Antonio Fabbri – L’informazione: “Roberti mi disse che Mazzini era un barbiere di Coriano”

Antonio Fabbri – L’informazione: “Roberti mi disse che Mazzini era un barbiere di Coriano”

L’informazione di San Marino

Nella deposizione dell’ex direttore di Banca Commerciale la ricostruzione di come nacque l’anagrafica fittizia

Roberti mi disse che Mazzini era un barbiere di Coriano”

Antonio Fabbri

SAN MARINO. L’udienza di ieri del conto Mazzini, che ha chiuso il calendario di aprile, ha visto le audizioni di alcuni dipendenti di Banca Commerciale Sammarinese, tra cui anche il direttore Gilberto Canuti. La mattinata di audizioni è iniziata con la testimonianza di Linda Zafferani, la cassiera che, in una operazione, dell’aprile 2007 sul libretto denominato Uno, mise in calce un appunto importante. Nella nota di questa operazione la dipendente della banca segnalava: “II nominativo al quale è collegato il libretto è una persona fittizia. Mazzini Giuseppe non esiste. Nonostante ciò io l’operazione di addebito di 200.000 euro l’ho dovuta fare ugualmente. Io declino ogni mia responsabilità in materia legale e penale. Il prelevamento è stato effettuato dal sig. Roberti Giuseppe”. “Lo feci per tutelarmi, quando
capii che era una anagrafica fittizia
”,
ha detto ieri la testimone
in aula. Poi a parecchie domande
ha risposto di non ricordare.
L’eccezione sulla
testimonianza del direttore

A chiusura della mattinata, poi,
si è aperta una questione sulla
testimonianza di Gilberto Canuti,
il direttore di Bcs che, in
una prima fase, era pure lui tra
gli indagati del conto Mazzini.
La sua posizione è stata archiviata
quando è stato disposto
il rinvio a giudizio. Archiviata
per prescrizione, dato che la sua
attività in Bcs è durata dal 2001
al 2006.
Proprio per questa sua precedente
posizione di indagato gli
avvocati di Giuseppe Roberti,
Rossano Fabbri e Francesco
Pisciotti, hanno posto
un’eccezione sull’audizione,
affermando che lo si sarebbe
dovuto ascoltare assistito da un
legale, considerato che le sue
affermazioni avrebbero potuto
far riaprire un procedimento a
suo carico. Dello stesso avviso
anche gli avvocati Pagliai, Bacciocchi
e Menghini.
Di parere opposto, invece, sia
le parti civili che il Procuratore
del fisco, i quali hanno sottolineato
che i fatti di causa, sui
quali era chiamato a testimoniare,
avevano già trovato una
propria decisione con l’archiviazione
per prescrizione. Nulla
ostava, dunque, per l’audizione.
Il giudice Gilberto Felici, valutate
le circostanze la giurisprudenza,
ha disposto che si procedesse
con l’audizione, da un
lato avallando l’interpretazione
delle parti civili, pur ritenendo
pertinenti anche alcune osservazioni
delle difese, dall’altro
avvertendo che, qualora fossero
intervenute domande non pertinenti
o tali da porre il testimone
in una posizione di accusato, lo
avrebbe fatto presente e fermato
l’audizione. Cosa che non è tuttavia
accaduta. Si è proceduto,
quindi, con l’audizione.
Giuseppe Mazzini
il barbiere di Coriano

Le prime domande del Giudice
sono state incentrate su come
nacque l’anagrafica di Giuseppe
Mazzini, dato che risulta, dai
riscontri telematici, che venne
creata da Canuti. “Lo feci su
disposizione di Roberti che mi
disse essere una persona di sua
conoscenza. Un barbiere di
Coriano. Il referente di quella
posizione era Roberti: socio,
consigliere e poi vice presidente
della Banca
”.
Ma risultavano diversi libretti
da lei aperti con quella anagrafica
”,
è stata l’osservazione
del Giudice. “Io materialmente
non potevo aprire libretti, ma
venivano aperti alla cassa. Per
emetterli occorreva un versamento
fittizio, ecco perché il
versamento di un centesimo.
Davo disposizione ai cassieri
per l’apertura, ma a mia volta
ricevevo disposizioni da altra
persona. Per questi rapporti ho
preso disposizioni solamente da
lui. Giuseppe Roberti
”, ha detto
Canuti che ha affermato che a
gestire “materialmente i libretti
era Roberti
”.
Quando si rese conto che
l’anagrafica era fittizia?
”, hanno
chiesto le parti civili.
Mi sono reso conto che questo
personaggio era fittizio dopo
circa un anno, nel 2002
”.
Poi ha continuato a fare operazione
su questi libretti
”, ha
rilevato la parte civile.
Tecnicamente l’anagrafica con
cui era stata aperta aveva un
rilievo secondario, dato che le
disposizioni di Bcsm prevedevano
che venisse identificato chi
faceva l’operazione sul libretto.
Il collegamento anagrafico
rimaneva con il nominativo
iniziale, ma c’era l’obbligo di
identificare e collegare le operazioni
a chi portava il libretto.
Era prassi usare i libretti anche
per transazioni commerciali
”.
Le disposizioni di apertura di
quel tipo di libretti
– ha aggiunto
Canuti – le ho avute solo ed
esclusivamente da una persona:
Giuseppe Roberti”
.
Perché era lei che faceva
queste operazioni?
”, ha chiesto
ancora la parte civile.
Mi veniva richiesto da Giuseppe
Roberti. Ho sempre pensato
che si trattasse di disponibilità
di carattere familiare e personale.
Poi, in seguito, una sorta
di gestione fiduciaria di somme
del partito
”.
Quale partito?” è stato chiesto.
La Democrazia cristiana”,
è stata la risposta.
Perché la Democrazia cristiana?”,
ha chiesto l’avvocato
Gianna Burgagni, legale di
parte civile proprio per la Dc.
Perché – ha risposto Canuti
Roberti si incontrava spesso
con politici sammarinesi, persone
che venivano proprio in
istituto: Menicucci, Podeschi,
Marcucci…

Il Procuratore del fisco, Roberto
Cesarini, ha poi chiesto della
famosa annotazione sulla distinta
del 9 agosto 2005 relativa
al trasferimento di 50mila euro,
nella quale venne annotata
dallo Gilberto Canuti l’ora e il
cognome “Podeschi”.
Sì, la grafia è mia e posso
presumere che fosse una somma
destinata a un Podeschi
”, ma
ha riferito di non sapere specificare
di chi nello specifico si
potesse trattare.

Il maxi-processo riprenderà il
prossimo 3 maggio.
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