Antonio Fabbri -L’informazione: Disabili, mancano i soldi e l’inclusione diventa esclusione

Antonio Fabbri -L’informazione: Disabili, mancano i soldi e l’inclusione diventa esclusione

L’informazione

Nelle stesse condizioni i presidi a Basilica, Begni, Centro naturalistico e Brigata di Città

Disabili, mancano i soldi e l’inclusione diventa esclusione

Antonio Fabbri –

E’ da dicembre che alcuni montacarichi
e montascale in palazzi
importanti sono fermi o, meglio,
sono senza manutenzione, così
chi ci sale lo fa sotto la propria
responsabilità e a proprio
rischio e pericolo. Dunque la
sbandierata “inclusione” diventa
“esclusione”, e il superamento
delle barriere architettoniche va
a farsi friggere perché mancano
i soldi. Questo in estrema sintesi
quanto si può dedurre da una
lettera inviata agli uffici pubblici
interessati.

La lettera di dicembre Lo scorso dicembre la Direzione Generale della Funzione pubblica, in ottica di spending review, ha inviato alla ditta Ceam Adriatica Servizi srl una missiva nella quale chiedeva la risoluzione del contratto di manutenzione per due montascale al Centro naturalistico, un ascensore a palazzo Begni, un servoscala alla Basilica del Santo e un montacarichi presso la Brigata della gendarmeria di San Marino Città. Una lettera, inviata per conoscenza ai responsabili degli stabili in questione, con la quale si chiedeva la rescissione del precedente contratto per procedere ad un appalto in modo da abbattere i costi di manutenzione.

La lettera inviata
alla società, prevedeva che, in
assenza di controdeduzioni da
parte della stessa, il recesso si
sarebbe ritenuto approvato dalla
controparte. Quindi, ad oggi, per
questi presidi non vi sarebbe un
contratto manutenzione periodica
dei presidi contro le barriere
architettoniche.
Il risultato è che, in caso di
problemi con l’utilizzo dei
montacarichi e montascale senza
revisione periodica, non si sa di
chi sia la responsabilità.

Senza manutenzione
montacarichi fermi
Il mancato appalto per la manutenzione ha fatto dunque tornare le barriere architettoniche, dato che gli strumenti installati per superarle non sono utilizzabili. O, meglio, sono utilizzabili a rischio e pericolo di chi vi sale e di chi, degli uffici, consenta di utilizzarli. Questo almeno quello che ha messo nero su bianco il comandante della Brigata della Gendarmeria di Città, sottolineando che, in assenza di manutenzione periodica, “il montacarichi sia ritenuto pericoloso e pertanto non utilizzabile”.

Una
limitazione operativa fin quando
non vi sia un nuovo contratto
che certifichi che il montacarichi
sia idoneo a tornare operativo.
Questo perché non si sa “a chi
faranno capo le particolari responsabilità
che da tale utilizzo
potrebbero emergere a seguito di
infortuni”, cita l’avviso affisso
sulla porta del montacarichi
della brigata di Città, dove per
accedere agli uffici ci sono ad
oggi, quindi, solo scale. Plausibile
pensare, dunque, che nelle
stesse condizioni di assenza di
manutenzione siano anche gli
altri impianti – ascensore del
Begni, montascale della Basilica
e del Centro naturalistico – che
erano indicati nella originaria
lettera della Direzione della
Funzione Pubblica che ha rescisso
il contratto di manutenzione
con la ditta incaricata. E meno
male che obiettivo del Titano
è, tra gli altri, anche quello
di puntare sull’abbattimento
delle barriere architettoniche.
Obiettivo bloccato, in questo
caso, da un mancato contratto di
manutenzione.

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