Antonio Fabbri, indagine Chalet. Tentativi depistaggio Colombelli

Antonio Fabbri, indagine Chalet. Tentativi depistaggio Colombelli

L’Informazione di San Marino

Chalet,
depistaggio indagini i tentativi dell’ex Console

Mentre spuntano
schedature su magistrati e servizi segreti, ecco come Colombelli istruiva la
teste chiave suggerendole le risposte da dare alla polizia giudiziaria

Antonio Fabbri

 Secondo quanto risulta dall’ordinanza
di custodia cautelare
del gip di Venezia, il ruolo
dell’ex console a disposizione di
San Marino, William Colombelli,
nel tentare di depistare le
indagini, emergerebbe chiaramente
al pari di quello di Baita.
Baita che rimane in carcere,
dopo che nei giorni scorsi in
seguito agli interrogatori, sono
stati concessi a Claudia Minutillo
e a William Colombelli, i
domiciliari.
Si legge nell’ordinanza del Gip
Alberto Scaramuzza che “Colombelli
e Baita incaricavano
diverse persone al fine di capire
la svolta presa dalle indagini,
individuarne la fonte e cercare
di capire quali fossero i reati in
contestazione. In tale contesto –
prosegue l’ordinanza – appaiono
rilevanti e significative le conversazioni
che Colombelli ha
con Accinelli Fabio Franco, mai
nominato difensore di fiducia
in questo procedimento, e che
per conto del Colombelli ha più
volte contattato i vertici della
polizia giudiziaria operante al
fine di carpire notizie utili alla
causa del Colombelli”.
Non solo. Colombelli risulta
essere colui che istruisce la
dipendente della Bmc Broker,
Vanessa Renzi, ritenuta uno dei
testimoni chiave, sulle risposte
che deve dare alla polizia giudiziaria,
in particolare relativamente
a Claudia Minutillo.
Viene riportata una conversazione
intercettata tra Colombelli
e la Renzi, emblematica di come l’ex console intendesse
depistare le indagini verso una
direzione che non facesse apparire
la Minutillo come cliente
della Bmc.
“Colombelli avverte la Renzi
che la Guardia di finanza
potrebbe farle la domanda:
‘Conosce la dottoressa?’ e tu
gli dici ‘La conosco perché
ha lavorato spesso con noi,
punto… era molto amica, è
molto amica di Colombelli”. La
Renzi interrompe Colombelli
e specifica: “Poi gli dico, è un
cliente, gliel’ho già detto”. E
Colombelli: “No, no, lei non è
un cliente. Non è un cliente”.
E la Renzi ribatte: “Lo so, ma
è l’amministratore delegato di
Adria (Adria infrastrutture –
ndr.)”. “Tu questo potresti anche
non saperlo. Infatti la conosci
perché è una conoscente di Colombelli”,
insiste l’ex console.
Insomma, l’intento di Colombelli
appariva quello di non
fare risultare che la Minutillo
fosse cliente della Bmc, anche
perché secondo le indagini, la
ex segretaria di Galan avrebbe
movimentato con Colombelli,
ritirandolo allo sportello nelle
banche del Titano, il denaro
che la Bmc riceveva tramite
bonifici.
Un intento di depistaggio che
emerge chiaro, secondo gli
inquirenti, da diversi mezzi di
prova. File audio, intercettazioni
e successivi riscontri descrivono,
tra le altre cose oggetto
dell’inchiesta, “tutte le condotte
inquinanti, non solo finalizzate
al controllo della teste Renzi,
ma altresì finalizzate a “preparare”
le risposte da fornire
agli inquirenti in ordine alle
singole operazioni”. Tentativi
di depistaggio, dunque, che
trovano in questi giorni, dopo
le dichiarazioni di un altro teste
e le perquisizioni che ne sono
seguite in uno studio a Roma,
ulteriori conferme e aprono
un nuovo filone di indagine
nel quale potrebbe intrecciarsi
anche la presenza degli immancabili
servizi segreti.

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