Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino. Caso Exit. Il recupero della memoria e gli altri politici

Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino. Caso Exit. Il recupero della memoria e gli altri politici

Antonio Fabbri di  L’Informazione di San Marino:  il recupero della memoria
e gli altri amici politici
dell’immobiliarista

Non sia mai che venga escluso
qualcuno da ricomprendere
a pieno titolo nel novero degli
amici dell’immobiliarista che
ha proferito parole “in sé foriere
di grave discredito nei
confronti del sistema tutto e, in
particolare, della Repubblica
di San Marino”. Sui giornali lo
spazio è quello che è, e già sapevamo
che il pezzo di un paio
di giorni fa, che ancora non
ricordo di essere stato proprio
io a scrivere e quindi questo mi
scagiona, avrebbe necessitato
di una integrazione. Così non
si possono tralasciare gli altri
che a buon titolo hanno diritto
di fregiarsi dell’importante
blasone di affini al querelatore
nazionale. Anzi, residente. Residente
perché pare che la naturalizzazione
l’abbia bucata per
un pelo. Eh sì che tra gli amici
in consiglio c’è chi poteva adoperarsi
di più per farlo diventare
cittadino. Come Federico
Pedini Amati, del Partito socialista,
di cui il sito giornale.sm
ha seguito passo passo la trasferta
in Trinacria. D’altra parte,
poi, per riprendere la di lui
sfuriata in Consiglio sulla legalità
e metterla in rete a tempo
di record, il direttore ce l’aveva
messa tutta, scapicollandosi per
il centro storico in un giorno in
cui pare stesse pure così così.
Quindi, senza naturalizzazione,
per San Marino 3.0 si è dovuto
accontentare di fare il mentore
assieme ad un altro geniaccio
della rete che arriva dagli Usa,
le sa tutte lui e sta chiuso in
casa a smanettare nel pc e davanti
al pc. Con due autorevoli
fondatori come Marco Severini
e Michael Guidi il mondo intero
si chiedeva: chissà quali
saranno i punti di forza del movimento?
Meraviglia quando
sono stati svelati: casini, casinò
e spinello libero. Temi talmente
elevati che il nostro immobiliarista
aveva proposto pure a
Casali per entrare in coalizione
col Ps. Alla fine si è visto come
è andata. Ah, per essere precisi,
si diceva di Casali Augusto,
perché Erik era alla Villa delle
Rose con gli altri due amici
del nostro: Pedini Amati, citato
prima, e il coordinatore uscente
Sabato Riccio, citato l’altro ieri.
E l’elenco degli amici politici è
ancora lungo. Si può intanto citare chi figura alla voce “redazione” sul sito giornale.sm. Tra
le penne di punta di questo blog
cultural-informativo troviamo
per primo Romeo Morri, già citato
per gli aperitivi, le pacche
sulle spalle e compagno di tante
risate. Tra gli opinion maker si
scorge così anche Andrea Zafferani,
oggi candidato di Civico
10.
Ci sono poi i suoi difensori su
facebook. Uno per tutti: l’ecumenico,
a tratti incomprensibile
e new age, pensiero di Alessandro
Rossi di S.u, affetto da
buonismo peloso che si eleva a
potenza in periodo pre-elettorale.
Il Rossi nella sua pervicace
messianica tendenza a voler
mettere d’accordo tutti, perdona
e benedice: “Con Marco io
ci parlo… ha una grande umanità
una grandissima energia”.
Ah, che belle parole!
Si vogliono tralasciare i suoi
amici a Palazzo? Per carità, in
periodo di par condicio vanno
messi tutti.
C’è Claudio Podeschi, che di
guai ha già i suoi dopo la commissione
antimafia, ma pare
che quando il diavolo ci mette
la coda non se ne esca. E poi c’è
Giancarlo Venturini. L’immobiliarista
lo ha osannato spesso
come “uomo del fare”. Si sentono
sovente per telefono, quindi
sarà anche uomo del “dire”. Ma
a dire “prendo le distanze” ancora
non si è sentito. Come altri
d’altronde. Il risultato è che nel
dream team del Congresso del
Patto prima maniera di amici
Severini, a conti fatti, ne aveva
ben cinque: Gatti, Podeschi,
Morri, Venturini e Casali.
Tuttavia in questi giorni è successo
un fatto veramente nuovo.
Colui che non sapeva di essere
lui… adesso lo sa. Si è visto
in video e si è ricordato che
all’epoca si è presentato persino
con nome e cognome. “Sono
Marco Severini”, diceva tron-
fio d’orgoglio. E’ un po’ come
se uno alla mattina quando si
sveglia, prima di capire chi è,
debba guardarsi allo specchio
e presentarsi con enfasi: “Piacere,
sono Mario Rossi”. Ma è
successo. E’ successo il miracolo
del recupero della memoria.
D’altra parte le benedizioni telematiche
di Rossi qualche effetto
taumaturgico lo avranno
pure avuto.

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