Banca di San Marino resiste allo scudo

Banca di San Marino resiste allo scudo

Lo scudo ha inciso sulle banche
sammarinesi portandosi via quasi 5 miliardi di euro, oltre il 36%
della raccolta totale. Ma per Banca di San Marino “l’incidenza e’
stata minore (14%)” grazie alla “sua caratteristica di avere in
prevalenza clientela sammarinese”.
Lo specifica il direttore
dell’istituto, Vincenzo Tagliaferro, in una lettera inviata al
direttore del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, per chiarire
un suo intervento pubblicato il 4 maggio scorso, nell’articolo
“Il nuovo scudo non e’ piaciuto agli evasori”. In particolare, il
breve virgolettato di Tagliaferro spiega gli effetti dello scudo
sulle banche sammarinesi, ma il direttore ritiene opportuno un
ulteriore chiarimento: “Banca di San Marino e’ una banca di
credito cooperativo costituita nel 1920 e da sempre
caratterizzata da una fortissima presenza di clientela
sammarinese”. Con la manovra del rientro dei capitali, “la
Repubblica di San Marino ha scudato oltre 5 miliardi di euro,
riferibili a uno stock di raccolta totale, effettuata in oltre
170 anni”, ovvero a quando risale la fondazione della prima banca
sammarinese, alla data di inizio dello scudo di 13,6 miliardi”.
Tagliaferro sottolinea quindi che i cittadini sammarinesi godono
di reddito pro-capite abbastanza elevato e “paragonabile a quello
delle regioni italiane piu’ ricche con evidente maggiore
propensione al risparmio”. Con questi presupposti, “e’ ovvio che
la minore incidenza dello scudo riferita a Banca di San Marino-
conclude il direttore- sta nella sua caratteristica di avere in
prevalenza clientela sammarinese”.

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