Il dr. Renato Clarizia, nominato oggi Presidente della Banca Centrale della Repubblica di San Marino, si darà da fare per verificare se ci sono, in via del Voltone, scheletri negli armadi?
Il suo – fugace – predecessore, dr. Ezio Paolo Greggia, disse di non averne trovati. Non si sa se per il poco tempo avuto a disposizione o per altro.
Di fatto ce n’è almeno uno, di scheletri in quegli armadi, ed ingombrante: quello della ex Banca del Titano, ora Smib
(S.M. International Bank), tornata, fra l’altro, di attualità in quanto
posseduta un tempo al 90% dalla Smi, su cui sta indagando la Procura di Roma, in collaborazione col Tribunale di San
Marino.
I presidenti di Banca Centrale non possono non sapere di
Banca del Titano. Uno scandalo colossale che il sistema di giustizia sammarinese di fatto continua ad
ignorare, se non per un risvolto marginale, quello relativo alle responsabilità del direttore dell’istituto, dr. Adriano Pace.
L’atto base di quella vicenda che pesa sull’erario sammarinese forse per oltre 16 milioni di euro, è stato firmato il 25 ottobre 2007 da un predecessore di Clarizia, il dr. Antonio Valentini. Atto in cui si assicura, fra l’altro, l’immunità giudiziaria (proprio col concorso di Banca Centrale, organo di vigilanza!) ai responsabili – anonimi – dell’ammanco, come anonimi erano e sono i beneficiari dell’atto.