Aperta la caccia a San Marino, Apas: “Pratica anacronistica, dannosa e crudele”

Aperta la caccia a San Marino, Apas: “Pratica anacronistica, dannosa e crudele”

Il calendario venatorio si è aperto il primo settembre

“Domenica 1 Settembre i fucili dei cacciatori hanno ricominciato a farsi sentire in modo ininterrotto dalle 6.30 del mattino sino alle 19, come diversi cittadini hanno fortemente lamentato”.

Lo segnala l’Apas, che aggiunge: “Sarà così a San Marino sino al 10 Febbraio, mentre in tutta la penisola italiana sino al 31 Gennaio 2025. Non vi è tregua per la fauna selvatica e per gli uccelli migratori e acquatici, i calendari venatori di San Marino, così come quelli delle varie regioni italiane se ne fregano della siccità, degli incendi, della sottrazione degli habitat a causa della cementificazione e delle pratiche agricole, nulla conta, importante è sparare, togliere la vita a quei pochi uccelli e mammiferi sopravvissuti ad avversità e stenti”.

“Il calendario venatorio sammarinese – aggiunge Apas – rincara la dose in peggio rispetto alla vicina Italia, poiché da sempre si cacciano nel nostro territorio specie protette e strettamente protette a livello europeo, come fringuello, pispola, frosone e verdone, ciò in barba alla Direttiva 2009/147 che ne stabilisce le regole per la protezione, la conservazione e la gestione. La stessa tortora selvatica (Streptopelia turtur) che purtroppo ormai in tutta Europa gode di un cattivo stato di conservazione, a causa del drastico calo, viene cacciata senza alcuna remora dai nostrani imbracciatori di fucile, a partire dal primo giorno di caccia sino al 30 dicembre.
Molto peggio andrà per il comune piccione, da qualche anno inserito nei calendari venatori della penisola, che a San Marino sarà oggetto di caccia addirittura dal 1 Settembre al 10 Febbraio 2025. Stiano quindi all’erta gli allevatori di colombi, perché nemmeno il piumaggio variegato chiaro o addirittura bianco potrà salvare i loro piccioni dal mirino degli avidi sparatori.
Magra consolazione per noi amanti della natura e degli animali sapere che il “prelievo” dovrà avvenire secondo quantità misurate (art 7 c.v.) la cosa non ci tranquillizza affatto, per una serie di comprensibili ragioni, ultima fra queste l’impossibilità logistica ad effettuare i controlli capillari dei carnieri da parte degli Operatori di vigilanza, che per essere efficaci dovrebbero essere molto più numerosi ed avere il dono dell’ubiquità!”

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