Antonio Fabbri – L’informazione: The imitation game, nelle carte anche soggetti già noti nelle vicende Fincapital

Antonio Fabbri – L’informazione: The imitation game, nelle carte anche soggetti già noti nelle vicende Fincapital

L’informazione di San Marino

The imitation game, nelle carte anche soggetti già noti nelle vicende Fincapital

Antonio Fabbri

Nell’ordinanza dell’operazione “The imitation game”, non si parla solo di arrivo sul Titano dei soldi dell’azzardo on-line, ma anche dei denari provento delle giocate nei videopoker truccati gestiti dai clan. Dall’ordinanza firmata dal Gip Elvira Tamburelli, emerge che la gestione delle macchinette illegali, da Roma in giù era tutta in capo ad un altro soggetto, già noto a San Marino per altra inchiesta, la famigerata indagine Titano della procura di Napoli. Chi gestiva e smistava il provento dei videopoker illegali distribuiti nei locali con schede elettroniche taroccate che consentivano alla malavita di lucrare sulle giocate, era Salvatore Di Puorto. In questa attività incaricato dal boss Nicola Schiavone con il quale era nato il business dei videopoker illegali. Il nome è noto sul Monte, perché Di Puorto è uno dei soggetti che bazzicavano attorno alla finanziaria Fincapital. Tanto che a lui finì la famigerata Ferrari Scaglietti, trasferita dalla Fincapital al clan casalese del quale Di Puorto fa parte.

Si traccia
così un quadro dove almeno
due finanziarie sammarinesi erano
riferimento della criminalità
organizzata, Fincapital da un
lato e Fingestus dall’altro. Non
è neppure escluso che nel giro
di assegni e nell’attività fatta in
Repubblica le due finanziarie potessero
operare in tandem. D’altra
parte è la stessa ordinanza che
individua nel principale indagato,
Luigi Tancredi, la cerniera
tra l’azzardo illegale, in particolare
on-line, e i clan di camorra e
‘ndrangheta. I soldi dell’azzardo
on-line finivano in due società
sammarinesi, una in liquidazione
volontaria, la Fingestus, e una srl
ancora operante, la Micro Immobili.
Non solo. Il principale indagato,
Tancredi appunto, al quale
è contestata pure l’aggravante
mafiosa per aver favorito i clan,
secondo la procura di Roma era
colui al quale queste due società
facevano riferimento.
Per quanto riguarda le macchinette l’ordinanza descrive
l’attività di Di Puorto che, si
diceva, sul Titano era quasi di
casa. I fatti vengono ricostruiti
attraverso le dichiarazioni di un
collaboratori di giustizia, Salvatore
Venosa. Il pentito, ritenuto
attendibile, afferma che “l’idea
di usare questo business illecito
è nata con Nicola Schiavone che
ha proposto a Di Puorto Salvatore
di comperare queste macchinette
investendo denaro (circa
300/400.000 euro) e garantendogli
la gestione esclusiva in tutti
gli esercizi commerciali dei
territori di nostro riferimento (da
Roma a scendere fino a Caserta,
passando per Scauri, Formia, Gaeta, Mondragone). La scelta
di Nicola Schiavone cadde su Di
Puorto Salvatore perché era il
fratello di Sergio che era nostro
affiliato ed aveva buone disponibilità
economiche per avere
sempre fatto il truffatore ed il
traffichino nel settore delle assicurazioni
e delle importazioni
di macchine”. Insomma, l’inchiesta
sull’azzardo illegale on-line e
i videopoker truccati, mette in
relazione soggetti della malavita
campana, ‘ndranghetisti e imprenditori
senza scrupoli, come il
principale indagato Luigi Tancredi
al quale è contestata l’aggravante
del metodo mafioso avendo
utilizzato, attraverso questa sorta
di “holding” delle giocate illegali
on-line ed elettroniche, i proventi
per finanziare i clan. Un quadro
che apre quindi ulteriormente gli
occhi su soggetti della malavita
organizzata che erano degli abitué
del Titano e delle sue finanziarie,
in un pentolone di rapporti,
intrecci, interessi non ancora
del tutto scoperchiato.

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