Blocco degli scrutini? Vergogna! Leonardo Raschi, Liberal Sammarinesi

Blocco degli scrutini? Vergogna! Leonardo Raschi, Liberal Sammarinesi

Inqualificabile e irresponsabile. Così si può definire la protesta degli insegnanti precari mediante il blocco degli scrutini e quindi la soppressione degli esami di Stato.
I giovani sono il futuro del Paese e gli esami di maturità rappresentano uno spartiacque per la vita di qualsiasi ragazzo. Affrontarli in tranquillità e in un ambiente sereno è un loro diritto per non aggiungere stress alla preoccupazione ed apprensione per la difficile prova.
Il blocco degli scrutini da parte degli insegnanti è un sabotaggio, un gesto di rappresaglia che va a colpire una parte terza, gli studenti, che non hanno colpa alcuna dello stallo nella situazione in corso tra governo e docenti.
Va bene il diritto di sciopero ma un professore non può comportarsi come un qualsivoglia operaio della Colombini.
Un insegnante appartiene alla classe dirigente di un paese, alla borghesia, alla classe medio – alta, avendo un compito tra i più elevati della società: quello di formare i nuovi cittadini e le nuove generazioni.
Lasciarsi andare a gesti estremi come questo, salire sulle barricate, non è degno dell’alta funzione alla quale gli insegnanti sono chiamati. Non siamo più negli anni 70! Ci sono forme di protesta più confacenti al ruolo che ricoprite. Ma i professori hanno presente il contesto economico in cui si trovano? Le aziende chiudono, i disoccupati sono arrivati alla incredibile cifra di 1200, la cassa integrazione è alle stelle e chi lavora nel privato deve conquistarsi ogni giorno, con il coltello tra i denti, la permanenza nel posto di lavoro. Avere un lavoro garantito statale non è da buttare dico io.
Ma i professori non si accontentano: non basta loro la stabilizzazione, vogliono anche gli aumenti contrattuali, vogliono il massimo insomma. Vogliono la “roba” non tenendo conto che i loro colleghi in Italia percepiscono la metà del loro stipendio. Il bello (anzi il brutto) è che i sindacati sono cedevoli e li assecondano nelle loro spinte corporative ed egoistiche. Un sindacato degno di questo nome invece deve sapere dire di NO anche a costo di perdere qualche iscritto. Avrei voluto vedere un sindacato che si dissociasse da tale irresponsabile iniziativa anziché dar loro la copertura.
Una CSU come questa non serve e non è utile a San Marino. Iniziative come il blocco degli scrutini o il referendum sulla scala mobile danneggiano il paese. Urge, a questo proposito, una seria riflessione sulla legge che prevede il finanziamento obbligatorio dei lavoratori 0.40 al sindacato. Concludo con un appello: professori ripensateci. Permettete il regolare svolgimento degli esami di terza media e dei 92 maturandi.
Non passate alla storia come coloro che hanno fatto una protesta mai vista a San Marino ma anche in Italia. E se ci fosse anche a San Marino una Margaret Thatcher che potrebbe licenziarvi sostituendovi con altri professori disoccupati?
Leonardo Raschi
Liberal Sammarinesi
liberal@omnimail.sm

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