Antonio Fabbri L’informazione: ‘Editoria, si cambi quella legge’. Ennesima raccomandazione

Antonio Fabbri L’informazione: ‘Editoria, si cambi quella legge’. Ennesima raccomandazione

L’informazione di San Marino

“Editoria, si cambi quella legge” / Ennesima raccomandazione

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Batte ancora su quel tasto il Commissario per i diritti umani, Nils Muiznieks: cambiare la legge sul giornalismo. E’ la terza volta che lo ripete.

Prima
al termine della visita a San
Marino, a giugno 2015. Poi
lo ha messo nero su bianco a
settembre 2015 e, poi, qualche
giorno fa al Consiglio d’Europa.
Il rapporto dopo la visita sul
Titano, pubblicato a settembre
dello scorso anno, era già
chiaro.
Il governo aveva inviato le sue
osservazioni al Commissario.
Addirittura il Segretario
Iro Belluzzi si era recato a
Strasburgo. Il Commissario,
però, non ha modificato le sue
considerazioni e il testo delle
raccomandazioni è rimasto
invariato. Non solo.

Il Commissario quelle raccomandazioni le ha ripetute ai Capi di Stato in visita a Strasburgo la scorsa settimana. Nonostante questo, e nonostante si sia ancora in tempo, non c’è alcuna intenzione di adeguare la normativa. 

Dice la raccomandazione:

1. Libertà di espressione e libertà dei media I media a San Marino, come in ogni società democratica, devono essere in grado di svolgere il loro ruolo di controllo pubblico senza indebite interferenze da parte dello Stato. Pur riconoscendo l’approccio misurato sviluppato dai giudici sammarinesi nei casi di diritto penale che riguardano la libertà di espressione, il Commissario incoraggia le autorità sammarinesi a depenalizzare la diffamazione che dovrebbe
essere affrontata solo attraverso
sanzioni civili strettamente
proporzionate, e a rivedere la
pena prevista in caso di divulgazione
di informazioni prima
del processo. Il Commissario
riconosce che la nuova Legge in
materia di editoria e di professione
degli operatori dell’informazione
è stata adottata per
rispondere a legittime
preoccupazioni riguardanti
la regolamentazione della
professione e dell’etica giornalistica.
Tuttavia, le disposizioni
contenute in tale Legge relative
al meccanismo attuativo di un
futuro codice etico destano
serie preoccupazioni in quanto
vanno al di là del quadro di
autoregolamentazione e comportano
un rischio di indebite
interferenze con il contenuto dei
media. Il Commissario invita
pertanto le autorità a sostituire
questo meccanismo con uno che
sia più rispettoso della libertà
dei media e del principio di autoregolamentazione
”.

E questo
era solo il riepilogo introduttivo.
Nel dettaglio, poi, viene
presa in considerazione la legge
211 del dicembre 2014 e si evidenzia
che sia gli organismi del
Consiglio d’Europa, Assemblea
Parlamentare e Comitato dei
Ministri, sia l’Osce, sostengono
il principio dell’autoregolamentazione
dei media. Principio che
la legge viola istituendo una
Autorità garante per l’informazione
nella quale i giornalisti
(operatori dell’informazione
li chiama la legge) non sono
rappresentati
.

Secondo il parere del Commissario
si legge quindi nel
report
il sistema istituito ai
sensi della nuova Legge non
può essere considerato un’autoregolamentazione:
mentre
la Consulta, un organo in cui i
giornalisti sono rappresentati,
predisporrà un codice etico e
stabilirà le sanzioni, l’organo
preposto a ricevere le doglianze
sarà un organismo nominato
esternamente in cui i giornalisti
non sono necessariamente
rappresentati. Il Commissario
è preoccupato del fatto che,
indipendentemente dal contenuto
eventuale del codice etico,
è quest’ultimo organismo a
detenere il potere esclusivo di
interpretare ed applicare il suddetto
codice nei singoli casi. Il
rischio di indebite interferenze
e il potenziale effetto dissuasivo
che potrebbe comportare
questo sistema preoccupano
seriamente il Commissario.
Il Commissario ritiene che
le autorità avrebbero potuto
prevedere misure molto meno
invasive sostenendo e incoraggiando
i giornalisti a sviluppare
un reale meccanismo di autoregolamentazione.
Ciò avrebbe
potuto includere, ad esempio,
l’affidamento dei compiti sia di
sviluppo che di attuazione di
un codice etico ad un organo
rappresentativo dei giornalisti
come la Consulta.
Il Commissario invita pertanto
le autorità a rivedere la pertinente
Legge al fine di sostituire
questo meccanismo con una
soluzione che sia più rispettosa
della libertà dei media e del
principio di autoregolamentazione
.

Insomma, quella legge è sbagliata
e l’ennesimo richiamo
mette in imbarazzo anche la
Reggenza. Nonostante questo,
il governo diabolicamente
persevera.

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