò io, in
Lussemburgo
, Liechtenstein o alle Isole Vergini. Darebbero una mano anche
alla futura riforma tributaria, che per essere, come a parole la vogliono tutti,
equa, dovrà avere gli strumenti per scovare i redditi
effettivi
di ciascuno. D’altra parte è debitore dello Stato, ognuno a suo
modo, sia quello che non ha pagato la monofase, sia quello che nasconde le sue
quote
societarie dietro paraventi
. Un debito che, al di là di quello che i più
pensano, non è monetario, ma di onestà.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy