Arresto Frisoni: tuteliamo le istituzioni

Arresto Frisoni: tuteliamo le istituzioni

Mirella
Frisoni è stata arrestata. Stupore nel Paese per l’ennesimo
arresto eccellente legato al riciclaggio, anche questa volta con
numeri da capogiro. 15 milioni di €, la cifra che le viene
imputata, che si sommano ad un numero impressionante di immobili a
lei intestati (pare ben sopra i 200) e a qualcosa come 12 licenze.

Nel turbinio di
notizie, processi ed arresti che ha travolto la classe dirigente
sammarinese, Mirella Frisoni non parrebbe che una delle tante pedine
di un gioco malato che ha gettato montagne di fango sul buon nome
della Repubblica. Ma Mirella Frisoni non è una delle tante.

Mirella Frisoni,
checché ne dica il buon Francesco Morganti, attuale Presidente del
PSD costretto dal ruolo a fare certe affermazioni, non era
un’aderente qualunque di quel Partito, che non è nato dal nulla ma
che ha raccolto persone ed eredità ideologica del Ppds in cui la
Frisoni era Segretario Amministrativo, candidata nel 1998 e per il
quale ha ricoperto il ruolo di Segretario Particolare alla corte
dell’attuale Segretario di Stato alle Finanze, Claudio Felici. Nel
2006, quando il PSD, come ha ricordato il buon Morganti, aveva appena
un anno di vita, la Frisoni pare abbia raggiunto il picco di immobili
intestati, ben 274.

Su questa strana
serie di coincidenze si innesta la domanda che viene ormai riproposta
ad ogni arresto: Mirella Frisoni sarebbe mai riuscita a fare quello
che le viene contestato senza una copertura politica?

Non solo. Le
registrazioni che abbiamo tutti potuto ascoltare, in cui la Frisoni
parla con un altro indagato, Giuseppe Roberti, dei soldi delle
tangenti che avrebbe contribuito a ripulire, chiamano in causa
nientepopodimenoche lo stesso Claudio Felici. Anche Claudio Felici è
un aderente qualunque del PSD?

L’attuale
Segretario di Stato alle Finanze, interrogato sulle voci che
vorrebbero in arrivo un avviso di garanzia per lui durante il
Question Time della trasmissione Palazzo Pubblico di San Marino RTV,
ha risposto dicendo che è a disposizione della Magistratura per
qualunque chiarimento. Ora: noi non sappiamo se la Frisoni risulterà
effettivamente colpevole dei reati che le vengono ascritti. Non
sappiamo neppure se quello che lei e Roberti hanno sostenuto nelle
registrazioni, relativamente alle responsabilità di Claudio Felici,
sarà confermato. Noi non lo sappiamo, certo, ma Claudio Felici
sicuramente lo sa.

Se venisse fuori il
coinvolgimento del Segretario di Stato alle Finanze in carica in un
giro di tangenti di questo tipo, sarebbe l’ennesimo, devastante
colpo alla reputazione della Repubblica di San Marino, che farebbe il
giro del mondo in poche ore. Un colpo che metterebbe in crisi ogni
velleità di sviluppo, contribuendo a scoraggiare eventuali
imprenditori seri che intendessero avvicinarsi al nostro Paese dopo
l’uscita dalla Black List.

Un colpo che quindi
è compito di tutti, in particolare delle persone coinvolte, cercare
di evitare in tutti i modi. Anche arrivando a dimettersi per potersi
difendere dalle accuse con più libertà e senza rischiare di tirare
nel fango la stessa Istituzione.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy