Antonio Fabbri – L’informazione: Il lato oscuro della farsa

Antonio Fabbri – L’informazione: Il lato oscuro della farsa

L’informazione di San Marino

Il lato oscuro della farsa

Antonio Fabbri

Quando capita tutto e il suo contrario, sembra di trovarsi in una
farsa. Ma la farsa una trama ce l’ha. Sempre. Il problema è lì, nella
trama. Non si spiega, altrimenti, che di fronte ad un provvedimento già
pronosticato come deleterio sulle indennità di malattia, adesso lo si
cancelli e tutti alzino le mani dicendo: “Mica l’ho approvato io. Anzi,
ero contrario”.

Non si capisce, allo stesso modo, perché nella
logica dell’eterno ritorno, la Dc guardi al Ps, ma il Psd si arrabbi
perché il servizievole Garofano – e prima o poi arriva al limite anche
l’essere servizievoli – viene scaricato da quella stessa Dc che qualche
giorno prima diceva di veder bene il ritrovato alleato socialista.
Sfugge, in altra sede, quale concetto rappresenti un dipendente di Banca
centrale, mai sospeso, che in tribunale attacca il suo datore di lavoro
con il quale, a questo punto, non potrà avere evidentemente un sereno
rapporto. Una posizione così una spiegazione la dovrebbe trovare. Se in
quel contesto, in più, ci si mette un consigliere a voler citare in
giudizio il governo che sostiene, di spiegazioni se ne dovrebbero
trovare due. Dove si voglia andare a parare quando si calcola che nel
rimpatrio dei capitali usciranno 600milioni e invece se ne andrà quasi
il doppio, ma si è aspettato che ce lo dicessero gli altri, è un
mistero. Voler poi capire perché si dichiari con nonchalance che questi
dati “sono in linea”, diventa addirittura un atto di fede. In più,
sapere che le banche sono in crisi, però godono del credito di imposta
che ricade su tutti ma gli stipendi di manager e dipendenti restano a
livelli da Federal reserve, fa il paio col dilemma di quando c’era la
bolla immobiliare e i prezzi degli alloggi non scendevano. Per forza,
poi, la nostalgia canaglia prende chi invoca l’onirica piazza
finanziaria e scatta l’aspirazione a diventare come l’isola di Man. Man
mano, però, sarebbe cosa buona e giusta anche rendere noto perché la
centrale rischi non la si istituisce, nonostante una lauta consulenza in
materia sia stata commissionata, pare, da Bcsm. Magari si fugherebbe
pure il dubbio che la centrale rischi tarda perché poi gli istituti di
credito sarebbero costretti a usare più prudenza nel coprire scoperti di
soggetti influenti che fossero, per esempio, in sofferenza con altre
banche. Buono e giusto sarebbe persino conoscere i reali beneficiari.
Pure quelli sotto al cinque per cento che restano riservati… e anche
quelli dietro a quegli altri che possiedono quote sotto il cinque per
cento. Quelli riservatissimi, cioè. Insomma, ai perché si risponde coi
farò. Quando si fa, si falla. Ma ancor più se si fa e non si trova
consenso, si ritratta: “Non c’ero e se c’ero dormivo… se ero sveglio
non ho visto, ma se ho visto… non ricordo”. Ed è così che nasce una
farsa sulla quale il sipario non si chiude mai. Fa ridere,
apparentemente. È sintomo di impaccio politico, ma è una goffaggine di
facciata che scherma l’interesse. Un replicante conflitto di interesse
che pervade ancora la quotidianità. Come quando un Segretario di Stato
ti consiglia il “suo” commercialista al posto di quello che avevi prima.
Se questo succede ancora, e succede, sta cercando di prendere il
sopravvento il lato oscuro della farsa.

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