Antonio Fabbri – L’informazione: Riciclaggio, ex vice direttore di banca finisce sotto processo

Antonio Fabbri – L’informazione: Riciclaggio, ex vice direttore di banca finisce sotto processo

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Riciclaggio / Ex vice direttore di banca finisce sotto processo 

SAN MARINO. Riciclaggio, finisce a giudizio un altro funzionario di banca. La cifra, questa volta, non è esorbitante, si parla di 65mila euro, ma a giudizio finisce il vice direttore dell’Euro Commercial Bank, Loris Zavoli, nei cui confronti l’accusa è di riciclaggio aggravato in quanto commesso
nell’esercizio dell’attività
bancaria.
Con Zavoli è rinviato a giudizio anche Filippo Bellinghieri, 46enne di Messina, pure lui accusato di riciclaggio.

Il reato presupposto I soldi secondo l’accusa erano di provenienza illecita perché, seppure movimentati da prestanome, erano in realtà di un altro Bellinghieri, Giuseppe, autore del reato presupposto del riciclaggio. In particolare, secondo l’accusa, i denari erano frutto del traffico di stupefacenti.

Tra l’altro Giuseppe
Bellinghieri, 75enne
pure lui messinese detto
“Pippo l’americano”,
è finito sotto custodia
cautelare lo scorso 17
giugno 2015 nell’inchiesta
Holiday della
procura di Messina,
relativa ad un traffico di
droga tra la Colombia e
l’Italia.

I denari per i quali viene
contestato il riciclaggio
sul Titano non sono
riferiti probabilmente a
quest’ultima inchiesta,
dato che sono relativi
a periodi precedenti,
tuttavia si riferiscono ad
una attività analoga cui,
evidentemente, Giuseppe
Bellinghieri era già
dedito. Le movimentazioni
per le quali sul
Titano viene contestato
il riciclaggio, infatti,
vanno dal 2010 al 2013
e fino al settembre 2014.

Le movimentazioni
Secondo l’accusa nel
maggio 2010 Loris
Zavoli, vice direttore di
Ecb, autorizzò – d’accordo
con Giuseppe
Bellinghieri, Filippo
Bellinghieri e un altro
soggetto (oggi deceduto)
– il versamento
della somma in contanti
di 65mila euro su un
conto corrente intestato
a Filippo Bellinghieri,
in modo che il deposito
non fosse riconducibile
a Giuseppe.


In realtà, stando alla
ricostruzione dell’accusa,
era con quest’ultimo
che Zavoli manteneva
i rapporti, informandolo
sull’andamento del
conto e concordando le
operazioni da svolgere.
Così, sulla base di generiche
procure ad hoc,
in modo da non essere
identificato e sottoposto
ad adeguata veridica
come sarebbe invece
accaduto sulla base di
una delega generale
ad operare sul conto,
Giuseppe Bellinghieri
operava e prelevava dal
conto intestato ad altri.
I soldi sul conto venivano
utilizzati, secondo
l’accusa, anche per il
tramite dello zio di
Loris Zavoli.


Con questi espedienti,
per l’accusa mirati a nascondere
il reale titolare
del rapporto bancario,
erano state acquistate
anche azioni Fiat e Unicredit
oltre ad obbligazioni
della stessa Euro
Commercial Bank, e
venivano pure effettuati
prelievi di contanti.
Tutte operazioni che,
per l’accusa riportata
nel rinvio a giudizio
disposto a fine dicembre
scorso, servivano a
occultare e distrarre la
provenienza reale del
denaro, frutto, per gli
inquirenti, del traffico
di stupefacenti. La data
del processo non è stata
ancora fissata.

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