Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Quei milioni alla fondazione che nessuno ha mai chiesto indietro

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Quei milioni alla fondazione che nessuno ha mai chiesto indietro

L’informazione di San Marino

Tra i primi interrogatori dell’inchiesta quello di Pietro Silva che svela il collegamento con Podeschi

Quei milioni alla fondazione che nessuno ha mai chiesto indietro

Antonio Fabbri 

Tra gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sulla tangentopoli sammarinese-conto Mazzini, c’è anche quello di Pietro Silva, amministratore della Fondazione per la promozione economica e finanziaria riconducibile, secondo l’accusa, a Claudio Podeschi. E’ Silva, interrogato il 28 aprile del 2014 dai commissari della legge Alberto Buriani e Simon Luca Morsiani, a spiegare come avvenivano i passaggi di denaro attraverso la Fondazione e a dire come fosse Podeschi il destinatario finale dei denari per progetti che però, a parte uno, non furono mai realizzati.

Pietro Silva, che
è tra i rinviati a giudizio del
processo che si aprirà il prossimo
19 ottobre, è ritenuto nella
Fondazione il braccio destro di
Podeschi.

Quello della Fondazione è uno
dei punti di partenza della maxi
inchiesta dal quale si è iniziata a
dipanare l’ingarbugliata matassa
dei libretti al portatore e degli
intrecci di rapporti politico-affaristici
che hanno portato, poi,
al rinvio a giudizio.

L’arrivo a San Marino
L’interrogatorio di Silva parte
dal suo arrivo sul Titano.
“Sono arrivato a San Marino
circa 11 anni fa. All’epoca mi
sono state prospettate alcune
idee per lo sviluppo del paese
e mi è stato chiesto di avere un
ruolo attivo. È nata così la Fondazione
per la Promozione Economica
di cui sono stato socio
fondatore, oltre che presidente in
virtù dei miei contatti internazionali.
Tra i progetti che vennero
prospettati alcuni riguardavano
importanti realizzazioni alberghiere.
Mi riferisco ad esempio
alla creazione di un albergo in
una zona attualmente caratterizzata
dalla presenza di calanchi e
un altro presso l’ex Tiro a segno
di Murata con tanto di eliporto. C’era in progetto inoltre la
realizzazione di un campo da
golf a Ventoso e di un autodromo
per le competizioni e per i test di
formula uno. Un’altra struttura
da realizzare era un nuovo ospedale
per la cui progettazione è
stata coinvolta anche una società
canadese Interhealth Canada.
Complessivamente si trattava di
investimenti per un ammontare
di circa 1 miliardo di euro”.

Le fondazioni operavano come dei trust. Silva spiega il suo ruolo e quello di Podeschi. “Il mio compito era quello di portare a San Marino gli investitori per poi metterli in contatto con le persone che poi avrebbero reso operativi questi progetti. Tengo a precisare che all’epoca le fondazioni operavano come se si trattasse di trust. Personalmente non avevo una competenza specifica per seguire in concreto l’esecuzione dei progetti. Il mio tramite a San Marino era Claudio Podeschi che, oltre ad aver ricoperto ruoli politici, era anche un importate imprenditore”.

I soldi venivano dati “a chi di
dovere”

Silva, incalzato dalle domande
dei Commissari della legge,
prosegue nelle sue dichiarazioni, per le dazioni di denaro delle
quali gli si chiede conto, parla
di “anticipazioni”.
“In vista della realizzazione di
questi progetti, gli investitori
davano anticipazioni a titolo di
fondo spesa. Si tratta di soldi
che io davo a chi di dovere.
Personalmente nonostante l’ampio
impegno profuso in questi
10 anni, non ho mai guadagnato
nulla, anzi ci ho rimesso i
miei soldi. Sono stato definito
da un giornale come faccendiere,
fatto per il quale ho presentato
querela”

I progetti abortiti. Dei vari progetti Silva afferma che solo uno ebbe una fase preliminare, mentre gli altri sono stati tutti abortiti. Tra l’altro aggiunge che, nonostante siano stati versati milioni, solo in un caso c’è stata una richiesta di restituzione. Per il resto, a parte lui di recente, nessuno ha al momento reclamato nulla. Per riavere quei soldi Silva dice di aver fatto causa a Podeschi, che, riferisce ai magistrati, era il destinatario finale dei denari.

“Rispetto ai progetti che non
sono stati realizzati, penso che
i finanziamenti alla fondazione
siano stati erogati tramite fondi
che le varie società destinano
allo studio dei possibili futuri
investimenti. In un caso la società
McArthur Glen, tramite il
presidente JW Kempfer ha chiesto
la restituzione di 250 mila
euro trasferiti alla fondazione.
Io stesso ho chiesto la restituzione
di oltre 2 milioni di euro
che la fondazione aveva dato a
Claudio Podeschi per progetti
che non hanno avuto corso. Per
ottenere la restituzione di questi
soldi ho instaurato 2 cause
civili presso il Tribunale di San
Marino. L’atto introduttivo è
stato depositato alcuni giorni
fa, dopo che sono rimaste senza
seguito le richieste di restituzione avanzate dai miei legali.
Fortunatamente gli altri investitori
stranieri non hanno ancora
chiesto la restituzione dei fondi.
In concreto quei fondi io li ho
dati a Podeschi su istruzione di
quest’ultimo”.

Il ruolo di ciascuno
Ma perché i soldi venivano dati
dalla Fondazione a Podeschi?
Lo dice Silva nell’interrogatorio,
indicando il ruolo di
ciascuno. “Se il mio ruolo era
quello di portare a San Marino
gli investitori stranieri, il ruolo
di Podeschi era quello di creare
le condizioni perché i progetti
fossero realizzati. In concreto
io presentavo l’investitore straniero
a Podeschi, il quale poi
si rapportava direttamente con
l’investitore medesimo”.

Il meccanismo
Nel proseguo dell’interrogatorio
Silva spiega come materialmente
venivano trasferiti i soldi, tramite
il meccanismo dei libretti
al portatore.
“Quanto alla destinazione
dei fondi accreditati sui conti
della fondazione, la totalità
delle somme è stata trasferita
a Claudio Podeschi, perlopiù
tramite libretti al portatore. In
altri termini, venivano trasferiti
alla fondazione i finanziamenti
degli investitori stranieri ed io
usavo la provvista così formata
per aprire libretti al portatore
che poi materialmente consegnavo
a Podeschi. Podeschi
stesso, durante le riunioni con
i vari investitori, sollecitava il
versamento di fondi alla fondazione”.
Va detto che Podeschi contesta
la ricostruzione fatta da Silva
sostenendo, tra l’altro, che la
Fondazione non era la sua,
come sostiene invece l’accusa,
ma dello stesso Silva. I due
sono coimputati nel processo
che si apre a ottobre.

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