Antonio Fabbri – Operazione Pecunia olet, riciclaggio per milioni di euro passava per il Titano

Antonio Fabbri – Operazione Pecunia olet, riciclaggio per milioni di euro passava per il Titano

L’informazione di San Marino

Determinante la collaborazione dell’Autorità giudiziaria sammarinese per ricostruire il flusso

Operazione Pecunia olet, riciclaggio per milioni di euro passava per il Titano

Antonio Fabbri 

 

SAN MARINO. L’operazione “Pecunia Olet” ha consentito di ricostruire minuziosamente l’attività di “pulizia di denaro sporco” (denaro proveniente da reati tributari e fallimentari commessi da un gruppo criminale) e di procedere, ieri, al sequestro, tra Italia e Svizzera, di beni e liquidità per un ammontare di circa 10 milioni di euro.

La genesi dell’operazione L’associazione per delinquere era già stata disarticolata nel 2014, quando nell’ambito dell’operazione denominata “Mercato Libero”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, erano stati tratti in arresto 9 soggetti, alcuni dei quali ritenuti contigui a cosche della ‘ndrangheta calabrese. Nonostante gli intervenuti arresti, i militari della Guardia di
Finanza del Nucleo di Polizia tributaria di Brescia, unitamente al personale della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Brescia hanno continuato l’indagine, riuscendo ad individuare la destinazione finale dei flussi finanziari oggetto dell’attività di riciclaggio attraverso specifici accertamenti bancari sviluppatisi sul territorio nazionale e all’estero per il tramite di attività rogatoriali.

Gli sviluppi investigativi Tali sviluppi investigativi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bergamo, hanno dato origine all’operazione “Pecunia Olet”, così denominata in quanto il denaro trasferito lasciava, nei vari passaggi, il proprio “odore”, la propria “scia”. 

Gli indagati, probabilmente confidando nel famoso “segreto bancario” svizzero e sammarinese (ormai venuto meno) e nell’utilizzo di società offshore, si sentivano al riparo da qualsiasi eventuale provvedimento della giustizia italiana.

L’attività di riciclaggio Più nel dettaglio, l’attività di riciclaggio era governata da una donna di origine bergamasca, di 41 anni, Isabella Sirani, imprenditrice operante nel settore dell’edilizia e attualmente residente in Svizzera La donna, con l’ausilio dei propri familiari, aveva provveduto a “svuotare” le società edili (società gestite dal sodalizio criminale e intestate a prestanome) delle risorse finanziarie attraverso trasferimenti bancari da conti italiani, verso conti svizzeri, sammarinesi e di Singapore. Tali conti esteri erano intestati a società offshore (scatole vuote formalmente
aventi sede a Panama, British Virgin Islands, Marshall Islands) gestite a loro volta da società fiduciarie svizzere. Dietro i predetti schermi vi erano gli indagati, quali titolari effettivi delle operazioni e dei rapporti finanziari.

Lo schema della lavatrice Lo schema realizzato dalla Guardia di Finanza di Brescia (articolo sotto) rappresenta la “lavatrice”. E i vari cicli di “lavaggio” del denaro sporco realizzato attraverso diversi
filtri.

“Nei passaggi di denaro attraverso San Marino si realizzava uno programma di lavaggio con cinque filtri. Il primo, appunto, il trasferimento in paese estero. Il secondo, una società fiduciaria. Poi da quei conti intestati alla fiduciaria il denaro veniva prelevato in contanti e attraverso altri conti veniva riversato su conti svizzeri. A quel punto, dalla svizzera veniva trasferito alle isole tramite conti correnti intestati a una finanziaria elvetica. Dalle Marshall ritornavano in svizzera nel “magazzino delle mele”, conti correnti intestati agli indagati che, appunto, nelle intercettazioni li definivano con
questo linguaggio criptico”.

Descrive così lo schema il Tenente Colonnello Marco Thione che sottolinea l’importanza dell’operazione.

Sequestro senza precedenti “Questo sequestro effettuato in Svizzera, circostanza che non ha precedenti, è stato possibile grazie alla collaborazione internazionale che è molto migliorata. E’ stata determinante la collaborazione con San Marino, perché è stata proprio l’Autorità giudiziaria di San Marino a individuare quale ulteriore destinazione proprio la Svizzera. Il risultato ottenuto è dunque il frutto del miglioramento degli strumenti di cooperazione che sono grandemente migliorati”, ha rilevato il Tenente Colonnello Thione.

 

CONGELATO IL MAGAZZINO DELLE MELE IN SVIZZERA

L’operazione “Pecunia Olet” (vedi sopra) ha portato ad un sequestro senza precedenti, in Svizzera. La mela stilizzata nello schema è spiegabile per il fatto che il fiduciario elvetico Parlando telefonicamente con gli indagati italiani delle movimentazioni di denaro “da ripulire”, utilizzava l’espressione criptica “magazzino di mele”, per indicare i conti correnti svizzeri, destinazione ultima del riciclaggio.

                                                                                     Risultati immagini per pecunia olet mela

Ieri i militari della Guardia di Finanza, unitamente al personale della Polizia di Stato-Squadra mobile di Brescia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bergamo, hanno proceduto al sequestro di di immobili  e quote societarie sul territorio nazionale. Contestualmente, il Tribunale Federale di Berna, su richiesta rogatoriale inoltrata dall’Autorità giudiziaria bergamasca, ha dato esecuzione a due provvedimenti di sequestro per equivalente e “sproporzione”, emessi dallUfficio G.I.P. del Tribunale di Bergamo, per alcuni milioni di euro. 

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