Arresto di Gatti, Corriere della Sera: Da re di San Marino al carcere Così si chiude l’epoca di Gatti

Arresto di Gatti, Corriere della Sera: Da re di San Marino al carcere Così si chiude l’epoca di Gatti

Corriere della Sera

Da re di San Marino al carcere Così si chiude l’epoca di Gatti 

 Mario Gerevini

«Tangenti e corruzione». Arrestato l’uomo più potente del Titano. L’unico detenuto L’ex ministro degli Esteri è il solo «ospite» dell’unico carcere del piccolo Stato
Si chiude un’epoca a San Marino. Qualcuno lo dice apertamente, come il ministro dell’Industria Marco Arzilli, quasi tutti lo pensano. Ma non fa differenza, da ieri è proprio così. Hanno arrestato Gabriele Gatti, colpo di coda di quella inchiesta della procura sammarinese che partendo dai libretti al portatore intestati a un titolare fittizio (Giuseppe Mazzini) ha scoperchiato una tangentopoli.
Per molti Gatti, 62 anni, laurea in lettere, è un perfetto sconosciuto ma nel paesone-Stato in terra di Romagna incarna il potere, quello vero, che si sente ma non si vede. Era considerato, con i dovuti distinguo e proporzioni, l’Andreotti del Titano. Trent’anni di politica, per 16 anni ministro degli Esteri e delle finanze, uomo forte della Dc locale che ha governato a lungo. Ora è l’unico «ospite» dell’unico carcere del piccolo Stato, il carcere dei Cappuccini che occupa un’ala del convento. Le accuse a carico di Gatti vanno dal riciclaggio di tangenti alla corruzione, al voto di scambio. Le indagini sono state coordinate dal commissario della Legge (il capo della Procura) Alberto Buriani, secondo il quale Gatti avrebbe tenuto una condotta illecita dal 1999 fino a tutto il 2015. 

 

Due date che racchiudono gli anni di massimo sviluppo dell’economia sammarinese e poi il crollo. Ma era uno sviluppo drogato dal riciclaggio e dal «nero» italiano che transitava per molte banche e finanziarie. A un certo punto nello staterello da 33 mila abitanti erano 12 le banche e oltre 60 le finanziarie autorizzate dalla Banca centrale. Una bolla destinata a esplodere. Infatti le inchieste giudiziarie della procura di Forlì, la caccia del fisco italiano ai furbetti (evasori) di San Marino e la stretta internazionale sui paradisi fiscali hanno tagliato le gambe alla prima industria sammarinese. 

 

Una delle accuse mosse a Gatti è di aver lucrato sulle licenze per aprire le banche, in sostanza aver intascato tangenti pilotando l’assegnazione di un bene pubblico. 

 

Tra gli episodi contestati vi è anche una vecchia speculazione da qualche decina di miliardi di lire sui terreni dove poi fu costruito il Centro servizi che ospita anche il Tribunale Unico di San Marino. In tutti i casi, comunque, si tratta di ipotesi investigative che dovranno essere dimostrate. 

 

Per gli inquirenti Gatti faceva parte di una sorta di cupola di politici affaristi tra cui l’ex ministro democristiano Claudio Podeschi, ora sotto processo per accuse simili. 

Chi è 

 

Gabriele Gatti, 62 anni, è nato a San Marino. Negli ultimi 30 anni è stato leader della Democrazia cristiana sammarinese (partito attualmente di maggioranza nel governo del Titano) nonché ministro degli Esteri per diversi mandati. Nella sua lunga carriera ha fatto entrare San Marino nell’Osce, nella Fao, nell’Onu e nel Consiglio d’Europa, nel Fondo Monetario Internazionale e nello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale 

 

Ma perché il potentissimo Gatti è stato arrestato proprio adesso? Una volta chiusa la carriera politica da Capitano reggente, cioè capo dello Stato, Gatti dal 2012 si è dato alla consulenza. Ma sceso dalle poltrone istituzionali, continuava a esercitare il potere, oltre i confini della legge secondo i magistrati. Per esempio nel tentativo di delegittimare la magistratura che stava smontando pezzo per pezzo quel «sistema» politico-affaristico di cui Gatti era parte, secondo l’accusa. 

 

Uno degli episodi contestati è infatti recentissimo e riguarda la presunta creazione di prove false a discredito degli inquirenti. Depositate in tribunale vi sarebbero alcune registrazioni di conversazioni in cui si parla di come gettare discredito sui magistrati e sull’indagine. Una di queste registrazioni sarebbe stata spedita ai magistrati in forma anonima ma vagliata e ritenuta attendibile. 

 

Così gli arresti per quello che è ancora considerato l’uomo più potente di San Marino, sono scattati ieri mattina e l’ex ministro degli Esteri, ex capo dello Stato, ex leader della Dc, partito tuttora di maggioranza relativa, è sceso da una Panda gialla e ha fatto il check-in ai Cappuccini. Lì dentro sono passati nell’ultimo anno altri ministri e dirigenti politici. 

 

Lunedì infatti parte il processo Mazzini con 27 imputati, tra cui 8 ex ministri, che dovranno rispondere di riciclaggio, corruzione e associazione a delinquere. 

 

Il « Conto Mazzini » era un’anagrafica fittizia, gestita da un dirigente della Banca Commerciale sammarinese, che veniva utilizzata per aprire libretti al portatore ( « Ciao ciao», «Arrivederci» ecc.) su cui venivano versati i soldi delle mazzette. Tangenti per le licenze bancarie, per quelle delle telecomunicazioni, dei giochi o nel settore immobiliare. Ora a San Marino le cose sono davvero cambiate. Ma sulla proprietà delle banche e delle finanziarie, ad esempio, la nebbia è ancora molto fitta. 

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