Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Il cosiddetto ‘mercato delle vacche’

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Il cosiddetto ‘mercato delle vacche’

L’informazione di San Marino

Il cosiddetto “mercato delle vacche”, dopo l’intesa con il Partito socialista e coi due neo fuoriusciti, porta la maggioranza a 41 consiglieri

Con l’ultima operazione dei transfughi Upr si va verso una “democrazia totalizzante”

Con una
sorta di
politica della
licitazione privata
superata la fatica
della mediazione
e rese inutili
le norme di garanzia
sulle maggioranze
qualificate
Opposizione
relegata a mero
osservatore

Antonio Fabbri

SAN MARINO. A conti fatti prende vita una sorta di “democrazia totalizzante”. La maggioranza di Bene Comune, uscita dalle urne con un risicato e rosicato 50,70% ha beneficiato del premio di stabilità arrivando a 35 consiglieri. Meno due Reggenti nominati in seno alla maggioranza, faceva 33. Faceva, perché ad arrotondare e a raggiungere numeri da maggioranza qualificata ci ha pensato il “mercato delle vacche”. Non se ne abbia a male nessuno, ma così chiamano in transatlantico oltre confine la transumanza dei parlamentari. Di certo l’espressione rende l’idea anche qua. Per giustificare queste operazioni si usano molti termini: riformismi, poli centristi, divergenze interne, personalismi, non stampellismi, prese di distanza, riposizionamenti, semplificazione del quadro politico.

Certo, di più semplice di tutto
ci sarebbe un partito unico con
qualcuno che dica a tutti in aula
come votare. E se le caduta del
fascismo è stata ricordata giusto l’altro ieri, con una democrazia
dai numeri totalizzanti, come
quella che si è instaurata, qualche
riflessione va fatta. Anche
perché non è uscita dalle urne,
questa democrazia qui. Ma è
scaturita, come troppo spesso
ormai accade, da una sorta di
politica della licitazione privata che va a frustrare anche la funzione
delle norme di garanzia
sulle maggioranze qualificate
(ad esempio sull’alienazione
dei beni dello stato o sulle procedure
di urgenza).

A questo punto i conti sono presto fatti: 41 consiglieri di maggioranza spuria, cioè quei 35 consiglieri di Bene comune usciti dalle urne più ex di minoranza aggiunti (Ps e transfughi Upr), e due Reggenti. Restano in 17 all’opposizione.

Opposizione
che non avrà più neppure quella
forza di controllo che le norme
le riserverebbero, tagliata fuori
dalla fatica della mediazione per i due terzi, rimane in aula
praticamente solo come osservatore
conoscitivo. In questo
quadro. se nei dibattiti si dovesse
sentire dire che l’opposizione
urla e sbraita soltanto, risulterebbe
quanto meno offensivo,
dato che non potrà fare altro.

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