Corriere della Sera di giovedì 9 luglio 2009
Delta, i crediti per 4,7 miliardi e quella certificazione ritirata
di Gerevini Mario
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BOLOGNA – Gruppo Delta, bozza di bilancio 2008 fresca di deposito alla Camera di Commercio. La relazione della Pricewaterhouse non c’è: ritirata, annullata. Quella del collegio sindacale è un inno alla normalità. «Abbiamo vigilato sull’osservanza delle leggi scrivono a metà aprile , dello statuto sociale e dei regolamenti», poi «abbiamo vigilato sul rispetto dei principi di corretta amministrazione», poi «sull’adeguatezza dei controlli interni», eccetera. Risultato: tutto ok. I tre sindaci concludono così: «Ringraziamo il presidente, gli amministratori delegati… per l’alta professionalità, il costante impegno… Formuliamo i migliori voti per un prospero futuro della società)>.
«Prospero futuro»? Pochi giorni dopo il presidente, l’amministratore delegato e altri dirigenti vengono arrestati su ordine della Procura di Forlì con accuse di associazione a delinquere, riciclaggio, ostacolo alle attività di vigilanza. Il gruppo Delta viene commissariato dalla Banca d’Italia, il vertice azzerato. Emerge che la Cassa di Risparmio di San Marino, una banca-Stato, la più importante della Repubblica del Titano, esercitava un controllo occulto e non autorizzato sulla proprietà e sulla gestione di Delta. La Vigilanza di Bankitalia, al termine dell’ispezione conclusa a febbraio 2009, rileva «gravi irregolarità nell’amministrazione, gravi violazioni delle disposizioni legislative, amministrative e statutarie».
I commissari straordinari, dunque, hanno ereditato un bilancio approvato dal consiglio di amministrazione (ma non dall’assemblea) prima della tempesta. Così com’è, Bruno Inzitari, Enzo Ortolan e Antonio Taverna l’hanno depositato «tenuto conto scrivono a due settimane dall’insediamento della necessità di fornire continuità all’informazione contabile sulla base dei dati disponibili». Ma avvertono che faranno «tutte le verifiche, gli approfondimenti e le valutazioni… che non è stato ancora possibile compiere». E comunque sono già avviati «accertamenti e approfondimenti sulle vicende che hanno prodotto le gravi irregolarità di gestione e che hanno dato luogo alla procedura» di amministrazione straordinaria».
Centinaia di pagine, ognuna con la seguente avvertenza: «Bozza di bilancio non sottoposta all’assemblea per sopravvenuta amministrazione straordinaria della società. Da leggersi congiuntamente alla relazione dei Commissari straordinari». Il bilancio è quello di un big del credito al consumo (quasi 2 miliardi erogati lo scorso anno) ma attivo anche in altri settori del parabancario e proprietario dell’istituto romano SediciBanca. La fotografia dei conti 2008 da quiete prima della tempesta.
Il nuovo status di gruppo bancario ha avuto l’effetto di moltiplicare da 100 a 700 milioni il funding interno operato da SediciBanca (2,3 milioni di utile). Altro dato fondamentale, alla luce dell’attuale situazione, è quello dello stock di crediti verso clienti a livello consolidato: 4,66 miliardi di euro (+21% sul 2007) con fondi a copertura del rischio insolvenza pari a 297 milioni. L’indebitamento netto complessivo è invece pari a 4,4 miliardi. Il tier 1 è all’8,95% al 31 dicembre e il total capital ratio al 9,32%. L’utile netto di gruppo è stato di 6,9 milioni (-39%) e comunque l’amministrazione straordinaria blocca ogni distribuzione di dividendo.
E i revisori della Pricewaterhouse? Il 10 giugno hanno inviato una lettera ai commissari straordinari comunicando la volontà di «ritirarare revocare le relazioni di revisione emesse sul bilancio di esercizio e sul consolidato». Quelle relazioni, quindi, ci sono ma non sono state depositate. Quasi sicuramente davano l’ok ai bilanci. Poi la marcia indietro.
Mario Gerevini mgerevinicorriere.it
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- Mario Gerevini (Corriere della Sera), bilancio Delta partecipata Carisp San Marino