Applausi a scena aperta e standing ovation per il Piccolo Teatro Martelli e Stefano Palmucci

Applausi a scena aperta e standing ovation per il Piccolo Teatro Martelli e Stefano Palmucci

La Voce di Romagna, lunedì 10 dicembre 2012

Applausi a scena aperta e standing ovation per il Piccolo Teatro
Martelli e Stefano Palmucci alla prima di ‘Tol in te sach, Giulio’

Viva San Marino, Viva la libertà

L’epilogo. Monsignor Enriquez
dispensa perle di saggezza sempre valide.

Diego Angeloni

Domenica 2 dicembre mentre in Italia si aspettavano i risultati del secondo turno delle “primarie” del Partito Democratico; io tranquillo per il risultato che ne sarebbe scaturito, nonostante la pioggia e il freddo non sono potuto mancare alla prima di “Tol in te sach, Giulio” un copione scritto da “messer” Stefano Palmucci commediografo in San Marino.

Appena l’auto ha superato il confine fra i due Stati comincio a respirare a pieni polmoni, quasi si fosse in alta montagna, aria nuova, un aria meno pesante di quella che avvolge l’Italia della crisi economica. Il teatro di Città a San Marino è illuminato e sembra il faro della Romagna, all’interno è gremito in ogni ordine di posti da un pubblico attento e qualificato che è pronto a seguire con religiosa attenzione. La scenografia è meravigliosa, curata da Antonio Gasperoni (Gasperoni Arredamenti), riproduce due ambienti, Palazzo Valloni e Palazzo Pubblico, pronti a prendere vita alternativamente grazie ad un gioco di luci molto efficace che ha dato dinamicità anche alle scene di maggior tensione emotiva. Le pitture di scena, curate dall’artista Omar Paolucci, hanno trasportato emotivamente il pubblico negli ambienti reali.

Un prolungato applauso al solo accendersi delle luci ha testimoniato il particolare apprezzamento della scena da parte di tutto il pubblico. I costumi della sartoria teatrale “Alberani” di Bologna sono stati particolarmente efficaci e perfettamente funzionali all’ambientazione della commedia; uno sforzo  economico importante ben ripagato dal risultato scenico. Particolarmente azzeccati quelli del cardinale, del vescovo, della badessa e dell’armigero, così come quelli dei numerosi gentiluomini, uno più bello, appropriato, vario e variopinto dell’altro.

Il primo atto è partito in sordina, poi con lo svolgersi dell’azione e il dipanarsi della vicenda, è cresciuto in modo esponenziale il coinvolgimento del pubblico. Risate, applausi scroscianti a scena aperta anche, cosa del tutto inconsueta, per scene non particolarmente comiche che evidenziavano solo grande arguzia e capacità recitativa. Il coinvolgimento ha raggiunto l’apice quando sono state toccate le corde più care ai sammarinesi, nel momento in cui i Consiglieri del tempo hanno brindato al recupero del loro bene più caro, la libertà, al grido di viva San Marino, viva la libertà.

Accanto a me ho visto scendere qualche lacrima, ma è il bello del teatro è questo, scavare nel profondo per far emergere le emozioni più vere. Tra le “performance” degli attori merita una particolare menzione quella maiuscola di Augusto Casali nelle vesti del protagonista Cardinale Giulio Alberoni, qualcuno accanto a me entusiasmato dalla verosimiglianza si è lasciato sfuggire: “data la freschissima nomina di Mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino – Montefeltro all’arcidiocesi di Ferrara Comacchio, con questa prova Casali si pone come il più serio candidato a sostituirlo!”.

Impeccabile e puntuale Nello Casali, sia nella parte del fido segretario del Cardinal Alberoni, che in quella di Monsignor Enriquez. Entrambi perfetti ed efficaci, senza sbavature, in parti lunghe, impegnative e variegate, dove alle difficoltà ordinarie si aggiungeva quella della lingua del tempo, aulica e forbita.

Bravo l’autore Stefano Palmucci anche nelle vesti del “pruriginoso” Commissario Almerighi, ed anche la “pulzella” che gli resiste, la promettentissima Merilisa Di Noia. Tra i consiglieri si sono distinti per capacità recitative Enea Zani e Cesare Casali, entrambi al rientro nell’attività filodrammatica dopo un lungo periodo di assenza.

Molto apprezzato l’epilogo, dove si tirano un po’ le somme della vicenda e monsignor Enriquez dispensa ai consiglieri del tempo perle di saggezza sull’uso e abuso della libertà, che restano valide in ogni tempo, soprattutto quello attuale. Il colpo di scena finale, con l’autore che spogliandosi del personaggio e rientrando nelle proprie vesti commenta e racconta il destino di ciascun personaggio, è stato particolarmente sentito e apprezzato dal pubblico, che non ha mancato di applaudire a lungo in piedi e con ovazioni, e richiamando più volte in scena gli attori a prendersi i meritati applausi.

All’uscita dal teatro una lieve coltre di neve appena scena ha reso ancor più suggestivo il rientro nelle proprie case degli spettatori, ed ha condito, come il cacio sui maccheroni, una magica serata che sarà ricordata a lungo. Se vogliamo proprio voler trovare una nota stonata dobbiamo evidenziare una qualche sbavatura nella distribuzione dell’impianto luci, più che comprensibile e giustificabile, se si pensa che i tecnici della filodrammatica hanno avuto a disposizione l’uso del teatro solo nell’imminenza della rappresentazione. Rimarrà anche per me una serata indimenticabile. Viva la Repubblica di San Marino e la Libertà!

Diego Angeloni

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