Antonio Fabbri, L’informazione: Una Fondazione senza patrimonio che ha fatto girare 16 milioni …

Antonio Fabbri, L’informazione: Una Fondazione senza patrimonio che ha fatto girare 16 milioni …

L’informazione di San Marino

Deposizione della dottoressa Manuela Graziani, liquidatore della Fondazione e perito per Penta immobiliare

Una Fondazione senza patrimonio che ha fatto girare 16 milioni senza uno straccio di contabilità

Antonio Fabbri

I milioni passati per la Fondazione per la promozione economica e finanziaria sammarinese, nata con un fondo di dotazione di 2000euro, ma che poi ha movimentato milioni con bonifici quasi tutti provenienti dall’estero. Milioni di euro per buona parte finiti a soggetti sammarinesi tra cui, per oltre un milione, a Claudio Podeschi tramite bonifici sul suo conto presso Bac. Per altra parte, invece, i denari dalla Fondazione erano finiti in Banca commerciale sammarinese e, come noto, spacchettati sui libretti del conto Mazzini finiti a diversi soggetti politici e non.

Niente contabilità
A ricostruire la contabilità o,
meglio, le movimentazioni
bancarie dato che di contabilità
non ne è stata trovata
nella Fondazione, il liquidatore
dell’ente, Manuela Graziani,
incaricata dal giudice Isabella
Pasini in sostituzione del precedente
liquidatore volontario,
Adriana Bego, quando scattò
la procedura concorsuale della
Fondazione.
“Le verifiche sono state fatte
presso le banche perché non è
stata rinvenuta alcuna documentazione contabile per quanto
riguarda la Fondazione”,
ha detto la testimone Graziani
rispondendo alla domanda
dell’avvocato di parte civile
Antonella Monteleone.
“Nella mia attività di liquidazione
ho chiesto la documentazione
sull’attività della
Fondazione per la promozione
economica ma non mi è stata
consegnata. Ho avuto anche
vari incontri con la dottoressa
Bego cui era sempre presente
anche Pietro Silva. A entrambi
ho fatto la stessa richiesta…
Mi è stato confermato che non
c’era nessuna documentazione.
Mi è stato risposto che la contabilità
non è mai stata tenuta e
che l’attività della Fondazione
era stata talmente limitata che
non c’era niente di scritto”.
La testimone ha evidenziato di
non aver rinvenuto alcuna documentazione
che giustificasse
la movimentazione bancaria
rinvenuta.

Bonifici ripetuti
La Graziani ha ricostruito come
ci fossero dalla Fondazione
molti e ripetuti bonifici a favore
di un soggetto politico, Claudio
Podeschi appunto, ed ha sottolineato
come questo l’abbia indotta a segnalare la cosa
all’autorità giudiziaria.
Poi, di bonifici consistenti, la
Graziani ne ha segnalati, a titolo
esemplificativo, altri due:
uno da 230mila euro a favore
di Marino Gennari e uno da
900mila a favore di Moris
Faetanini, quest’ultimo tra gli
imputati. “Questi nominativi
non si ripetono, mentre quello
di Podeschi sì”, ha riferito la testimone.

Oltre 16milioni senza giustificazione. Sulla Fondazione le domande degli avvocati Pagliai e Campagna, difensori di Podeschi, hanno voluto evidenziare che in ambito di fondazioni la normativa non fosse del tutto chiara ed esaustiva, come anche l’obbligatorietà delle scritture contabili non sarebbe stata così tassativa. Permane tuttavia la totale assenza di documentazione sulle imponenti transazioni passate per la Fondazione per la promozione economica e finanziaria, amministrata da Pietro Silva e che gli inquirenti ritengono riconducibile a Claudio Podeschi. Insomma una Fondazione praticamente senza patrimonio per la quale sono girati, secondo il capo di imputazione, almeno 16.193.150,73 euro senza alcuna giustificazione.

Penta immobiliare
Poi Penta immobiliare. La dottoressa
Manuela Graziani ha
deposto anche come consulente
d’ufficio per il caso di Penta
Immobiliare, la società della
quale avevano quote Giuseppe
Roberti e Luigi Moretti. Secondo
l’accusa, sulla base di
una scrittura segreta, sarebbero
stati soci della Penta anche Pier
Marino Mularoni e Pier Marino
Menicucci. L’avvocato Maria
Selva ha dal canto suo puntato
a verificare se il nome di Menicucci
nel tempo sia mai apparso
tra quelli dei soci di Penta. “Il
nome di Menicucci non appare
tra i soci della Penta”, ha affermato
la dottoressa Graziani. Attraverso
Penta, sempre secondo
l’accusa, i due uomini politici
hanno tuttavia ottenuto due immobili:
a Bologna, Mularoni, e
a Urbino, Menicucci.

Gli immobili pagati
col conto finanziamento soci

In sostanza gli immobili erano della Penta. Da questa erano
stati trasferiti ai due uomini
politici, ma non risulta pagamento
di prezzo. Prezzo di
queste operazioni che, invece,
è stato contabilizzato nel conto
finanziamento soci. Quella voce
del bilancio, cioè, che prevede
i crediti dei soci nei confronti
della società. Una anomalia.
I legali di Mularoni e Menicucci,
hanno tuttavia rilevato come
possa esserci stato, per esempio,
un pagamento in contanti
del prezzo dell’immobile direttamente
a uno dei soci e questo
pagamento possa essere andato
in compensazione col credito
del lo stesso socio verso la Penta,
appunto imputato sul fondo
finanziamento soci. Si spiegherebbe
così la coincidenza tra il
prezzo degli immobili e l’imputazione
sul conto soci. Una
ricostruzione che la testimone
ha detto essere plausibile.

Le false comunicazioni
Per Giuseppe Moretti, accusato
assieme a Roberti di false
comunicazioni sociali per le
anomalie nei bilanci e nelle
note ai bilanci, gli avvocati Alberto
Selva e Francesco Mazza
Selva hanno, con le domande
alla testimone, fatto rilevare
che il suo ingresso come amministratore
di Penta avvenne nel
novembre 2012, mentre le irregolarità
contestate risalgono al
periodo precedente. Chiesto anche
se queste anomalie abbiano
causato danno a terzi, tra cui lo
stato: “No”, è stata la risposta

Occultamento
Dalla contabilità sono emersi
immobili imputati più volte
utilizzando due tipologie di
operazioni contabili. Il liquidatore
ha anche evidenziato le
operazioni dalla quali si evince
che vi sia stato un occultamento
di somme.
Insomma, tra Fondazione e
Penta di milioni ne sono stati
riciclati parecchi secondo l’accusa.
Le difese hanno invece
puntato a fare emergere la
plausibilità e regolarità delle
transazioni.

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