Antonio Fabbri – L’informazione: Mazzini: Rp, non solo caffe’ ma movimentazione di milioni

Antonio Fabbri – L’informazione: Mazzini: Rp, non solo caffe’ ma movimentazione di milioni

L’informazione di San Marino

Nella seconda giornata l’attenzione focalizzata sulle transazioni passate per la srl amministrata da Baruca

Mazzini: Rp, non solo caffè ma movimentazione di milioni

Antonio Fabbri

Udienza veloce, ieri mattina, tutta incentrata sulle movimentazioni rilevate presso la Rp, società oggi in liquidazione e che figura a giudizio come persona giuridica, e sull’attività, attraverso questa di Bilijana Baruca, Claudio Podeschi, Stefanos Balafoutis, Stefanos Papadopoulos e anche Romano Lenzi, della Daste solar, altra società a giudizio. Attività contestata ai capi di imputazione 2 e 3 del decreto di rinvio a giudizio. In questi capi di imputazione l’accusa parla del riciclaggio di 2,5 milioni di euro, ritenuti frutto di attività illecita.

Il caffè
La Rp operava nell’ambito della
torrefazione e commercializzazione
del caffè. Società che, in
un determinato periodo, mirava
ad espandersi su altri mercati, in
particolare in Montenegro. Sono
tuttavia emerse incongruenze
tra i denari che risultano movimentati
e il fatturato registrato
nelle carte.

A rilevare le anomalie la deposizione
del liquidatore della Rp,
l’avvocato Maria Cristina Lonfernini,
la quale ha dichiarato di
non aver trovato, al suo ingresso
come liquidatore della società,
la documentazione. La Rp aveva
solo due dipendenti, pochissimi
contratti e come liquidatore ha
provveduto a rifondere gli ultimi
stipendi rimasti in sospeso.
Ha deposto, poi, Mirella Cola
che per un certo periodo, dal
febbraio 2011 fino al 2013,
è stata dipendente della Rp. “Seguivo
la contabilità. Per lo più
i clienti erano sammarinesi e
italiani. Rp aveva un solo conto
corrente che aveva movimentazioni
che ritengo congrue. Era
un conto assai scarno”.

Non si spiegherebbe, dunque, il
bonifico da 750 mila euro giunto
alla società e altre cifre non trovate in contabilità. Anzi, da
quanto affermato dal liquidatore,
non si sarebbe trovata proprio
buona parte di contabilità.
“La contabilità veniva tenuta in
azienda e poi dal commercialista
Aldo Geri che era periodicamente
messo a parte dell’andamento
della contabilità stessa”,
ha detto la testimone.

L’avvocato Annetta ha allora
chiesto. “Geri cosa faceva?”
“Teneva chiusure e quadrature
con l’ufficio tributario”, ha risposto
la testimone. “La contabilità
era ben tenuta, quindi?”.
“Sì”, ha risposto la teste.
“Perché – ha chiosato l’avvocato
Annetta – da quello che
abbiamo sentito prima, pare
sia sparita. Poi dove sia finita
lo scopriremo solo vivendo”, ha
commentato. Sta di fatto, che
di contabilità a giustificazione
delle transazioni consistenti che
vengono contestate, non ce n’è.
Avvocati Annetta e Pagliai
sostengono comunque che la
documentazione ci fosse, d’altra
parte gli stessi legali, già prima
del procedimento, erano in
contatto con la Rp. “Nel corso del 2013 spesso in sede ho visto
l’Avv. Pagliai e l’Avv. Annetta.
Non so cosa venissero a fare, si
incontravano nella sede della
società insieme a Baruca ed a
Podeschi. Non mi risulta che
all’epoca fosse nota l’esistenza
di procedimenti a carico di
Podeschi o di Baruca”, aveva
detto la testimone nell’audizione
in fase istruttoria che ieri ha
confermato.

Il Montenegro
C’è anche la vicenda di un
progetto in Montenegro, per
piazzare caffè e macchine negli
hotel dell’Aman Resort, operazione
del 2013.

“Può dire – è stato chiesto alla
testimone dai difensori relativamente
al bonifico da 750mila
euro a favore di Rp – che questa
transazione elevata sia legata a
questa operazione?”.

“Non potrei dirlo – ha affermato
la testimone – anche perché
la transazione è del 2011, molto
prima di questa operazione”,
che è del settembre 2013.
Anche il commercialista Aldo
Geri, pur affermando che ci
fu una attività di cessione del
know-how dell’azienda, ha tuttavia
affermato di non ricordare
di un bonifico da 750mila euro.
Il commercialista ha affermato
che i fatturati della Rp andavano
mediamente dai 500 mila
euro ad un milione, e di non
avere rilevato irregolarità se
non un finanziamento privato
di 200mila euro versato nel
2012, da lui segnalato solo dopo
l’arresto della Baruca.

“Abbiamo capito che Rp era un
impresa effettiva che però, sia
dal punto di vista delle forniture
sia da quello del fatturato, non
registrava tuttavia attività per
importi elevati”, ha sintetizzato
allora il giudice. Di importo
elevato, invece, sono le transazioni
contestate che non trovano nsomma giustificazione nella
contabilità.

Altamarea
Nell’udienza di ieri si è parlato
anche della società Altamarea,
quella dei due cittadini greci
imputati nel processo. “La
società in questione inizialmente
aveva sede presso la sede
della R.P., ma a seguito di una
ispezione della Polizia Civile
e dell’Ufficio di Igiene, venne
rilevato che la Altamarea non
poteva avere sede nei nostri
uffici. Non ricordo esattamente
la cronologia ma almeno per
un certo periodo, mi pare di
ricordare che la società abbia
avuto il domicilio presso lo studio
Geri. Mi pare di ricordare
anche che per delimitare le sedi
delle due società, Altamarea ed
RP, fosse stato fatto un muro
di cartongesso”, ha confermato
la testimone. Anche Altamarea
e Stefanos Balafoutis, che ne
era amministratore, rientrano
per l’accusa nel giro dei denari
contestato come riciclaggio per
oltre 490mila euro.

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