Antonio Fabbri – L’informazione: Caso della FinStar, non luogo a procedere per prescrizione

Antonio Fabbri – L’informazione: Caso della FinStar, non luogo a procedere per prescrizione

L’informazione di San Marino

Caso FinStar, non luogo a procedere per prescrizione

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Caso della FinStar, non luogo a procedere per prescrizione. L’ha dichiarata ieri il giudice Filberto Felici. Il fascicolo a carico del vertice della finanziaria era stato aperto nel 2011  ed era nato a seguito di una
rogatoria dall’Italia.

Il presidente assieme a tre soci, secondo l’accusa non dichiarati, erano accusati a vario titolo di omesse e false informazioni sugli assetti proprietari alla vigilanza di Banca Centrale e amministrazione infedele. Di violazione della normativa antiriciclaggio dovevano rispondere il presidente della FinStar Stefano Benedettini, Giuseppe Mariatti, Loredana Galletti e Cesare Luciano Vaccani. 

Tra le accuse contestate, oltre alle
omissioni sugli assetti societari,
anche quella di aver concesso
ed erogato, senza richiedere ed
ottenere interessi e garanzie
di restituzione, finanziamenti
a vantaggio di quattro società:
La Santo Stefano srl,la Melezet
2006 srl, la Don Marino srl e
la Fin Mapa srl. Operazioni
che secondo l’accusa avevano
causato un danno al patrimonio
amministrato della finanziaria
per oltre 175mila euro. Oltre
a questo l’accusa calcolava un
ulteriore danno al patrimonio
amministrato pari a oltre 121.800 euro, per l’erogazioni
di finanziamenti a favore di
tre delle quattro società citate
senza richiedere il pagamento
delle commissioni. Poi c’è
la contestazione di mancata
segnalazione di operazioni
sospette. Tutte circostanza che,
tuttavia, causa prescrizione non
è stato possibile accertare nel
dibattimento.

Nell’udienza di ieri il Procuratore del Fisco non ha potuto fare altro che constatare l’intervenuta prescrizione. Nella precedente udienza l’avvocato Alberto Francini, aveva chiesto l’annullamento dell’istruttoria per vizi procedurali: in particolare i tempi e i modi utilizzati per la notifica delle comunicazioni giudiziarie. Vizi che il giudice non aveva riscontrato esserci. C’era però il decorso del tempo. Così anche il giudice Gilberto
Felici, in accoglimento di
quanto rilevato dal Procuratore
del Fisco, cui ha aderito anche
la difesa, ha dichiarato “non
doversi procedere, in relazione
all’intervenuta prescrizione
del reato”. Non c’erano parti
civili, in questo caso, e non
c’era risarcimento del danno da
valutare.
La FinStar, che oggi non è
più tra i soggetti autorizzati,
era stata lambita anche da
un’altra indagine. Attraverso la
finanziaria, infatti, era emerso
come fosse passata parte dei
denari di Giuseppe Vinciguerra,
che aveva movimentato sul
Titano ingenti somme di
denaro provento di attività
illecita. Vinciguerra era infatti
stato arrestato nell’ambito
dell’inchiesta milanese “Tibet”
sugli affari della ‘ndrangheta al
nord, dove si trovava una sorta di
“banca abusiva” in Brianza, sotto
il controllo del boss Giuseppe
Pensabene. Le movimentazoni
di denaro di Vinciguerra sono
ricostruite anche nelle carte
del Conto Mazzini, in quanto
collegate ai famigerati fondi della
criminalità cinese, richiamati con
i fondi di Vinciguerra, appunto,
che transitavano sui mandati
fiduciari Muflone, Maiale e
Cinghiale di FinProject.

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