Badantigate a San Marino, “condanna esemplare per chi nutriva il mostro”

Badantigate a San Marino, “condanna esemplare per chi nutriva il mostro”

Riceviamo e pubblichiamo il nuovo intervento di Barbara Bartolini sul “caso badanti” scoppiato anni fa nella Repubblica di San Marino.

“Il Comitato trattò questo argomento  come corollario nel corso della prima conferenza stampa, nel giugno del 2018. A scoprire questo fenomeno fu un ex membro del comitato, il signor J. P. M., ora defunto. Il signor M era, ai tempi dei fatti che sono a narrare, affetto da malattia severa, per cui accadeva spesso che venisse ricoverato.

Avendo egli avuto ’sentore’ di episodi di meretricio in corsia, volle verificare personalmente se questo abominio avesse un minimo fondamento nel reale. Una sera intorno alle 20 approcciò una operatrice e, senza girarci troppo attorno, le palesò che la lunga degenza  aveva fatto sorgere in lui, uomo ancor giovane, alcuni appetiti fisiologici, e che – laddove fosse stato possibile e realizzabile – avrebbe incontrato volentieri una signora per placarli.

L’operatrice, senza scomporsi, si allontanò e tornò prestamente con un bigliettino con stampato un numero telefonico… Verso le 23 la signora giunse… M., con una scusa, rifiutò di consumare, saldò comunque alla signora il compenso stabilito e la congedò.

Tutto ciò venne documentato dal signor M. e il materiale raccolto venne immediatamente consegnato (con il massimo sgomento possibile e sommo imbarazzo) al Commissario Inquirente dell’epoca, dottor Morsiani. La consegna venne effettuata dal Presidente di #Rispetto&Dignità, Alba Montanari, e dallo stesso J. P. M., che fu in grado di rappresentare i fatti documentati allo stesso Inquirente. Fatti che riportammo  anche in conferenza… non c’è molto altro da aggiungere…

Verrebbe da dire: ‘… e con questa … Sipario!’. Vorrei condividere con voi che leggete qualche riflessione…  Ciò che stupì e colpì dapprima il signor M., poi noi del Comitato fu l’atteggiamento di estrema naturalezza con cui l’operatrice fornì il contatto della signora dedita al meretricio…  Come se fosse una cosa consueta, ordinaria… Questo è agghiacciante …

Ci si sarebbe attesi una gamma di reazioni, dallo stupore allo sdegno… Ci si sarebbe altresì attesi che l’operatrice avesse risposto: ‘Caro amico , quando sei entrato, fuori dalla porta principale, l’insegna cosa diceva? Diceva Ospedale di Stato o Lupanare di Stato?’

Invece no… Il cartoncino con il numero della signora! Ciò sgomenta e fa riflettere…

Oltre a questo episodio, M. ne presentò altri, avvenuti sia nelle corsie che nei parcheggi multipiano dell’ospedale. Noi del Comitato apprendemmo  anche che un paio di signore praticavano assiduamente l’attività di assistenti ospedaliere, benché afflitte da sifilide in stadio avanzato.

Questi contenuti vennero rappresentati anche al segretario Sanità della scorsa legislatura, che ci liquidò in modo volgare e insolente. Chi si affaccia allo spaccato prostituzione in badantigate (il ‘romanzo nel romanzo’ di questa vergogna), si affaccia sull’orlo dell’abisso e si rende conto quali profondità abissali possa raggiungere il gorgo della avidità  e della amoralità di chi ha fame di profitto e non si arresta innanzi a nulla, pur di realizzarne sempre di più.

Resta solo da dire che confidiamo che vengano inflitte pene esemplari non solo a caporale e luogotenente, ma anche e soprattutto a coloro che – vestendo una divisa e/ o occupando ruoli sensibili all’interno dell’Ospedale  – ogni giorno, tutti i giorni, per decenni, hanno dato la pelle dei nostri  fragili in pasto al mostro.

Come mi è capitato di affermare in altri contesti, se il mostro ha mangiato per anni, significa che qualcuno gli apriva le porte e gli riempiva ogni giorno l’ampia mangiatoia.

Nei confronti di coloro nutrivano il mostro, pagati da noi contribuenti, dovrebbe essere inflitta una condanna esemplare”.

Barbara Bartolini

 

Clicca qui per leggere l’intervento precedente sul tema delle badanti

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