Antonio Fabbri – L’informazione: Fatture false, appropriazione indebita e riciclaggio

Antonio Fabbri – L’informazione: Fatture false, appropriazione indebita e riciclaggio

L’informazione di San Marino

I due attraverso diverse banche avevano movimentato denaro ritenuto di provenienza illecita / Fatture false, appropriazione indebita e riciclaggio. Madre e figlio a giudizio

Antonio Fabbri

Aveva una società a San Marino dalla quale, appropriandosene indebitamente, aveva sottratto oltre 300mila euro, registrando in contabilità fatture false in modo da trarre in inganno l’amministrazione finanziaria. Denari poi trasferiti su conti correnti in diverse banche sammarinesi e fatti transitare da un conto all’altro per poterseli riprendere. Sono stati così rinviati a giudizio madre e figlio. Quest’ultimo, Gianluca Michele Di Muro 32enne originario di Torino oggi residente a Malta, deve rispondere di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, fatture false insomma, e di appropriazione indebita di 300.164 euro. Lo stesso, assieme alla madre, Rosa D’Agnelli, 57enne originaria di Canosa di Puglia residente a Torino, deve rispondere anche di riciclaggio proprio per l’occultamento di quei denari. Secondo l’accusa formulata
dal Commissario della legge
Antonella Volpinari che ha
disposto il rinvio a giudizio
per entrambi, Di Muro, amministratore
unico della Unid
srl, società sammarinese con
sede a Borgo Maggiore, aveva registrato in contabilità fatture
per operazioni inesistenti che
avrebbero dovuto giustificare
la prestazione di servizi di elaborazione
dati, volantinaggio
e consulenza tecnica. Queste
fatture erano state emesse dalla
madre dello stesso Di Muro,
registrate in contabilità per
dare prova, di fronte all’amministrazione
finanziaria, delle
uscite di denaro.

Buona parte dei soldi, così,
era uscita dai conti della Unid
attraverso assegni bancari
che venivano poi versati da
Rosa d’Agnelli su propri conti personali come pagamento
in funzione delle fatture
fittizie che erano state messe
in contabilità. Altra parte di
trasferimento, sempre a fronte
di fatture false, era stato fatto
tramite bonifici.

Queste somme, così sottratte
al patrimonio della società,
venivano quindi ripulite e
restituite a Di Muro.

Infatti, una volta ricevuti i
fondi sottratti alla società
con l’espediente delle fatture
fasulle messe in contabilità,
la madre che aveva di fatto ricevuto
sui suoi conti i denari, li ritrasferiva al figlio tramite
bonifico a titolo di donazione
o facendo prelievi in contanti.
Una attività che, secondo
l’accusa, si è protratta fino al
12 febbraio di quest’anno.
Lo scorso 24 agosto il rinvio a
giudizio di madre e figlio.

Anche questo caso, comunque,
dà conto della modalità
“allegra” con la quale venivano,
e in certi casi ancora
vengono, utilizzare le società
sammarinesi
La data del processo è ancora
da fissare.

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