Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Riciclaggio due condanne e confisca di quasi 2 milioni

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Riciclaggio due condanne e confisca di quasi 2 milioni

L’informazione di San Marino

Riciclaggio due condanne e confisca di quasi 2 milioni

Fratello e sorella condannati a 4 anni e mezzo e 4 anni e all’interdizione dai pubblici uffici

La difesa: “I soldi erano di una eredità e il riciclaggio non è una condotta trascendente”

Annunciato appello

Antonio Fabbri

Riciclaggio e autoriciclaggio, fratello e sorella condannati. Lui, Mauro Camerini dipendente dell’Asur di Fano, a 4 anni e sei mesi, multa di 2000 euro e un anno e 4 mesi di interdizione dai pubblici uffici. Lei, Maura Camerini che oggi vive a Tenerife, alle Canarie, a 4 anni, 500 euro di multa e a un anno di interdizione. Ma al di là della prigionia quello che pesa è la condanna alla confisca dei denari sequestrati ai due: 1.797.816,22 euro già congelati dall’autorità giudiziaria sammarinese oltre ad altri 112.500 euro a titolo di confisca per equivalente a carico dell’uomo. Questo quanto disposto ieri dal giudice Gilberto Felici.

Nella sua requisitoria il
procuratore del Fisco,
Roberto Cesarini, aveva
a sua volta chiesto la
condanna, seppure con
una mano un po’ più
pesante, con cinque anni
e mezzo per l’uomo e quattro e mezzo per la
donna. Anche il Pf aveva
chiesto al confisca dei
denari sequestrati, accolta
dal giudice. Diversa,
ovviamente, la posizione
della difesa.

La difesa. “Possiamo capire che l’interpretazione che pure non condividiamo possa parlare del riciclaggio come una condotta permanente, seppure a nostro avviso violi il principio di irretroattività della legge penale, tuttavia non possiamo dare a questo reato anche una qualifica trascendente, che trascende, cioè, anche la morte. Non possiamo fare una seduta spiritica per sentire i poveri genitori degli imputati a carico dei quali mai sono risultate condotte illecite”, ha detto l’avvocato Maria Selva, che ha poi spiegato. “Questo perché abbiamo dato prova che la maggior parte di quei soldi è di provenienza lecita da una successione mortis causa, un’eredità.

Sono soldi dei genitori
dei Camerini, che oggi
non ci sono più, sono deceduti.
E non risulta che
abbiano mai commesso
reati. Quindi quei soldi
sono frutto di una eredità
e di provenienza lecita.
C’è la prova logica di
questo e non dell’illiceità
di quei denari”, ha detto
l’avvocato Maria Selva.
Il legale aveva chiesto
l’assoluzione e, in subordine,
la pena nel minimo
oltre, eventualmente, al
sequestro solo di una
quota delle somme, dato
che “per la maggior parte
sono di provenienza lecita di una eredità”, ha
ribadito l’avvocato Selva.

L’avvocato Lara Conti,
che difendeva invece la
sorella, ha sottolineato
come fosse il Mauro
Camerini a gestire il
patrimonio ereditato e
non vi fosse da parte
della donna la volontà
e neppure la percezione
che la condotta fosse
strumentale ad attività
di riciclaggio. “Manca
l’elemento soggettivo
del reato, la consapevolezza
della eventuale
provenienza illecita del
denaro. Pertanto chiedo
l’assoluzione e il dissequestro delle somme
di pertinenza della mia
assistita”, ha detto.

La decisione
Il giudice, valutate le
carte e le richieste, ha
emesso sentenza di
condanna. I denari di
provenienza illecita
erano, secondo l’accusa,
del 57enne ispettore
dell’Asur di Fano, che
effettuava i controlli
sanitari sulle strutture
commerciali e raccoglieva
anche soldi per sponsorizzazioni
sportive.
Soldi che sarebbero dovuti
andare alla squadra
dilettantistica del Fano
Riviera e che, invece,
in buona parte l’uomo
si è intascato portandoli
a San Marino dove ha
dunque dovuto rispondere
di autoriciclaggio,
uno dei primi casi.

I soldi
accumulati sul Titano
dal Camerini sono finiti
investiti in titoli e movimentati
tramite contanti
e assegni. Gli avvocati
hanno già preannunciato
appello.

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