Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: Evasione monofase ecco gli amministratori

Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: Evasione monofase ecco gli amministratori

L’Informazione di San Marino

Evasione
monofase
ecco gli amministratori 

La maggior parte delle società
elargita a piene mani in congresso di stato dalla segreteria industria negli
anni in cui vigeva il regime concessorio

Antonio Fabbri

 L’elenco dei nomi delle società
che hanno lasciato un buco di
monofase di oltre 188milioni
di euro è lungo. La Segreteria
di Stato alle Finanze ha rilasciato
l’elenco ai capigruppo
nel consiglio di lunedì. Una lista,
prevalentemente di srl con
qualche spa, i cui nomi degli
amministratori e dei soci, però,
non sono stati resi noti. Un
primo passo, comunque, per
capire a chi sono riconducibili
le responsabilità dei buchi milionari
lasciati, è stato fatto.
Adesso basta recarsi presso il
tribunale o alla Camera di commercio,
infatti, per effettuare la
visura delle società e conoscere
quanto meno gli amministratori
delle persone giuridiche rese
note dal governo. Per conoscere
i soci occorre rivolgersi ad un
avvocato o ad un commercialista
che può richiedere all’ufficio
competente il quadro completo.
Comunque, già dalle prime
analisi, emerge come un peso
determinante nel lievitare del
buco monofase lo abbiano avuto
gli stessi che diedero vita ad
uno degli scandali impuniti più
grandi della storia sammarinese:
il caso Long Drink.

Si parte dalla società più esposta,
la San Marino Broker srl,
che ha per amministratore quel
flavio Pelliccioni, già implicato
nella truffa dei liquiori,
e recentemente tirato in ballo
nell’indagine di mafia “Il
principe e la scheda ballerina
“. 
Fu egli stesso, scagionato
dall’accusa di associazione
per delinquere di stampo mafioso,
a dichiarare “non sono un
mafioso, sono solo un truffatore”.
Come se fosse motivo di
vanto. Insomma, verso lo stato
la sua SanMarinoBroker s.r.l ha
lasciato un buco di 11.348.285
euro. E questo credito rientra tra
quelli di “dubbia e difficile esazione”.

Tra i soggetti chiamati
in causa in Long Drink c’era
pure Silvano Muscioni. La srl
che porta il suo cognome e della
quale risulta amministratore,
è la Muscioni Trade che deve
allo stato 4.889.207 euro e si
trova nell’elenco dei crediti incerti.
Nello stesso elenco compare,
tra le prime tre, la Imex
srl, in liquidazione volontaria,
che per amministratore unico
vedeva Loredana Muscioni.

In
liquidazione volontaria è pure
la Sirius srl, risulta amministratore Nazzareno Chiaruzzi, che
deve allo stato 2.731.793 euro.

Tornando all’elenco dei crediti
di dubbia e difficile esazione, al
secondo posto, dopo la società
di Pelliccioni, anche la Gruppo
Cse
Spa che vanta un buco
lasciato di tutto rispetto, pari a
6.522.199 euro ed era amministrata
da teresa forgetta, avellinese
di 65 anni.

Nello stesso
elenco in terza posizione si
trova la Tecnogate con un buco
lasciato di 4.328.176, amministrata
da Gianluca Libutti.

In
quarta posizione, amministrata
da Paolo Athos Mario armando
Magnone, la Axel Chemicals,
che ha lasciato allo stato un
buco di 3.089.709 euro di monofase
non pagata. Questa srl nel
2009 è risultata implicata in una
frode carosello scoperta dall’indagine
della Gdf di Milano denominata
“Monster Mountain”,
che ha accertato un’evasione
Iva di circa 150 milioni di euro.
Di questi 4 milioni di euro e un
fondo patrimoniale da un milione
di euro erano stati depositati
in una banca sammarinese e in
una fiduciaria.

Tra le società cessate che hanno
immobilizzazioni, quella che ha
il maggior debito verso lo stato
è la Alexander Textile Group srl
con 5.067.744 non versati allo
stato e risulta amministrata da
Mariana Hrovatin, rumena
residente sul Titano.

Segue al
secondo posto l’Agenzia Commerciale
Sammarinese
con
4.560.168 di buco monofase
amministrata da stefano riccardo
Gavina.

Al terzo posto la
Dealer &Service D&S, amministrata
da Gabriella torsani,
con 2.266.616 di buco.

Le prime tre srl che compaiono
nell’elenco dei crediti inesigibili
sono La Polare, con 3.336.192
amministrata da Giorgio Cellarosi,
radiata per liquidazione.

Al secondo posto la srl
Mondo Gioco, amministrata da
Daniele Ceci, che ha causato
un buco monofase di 340.590
euro.

215.612, invece, gli euro
che deve la srl Marago amministrata
da Claudio Garbin.

Ci
sono poi i crediti ritenuti certi,
cioè che lo stato è sicuro di riscuotere.
Sono quelli della srl
In.Ge., amministrata a Arianna Annarella, che deve allo stato
289.441 euro.

Poi c’è la Cosmogross,
amministrata da Giorgio
Vagnetti, che deve all’erario
266.738 euro e al terzo posto la
Open Bridge, con 87.805 euro,
amministrata da Marco Ferrarini.

Questo il quadro dei primi tre
di ogni gruppo così come catalogati,
dalla Segreteria alle
finanze e dagli organismi preposti,
a seconda della esigibilità
del credito.

Diverse di queste persone le
si vede indifferenti al bar o in
giro per il Titano, praticamente
sicure che difficilmente risponderanno
del danno che hanno
causato alla collettività.

Altra
riflessione va fatta sulle modalità
che hanno portato alla nascita
di queste società. La stragrande
maggioranza delle licenze è stata
concessa, infatti, quando era
vigente il sistema concessorio
e ad elargire a piene mani, e
magari senza eccessive verifiche istruttorie su chi richiedeva
le società, erano Congresso
di Stato e Segreteria Industria.

Ecco uno dei motivi per il quale,
molto probabilmente, il lievitare
della cifra oltre ad essere
un problema contabile, di scarsi
strumenti di controllo e normative
adeguate, è ed è stato nel
corso degli anni anche un problema
politico.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy