Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Politica disorientata studia scenari futuri tra improbabili dietrologie

Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Politica disorientata studia scenari futuri tra improbabili dietrologie

 L’informazione di San Marino

 Politica disorientata studia scenari
futuri tra improbabili dietrologie

Antonio Fabbri,

Ci ha messo un paio di settimane
il mondo politico per capire
che cosa stesse accadendo. Ora
iniziano ad arrivare le prese di
posizione, mentre il sistema dei
partiti pare rendersi conto di
essere in fortissima crisi. C’è
chi sostiene addirittura allo
sfascio. Si è taciuto finora per
chiedersi: Cosa sta succedendo?
Come mai? Cosa ha sparigliato
le carte?
Le risposte sono nelle evidenze
di fatti che è stato possibile
scandagliare grazie a nuove
norme approvate in Consiglio,
la cui portata molti non
hanno evidentemente capito
subito, norme per la maggior
parte imposte dagli organismi
internazionali. Le risposte sono
nel lavoro di inquirenti che le
hanno messe in pratica, quelle
leggi, grazie anche ad una nuova
organizzazione del tribunale
e alla possibilità del lavoro in
pool dei magistrati.
Una politica disorientata sta
studiando come uscire da un
intreccio che essa stessa ha creato.
Intreccio che si è protratto
fin troppo. L’opposizione prova
a organizzarsi con difficoltà,
causa diversità intrinseche e
addirittura liti dovute a rendite
di posizione. D’altra parte il
quadro della minoranza non è
migliore di quello che investe
“Bene comune”, con una parte
notoriamente coinvolta nelle
indagini. Il risultato è il timore
di non essere pronti per uno
sconquasso politico dato per
imminente, anche se la maggioranza
assicura che il governo
c’è ed è solido. La Dc prova ad
epurarsi e a proporre un ricambio
“morbido”, ma a nessuno
sfugge quanto fosse invischiata
con i suoi uomini in un sistema
di potere distorto fatto di corruzione,
clientelismo e di una
infiltrazione politica in tutti gli
ambiti del vivere, dalle istituzioni
al sociale. Per il Psd c’è
chi ha già, persino all’interno
dello stesso partito, cantato il de
profundis, anche se occorrerà
vedere come si evolverà da un
lato la vicenda Felici che, tirato
in ballo dalle dichiarazioni di
Roberti, al momento non risulta
indagato seppure una certa
consapevolezza di implicazioni
politiche, al di là di quali possano
essere le evoluzioni penali,
ci sia. Dall’altro lato in via
Rovelino chi invece risulta indagato
è Fiorenzo Stolfi. Anche
lui è maestro di quel sistema di
infiltrazioni politiche appreso in
anni di governo assieme alla Dc
gattiana-podeschiana. Stolfi è
pure lui difeso da quello stesso
avvocato Annetta indaffarato in
questo periodo a sbrogliare la
matassa aggrovigliata attorno
a Claudio Podeschi, ancora in
carcere da ormai 15 giorni.
A fare da contorno alle difficoltà
politiche c’è l’indignazione
per una montagna di
milioni finiti prevalentemente
ad arricchire i singoli, solo
in minima quantità arrivati
ai partiti. Cosa, quest’ultima,
non meno grave della prima se
guardata con l’occhio dell’etica
pubblica, ma apparentemente
più tollerata per una certa
indulgenza politica. In entrambi
i casi, comunque, la questione
morale è imprescindibile. Come
è imprescindibile l’indignazione
che sta salendo nei cittadini ai
quali le tangenti, se le indagini confermeranno la natura e
la destinazione delle dazioni,
sarebbero state fatte pagare… e
ben due volte. La prima depauperando
il patrimonio di tutti
per arricchire pochi. La seconda
con i sacrifici che sono stati
conseguentemente chiesti con
l’introduzione di tasse, patrimoniali,
crediti d’imposta. Non è
un caso che, come nella vicenda
della sede di Banca centrale,
la “stecca” arrivasse, stando a
quanto finora accertato dall’accusa,
dalle casse pubbliche
tramite il sovrapprezzo pagato
per il palazzo di Via del Voltone.
Sovrapprezzo poi ritornato,
attraverso i libretti al portatore
e l’acquisto fittizio di immobili,
nelle tasche di politici.
Di certo, con il fatto dell’innocenza
penale fino al terzo
grado di giudizio, si provano
ad impaludare, con il pur
giusto concetto del garantismo
giudiziario, evidenze di mancata
etica pubblica che invece
sarebbero già sufficientemente
palesi per scatenare un putiferio
politico. Ma i partiti ipotizzano
e temporeggiano. I partiti
ragionano. Lo stesso fanno le
menti “illuminate”. Ragionano
sulle dietrologie come si è sempre
fatto a San Marino, senza
curarsi di ciò che già emerge.
Eppure, lanciarsi in scenari
complottistici apparentemente
verosimili ma sostanzialmente
improbabili, è il modo peggiore
per segnare un futuro percorso
politico chiaro. Anche perché
proprio le dietrologie, anziché
il buon senso, sono state la base
dell’agire dei partiti in tutti
questi anni. A che cosa abbiano
condotto è oggi evidente per
tutti. Così, in questo elucubrare,
si tira dentro anche il tribunale,
con lo scopo di metterlo in cattiva
luce, facendolo rientrare in
giochi di potere o presunte mire
che nulla hanno a che vedere
con atti, fatti e provvedimenti.
C’è chi ritiene che la politica
possa avere ancora entrature a
palazzo di giustizia, dove invece,
evidenziando come un nuovo
corso si sia innescato anche ai
Tavolucci, hanno pure tolto le
sedie dai corridoi di un intero
piano, onde evitare che lì dentro
ci siano poltrone di cui parlare
diverse da quelle sulle quali far
sedere testimoni o indagati.

Antonio Fabbri

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