Bilancio 2013, la CSU chiede al nuovo Governo un atto di coraggio per evitare il tracollo economico

Bilancio 2013, la CSU chiede al nuovo Governo un atto di coraggio per evitare il tracollo economico

Bilancio 2013, la
CSU chiede al nuovo Governo un atto di coraggio per evitare il
tracollo economico

 

Il
paese non può permettersi di perdere un altro anno approvando una “leggina” di
bilancio ordinaria e non programmatica

 

13 dicembre 2012 – Creare un fondo straordinario per costruire un
nuovo modello di sviluppo, con uno stanziamento di risorse per rilanciare
l’economia reale e creare nuovi posti di lavoro; misure per tutelare le fasce
più deboli, ad iniziare da un fondo di solidarietà per i meno abbienti;
impostare politiche di equità fiscale e sociale, compresa la cancellazione
della tassa etnica a carico dei frontalieri, che unitamente a un serio piano di
risparmio arrivino al risanamento del preoccupante disavanzo del bilancio dello
Stato. Sono tra le principali richieste avanzate dalla CSU nel suo specifico
documento sul bilancio previsionale 2013, oggetto dell’incontro di questa
mattina con la
Segreteria Finanze. Questa legge di bilancio
non può essere un semplice e ordinario rendiconto delle entrate e uscite, hanno
detto i responsabili della CSU, ma un provvedimento programmatico responsabile
e coraggioso che promuova lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione e crei,
fin dal prossimo anno, i presupposti per uscire dalla grave crisi che rischia
di affondare il paese.

 

Nell’incontro
di oggi, la
Segreteria Finanze, nel riconoscere la necessità di passare ad
un nuovo sistema economico, finanziato con risorse interne ed esterne, ha
espresso la volontà di mettere in pedi il tavolo della concertazione per le
politiche di sviluppo. Su ciò la
CSU è d’accordo, a condizione che sia assicurata pari dignità
tra tutti le parti, che si raggiungano soluzioni condivise da tutti, evitando
azioni unilaterali da parte del Governo. È quindi emersa la necessità di fare
chiarezza sul debito reale, affinché si possano praticare le dovute scelte
avendo il reale quadro della situazione ei conti pubblici. La
Segreteria Finanze ha poi assicurato
l’apertura, fin dai primi mesi del prossimo anno, del confronto sulla riforma
fiscale, in cui andrà affrontato il tema sia delle imposte dirette che di
quelle indirette.

 

Nello
specifico, queste le principali richieste della CSU.

 

DEBITO PUBBLICO – è preoccupante che si vada consolidando un
indebitamento in continua crescita, come dimostra la cifra del mutuo a pareggio
(art.17) ben superiore a quello dello scorso esercizio. Si evince che il debito
pubblico è destinato a salire, fino a raggiungere circa 288 milioni nel 2015,
cifra molto vicina all’intero bilancio dello Stato. Per impostare serie
politiche di risparmio, è necessario scorporare la spesa corrente nelle sue
varie voci, anche al fine di fare chiarezza sulla reale incidenza delle spese
per il personale, rispetto al resto della stessa spesa.   

 

MISURE FISCALI – Questa legge di bilancio sconta in modo evidente la
mancata approvazione della riforma tributaria, negoziata dalle OO.SS. dopo lo
sciopero generale del giugno scorso. La
CSU ribadisce al nuovo Governo la necessità di ripartire da
questa base di partenza per approvare rapidamente una riforma tributaria in cui
tutti contribuiscano equamente al risanamento dei conti pubblici, ed alla
destinazione di nuove risorse necessarie a far ripartire lo sviluppo e a
rafforzare lo stato sociale.

 

L’imposta
del 3% sui servizi, inserita nello scorso esercizio e che ricade pressoché
unicamente sui cittadini utenti, è di fatto una contraddizione in termini,
essendo per sua natura una sorta di IVA, in un regime dove l’IVA non c’è.
Risulta che l’introito per le casse dello Stato sia molto minore del previsto,
non creando un benefici per i conti pubblici. Se ne richiede, pertanto, la
sospensione, in attesa del necessario passaggio al regime IVA.

 

Circa
l’imposta straordinaria sugli immobili, si riscontra come questa rischi di colpire notevolmente i redditi, già
sofferenti, dei lavoratori e dei pensionati. Si propone di innalzare la
detrazione portandola ad una cifra che esenti la prima casa, ad esclusione di
quelle di lusso, estendendo il provvedimento anche agli immobili non accatastati.
La CSU ribadisce
che è necessario introdurre una vera e propria imposta patrimoniale, che agisca
includendo altre tipologie di beni e rendite finanziarie.

 

La CSU conferma la sua forte
contrarietà alla proroga dell’addizionale IGR del 15% (art. 24), in quanto
colpisce ulteriormente in particolar modo i redditi dei lavoratori dipendenti.
È intollerabile perseguire anche per il 2013 con la tassazione diversificata
dei redditi dei lavoratori, sulla base della loro residenza: la
CSU chiede ancora una volta e con forza, la cancellazione della
“tassa etnica”, che ben poco lustro da al nostro Paese, abolendo
l’art. 56 della Legge di Bilancio 2011.

 

POLITICHE PER IL LAVORO – CONTRATTO
INDUSTRIA –
è necessario prevedere che parte delle risorse
pubbliche incamerate siano destinate a progetti occupazionali per donne, uomini
oltre i 50 anni e giovani fino a 35 anni. La
CSU è contraria alla proroga delle disposizioni in materia di
Pubblico Impiego (art. 25), in quanto tale provvedimento, doveva essere
limitato nel tempo. Eventuali
modifiche debbano trovare soluzioni esclusivamente nel proprio alveo naturale,
che è il tavolo contrattuale del settore pubblico. Si chiede di inserire nella
legge di bilancio un apposito articolo che impegni il Governo a dare attuazione
ai punti previsti dall’ODG, approvato dal CGeG all’unanimità, relativo alla
sottoscrizione del contratto di lavoro del settore industriale tra CSU ed ANIS.

 

STATO SOCIALE – Di fronte alla crisi persistente, gli stanziamenti
stabiliti per gli strumenti di protezione sociale (art. 26) devono essere
adeguatamente aumentati, e non riproposti come nell’esercizio finanziario 2012.
È altresì necessario istituire un fondo di solidarietà, che possa rispondere a
casi di forte indigenza familiare, e creare un fondo di garanzia dello Stato,
finalizzato all’accensione di mutui o prestiti, per chi versa in condizioni di
grave difficoltà economica.

 

La CSU non condivide l’ulteriore
prelievo del 5% dal saldo della Cassa di Compensazione per le prestazioni
socio-assistenziali, in quanto questo nasce con specifico riferimento al Fondo
Assegni Familiari. è necessario
salvaguardare la Cassa
di Compensazione, da cui si attinge anche per finanziare gli incentivi alle
imprese che assumono dalla mobilità o accedono alla riqualificazione
professionale. Tali incentivi dovrebbero essere posti a carico del Bilancio
dello Stato, essendo di interesse pubblico, e non solo dei lavoratori. Vanno
previste soluzioni per chi perde il lavoro in prossimità dell’età pensionabile,
anche con provvedimenti temporanei, inserendo nella legge il concetto di
prepensionamento. Tra le altre richieste: la definitiva sospensione della quota
capitaria per i residenti in Repubblica non sammarinesi; l’aumento dell’assegno
di accompagnamento per gli anziani non autosufficienti.

 

FISCAL DRAG – Va sottoscritto, anche per l’anno 2013,
l’accordo sul drenaggio fiscale.    

 

Centrale Sindacale Unitaria

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