Antonio Fabbri – L’informazione: Soldi dell’usura dalla campania alla Romania utilizzando il Titano

Antonio Fabbri – L’informazione: Soldi dell’usura dalla campania alla Romania utilizzando il Titano

 L’informazione di San Marino

Soldi dell’usura dalla Campania alla Romania utilizzando il Titano

A processo 59enne di Salerno per il denaro frutto di reati che nel 2012 portarono sei persone in carcere

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Dalla piana del Sele, in Campania, i denari dell’usura arrivavano fino in Romania via Titano. E’ questa l’accusa di cui dovrà rispondere questa mattina Angelo Di Leo, 59enne di Contursi Terme in provincia di Salerno. Di Leo è accusato di riciclaggio di denari provento, appunto, di usura. I soldi sono ritenuti provento dei reati commessi appunto da Liberato Marcantuono, versati presso il Credito Sammarinese: 203.000 euro in contanti.

Questi denari vennero poi utilizzati per trasferire tramite
bonifico in Romania 200.000
euro a favore di Albino Lardo.

Secondo l’accusa i soldi per i quali si contesta il riciclaggio erano il frutto di un ampio giro di usura per il quale, in seguito ad una indagine partita nel 2010, erano finite in manette sei persone nell’agosto del 2012. L’inchiesta italiana era scattata da una segnalazione delle autorità della Romania – dove i soldi
di provenienza illecita arrivavano
a destinazione – su flussi di
denaro gestiti da alcuni italiani,tra i quali Liberato Marcantuono.


Di qui era partita l’inchiesta
della Direzione distrettuale
antimafia di Salerno che aveva
poi portato al blitz dei primi
giorni di agosto 2012.
Nei due anni di indagine erano
state monitorate e ricostruite le attività usurarie del “gruppo di
Campagna” anche attraverso
le dichiarazioni di un pentito
e le intercettazioni telefoniche.
Da queste conversazioni
sarebbe emerso il rilievo
criminale di Liberato Marcantuono
nella Piana del Sele, che
vantava rapporti anche con la
’ndrangheta calabrese e con
pregiudicati dell’area vesuviana..

Marcantuono secondo gli inquirenti aveva in Romania circa 2 milioni di euro. Almeno una parte di questi, di certo, è passata per San Marino.

Qui la
ricostruzione delle movimentazioni
è stata fatta e si è giunti
al rinvio a giudizio, anche se in
via cautelativa è stato possibile
sequestrare poco o nulla.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy