Aristotele e la politica sammarinese. Domenico Gasperoni

Aristotele e la politica sammarinese. Domenico Gasperoni

ARISTOTELE E LA POLITICA SAMMARINESE

Osservando attentamente le vicende della politica sammarinese di questi ultimi tempi, vedo scorrere davanti agli occhi un patetico banner che mi invita a: non sparare sulla Croce rossa!
Oggi come non mai,l’ attualità racconta di potenti cannonate che si abbattono contro il Palazzo. I cittadini di ogni livello e appartenenza, sui giornali, nelle discussione al bar, dovunque si parli di cosa pubblica, si scagliano contro il mondo politico,con rabbia,disprezzo e scoramento. Mi ricordano,nei film storici,quei furiosi che cercavano, con la testa di ariete, di sfondare la porta della fortezza medievale. L’altro giorno, mentre facevo il nonno- sitter in un parco,ho intercettato le parole di un pensionato che, atterrito per il futuro della sua pensione, era intenzionato a tirare fuori un suo vecchio schioppo!
Pur resettando alcune venature qualunquistiche ed esasperate presenti in questi atteggiamenti, come altre volte ho scritto, c’è da prendere atto di un fallimento del mondo politico sammarinese degli ultimi decenni. Non voglio tuttavia sposare le tesi più estreme che ritengono gli uomini politici (non tutti) incapaci,privi di senso dello Stato, corrotti.
Vorrei cercare più in profondità le ragioni del fallimento. Aristotele ha scritto nell’ “Etica Nicomachea”: “ il vero uomo politico è colui che vuole rendere i cittadini persone dabbene e sottomessi alle leggi”. Se proviamo a valutare le nostre classi dirigenti sul metro etico culturale aristotelico,credo si possano rintracciare pochi “veri uomini politici”. Noi abbiamo preferito allevare i furbi, i politicanti, i bravi giocolieri di campagne elettorali, i campioni in promesse preelettorali capaci di occupare i primi posti nelle liste degli eletti. Coloro che hanno tentato di rendere i cittadini “persone per bene”, coloro che si sono presentati come fautori ed “educatori di legalità”,sono stati confinati nelle zone grigie delle graduatorie; qualcuno si è trovato, al massimo, fra i primi dei non eletti.
Il risultato di queste preferenze? Pessimo. Pazienza,se la politica non è riuscita a sottomettere alle leggi alcuni cittadini. Pazienza, se qualcuno fra di noi non può essere considerato “persona dabbene”. Ma ciò che nessuno poteva mai immaginare e temere- nemmeno il grande Aristotele- è che una classe dirigente non abbia impedito che l’intero nostro Stato sia oggi percepito come un paese dell’ illegalità. Come un paese “non sottomesso alle leggi”. Quelle internazionali, quelli convenzionali bilaterali,quelle interne che sovrintendono alla vita democratica,come l’equità fiscale, la gestione legale e imparziale della pubblica amministrazione, l’utilizzo sociale del territorio, l’economia sana, ecc.
Su un’altra cosa, il saggio Aristotele non aveva visto del tutto giusto. I cittadini possono essere persone “dabbene” anche senza l’aiuto della classe politica. Esiste un meccanismo immunitario di auto protezione,a livello genetico della democrazia. Per fortuna la nostra democrazia ha permesso alla maggioranza dei sammarinesi di essere dei galantuomini,rispettosi delle leggi. Ma va ricordato che il sistema di auto protezione scade, come lo yogurt e deve essere ricaricato con nuove energie. Con veri uomini politici. Ricercati ed eletti. Noi cittadini, nella prossima scadenza elettorale (vicina o lontana che sia),abbiamo l’occasione di mettere finalmente quel ricercatissimo tappo sulla fuoriuscita della marea nera dell’illegalità, che da tempo ci sta inquinando. Se continueremo a premiare i cattivi maestri, anche la serietà della maggioranza dei sammarinesi non sarà sufficiente a garantire il futuro del nostro Stato.

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