L’informazione di San Marino
Caos ISS, medici in linea con la direzione bocciano la politica
Chiedono indipendenza dal potere politico e dalla Pa
Intanto l’ex primario di ortopedia, Soragni, attacca Mussoni
Antonio Fabbri
SAN MARINO. Sempre più ingarbugliato quanto sta accadendo all’Iss. La Direzione generale che fa un comunicato di suo pugno a nome del Comitato esecutivo dopo aver incontrato i 6 medici rappresentanti dei firmatari della famosa lettera di protesta. Un comunicato dove di fatto si dice che l’Iss deve avere indipendenza dalla Pa e dalla politica e in più, rispetto agli altri ambiti del settore pubblico, deve avere una preminenza, anche a livello di stipendi. Nello stesso comunicato congiunto i medici firmatari della famosa lettera mettono in chiaro che non hanno avuto a suo tempo risposte dalla politica e adesso sono in accordo con la Direzione generale e il Comitato esecutivo, quasi a fare emergere un contrasto politica-amministrazione. Intanto è in ballo la vicenda dell’ortopedia, con l’ex primario, Oliviero Soragni che scrive una lettera di fuoco in cui etichetta come offensive le polemiche sollevate verso la precedente gestione, difende il suo
operato e rivendica i meriti
di avere fatto crescere il reparto.
Il tutto all’indomani
delle dimissioni del dottor
Campi dalla direzione appunto
dell’ortopedia.
Mussoni, per ora, sulla lettera
degli 87 medici non si
pronuncia. Insomma, una
situazione calda.
L’impressione è che, negli
incarichi dei medici, si sia
venduta la pelle dell’orso
prima di averlo ucciso. La
“merce di scambio”, insomma,
doveva essere la
libera professione che consentisse
di “arrotondare”
emolumenti evidentemente
non ritenuti congrui dai
camici. Ma con il referendum i cittadini alla libera
professione hanno detto
no. Quindi il gap tra preteso
ed erogato è rimasto,
aggravato dalla spending
review.
Questione di soldi, insomma.
I nove punti della lettera
dei medici, d’altra parte,
sono lì a testimoniarlo.
Non ce n’è uno che non
tratti di rivendicazioni economiche:
spiccano nono
livello per tutti i medici,
nessun tetto agli stipendi,
riattivazione di indennità
e libera professione, oltre
al mantenimento della
pensione per i medici che
vogliano svolgere attività
anche oltre la cessazione
del lavoro.
Comunicato congiunto
Direzione-medici
Il comunicato condiviso
da Comitato Esecutivo e
Medici ha il sapore di una
bacchettata alla politica.
“Si è convenuto – attacca
– che, forse, i toni evocati
da alcune parole chiave
contenuti nella nota quali
“tracollo” e “condizioni di
lavoro indecoroso” sono
stati dettati dall’enfasi legata,
fondamentalmente,
al tema del precariato che
sembra essere il principale
motivo di ricerca di
interlocuzione non tanto
tecnica, quanto, piuttosto,
politica. I medici precari infatti sono spesso i medici
che appaiono meno
ma che svolgono in realtà
il nascosto e prezioso
lavoro della conduzione
e gestione giornaliera dei
reparti, servizi e ambulatori”.
Poi aggiunge che
“il Direttore Generale
ha fatto un’analisi della
situazione del personale
sanitario medico a San
Marino lucida, chiara e
assolutamente in linea con
la necessità, dai medici a
gran voce richiamata, di
autonomia dell’ISS dalla
PA e dalla politica. Obiettivo
strategico condiviso è
rappresentato dalla stabilizzazione
dei medici che
sono utili e risultano indispensabili
alle strutture
sanitarie e, per fare questo,
è necessario che la PA
sia più flessibile e che tenga
conto di una situazione
per il personale sanitario,
diversa da quella degli
altri pubblici dipendenti.
Regole di contratto ed
economiche più attrattive
sono ormai indispensabili
per il personale ISS, pena
la chiusura dei Servizi che
necessitano, per il loro
mantenimento, di personale
competente, stabile
e possibilmente realizzato
per quello che fa”.
“I medici hanno anche
sottolineato la necessità di approvare il fabbisogno
ISS in via anticipata
rispetto agli altri settori
della PA perché il fattore
tempo è, in questo caso,
un fattore altamente strategico
e assolutamente da
presidiare”. Per la prossima
settimana i medici
hanno in programma incontri
con gli esponenti
politici.
Il comunicato di
medici e direzione conclude:
“Se si dovesse sintetizzare
lo spirito e il contenuto
dell’incontro con uno
slogan, questo sarebbe, a
detta dei medici presenti:
“noi siamo con il Comitato
Esecutivo”.
Ortopedia, interviene
l’ex primario
Sulle polemiche attorno a
ortopedia interviene l’ex
primario Oliviero Soragni,
che ha diretto il reparto
dal 1988 al 2014. “Queste
polemiche gettano discredito
sulla mia direzione
parlando di liste di attesa
risolte in modo miracoloso
dalla nuova gestione”,
dice. “Penso che questo
falso problema sia solo
una scusa per screditare
ben 26 anni di operato; mi
sento in dovere di scrivere
per difenderlo, assieme al
lavoro dei medici e infermieri
che hanno collaborato
con me in tutti questi
anni”.
Rigetta quindi le responsabilità sulle liste
di attesa e aggiunge: “Ciò
che ho fatto in questi 26
anni con i miei medici,
infermieri di reparto e di
sala operatoria: “Centro
di riferimento internazionale
nella chirurgia della
mano, centro di riferimento
nella riparazione
della cartilagine, centinaia
d’interventi nella
chirurgia della mano nella
traumatologia dell’arto
superiore e inferiore,
nella chirurgia protesica
del ginocchio dell’anca
e della spalla, trapianti
e suture meniscali, chirurgia
delle deviazioni
assiali dell’arto inferiore
con tecniche innovative,
chirurgia legamentosa
complessa del ginocchio e
della spalla, chirurgia del
piede piatto del bambino.
Voglio inoltre sottolineare
l’attività nell’ambito della
microchirurgia con decine
di reimpianti di dita,
ricostruzioni del pollice,
interventi chirurgici di rivascolarizzazione
e suture
nervose”.
Ricorda quindi i
suoi incarichi e i seminari
organizzati poi si rivolge
al segretario di Stato:
“Oggi più che mai ritengo
che il reparto di Ortopedia
che ho fatto crescere con
dedizione e sacrificio, meriti
chiarezza da parte degli
attori di questo gossip
estivo, ma diffido a cercare
il confronto con la mia
ortopedia denigrandone
l’operato.
Pregiatissimo Segretario
parlo anche a nome di tutti
i colleghi che hanno fatto
parte della mia equipe:
“non accettiamo tale confronto
e ci uniamo a tutti i
cittadini per avere chiarezza
circa il futuro di un reparto
fondamentale come
l’ortopedia”, conclude.