Blocco dei rapporti italo-sammarinesi e la tassazione dei lavoratori frontalieri

Blocco dei rapporti italo-sammarinesi e la tassazione dei lavoratori frontalieri

SAN MARINO 23 FEBBRAIO 2011 – Blocco dei rapporti
italo-sammarinesi e la tassazione dei lavoratori frontalieri. E’ durato un’ora
il faccia a faccia tra il Consiglio sindacale di San
Marino-Emilia-Romagna-Marche (CSIR)  e la Commissione Affari Esteri
della Camera.

 “Un impegno concreto per sbloccare i rapporti tra Italia e
San Marino”, questo l’appello  del CSIR e
dei segretari Tamagnini (CSdL) e Tura (CDLS) al tavolo del confronto romano.
Appello raccolto dal presidente della Commissione Esteri, Stefano Stefani, che ha
assicurato il suo intervento presso il ministro dell’Economia Tremonti e quello
degli Esteri Frattini. Stefani ha inoltre aggiunto che  sulla questione frontalieri è necessario
aprire un tavolo specifico, slegato cioè dalla complessità e dai vincoli,
soprattutto sul fronte del segreto bancario, che stanno frenando  i rapporti tra i due Stati.

 I temi del vertice romano sono  condensati in lunga lettera consegnata al
presidente della Commissione parlamentare. Nella missiva, il Consiglio
Sindacale Interregionale ha evidenziato i pesanti contraccolpi economici
derivati  dal blocco dei rapporti
bilaterali, sottolineando che l’area interessata è molto vasta che coinvolge
molti Comuni romagnoli e marchigiani.   “Lo stallo diplomatico fra i due Paesi –
scrive il presidente CSIR, Luca Montanari- 
sta paralizzando l’economia della Repubblica di San Marino,  con pesanti ripercussioni anche sui territori
delle due regioni confinanti. Sono oltre 6.000 i lavoratori italiani occupati
nelle aziende sammarinesi, numero che si amplia considerevolmente se si tiene
conto delle famiglie interessate e dell’indotto economico e occupazionale
derivato dagli stretti legami economici con la Repubblica del Titano”. Da qui
il forte auspicio di “incontrare la vostra disponibilità al fine di far
ripartire il dialogo fra i due Paesi, per giungere alla firma dell’accordo
bilaterale in materia di doppie imposizioni”.

 Il Consiglio sindacale ha quindi spostato l’attenzione sul
nodo irrisolto della tassazione dei frontalieri, giudicando ormai
“insostenibile” l’incertezza fiscale in cui vivono migliaia di lavoratori: “La
mancata firma degli accordi  ha di fatto
introdotto dal 2003 la doppia tassazione dei redditi frontalieri, mitigata da
una franchigia il cui importo di 8.000 euro è fermo da sette anni e in scadenza
nel 2011.  Purtroppo è di questi giorni
la notizia che nel decreto Milleproroghe non c’è traccia del rinnovo. Se questo
provvedimento non fosse reiterato entro quest’anno, i redditi da lavoro transfrontaliero
subirebbero un ulteriore aggravio di oltre 2.000 euro annui”.  A  complicare il quadro, è  arrivata la nuova tassazione decisa dal
Governo di San Marino con la finanziaria approvata lo scorso dicembre.  “L’art. 56 della Legge di Bilancio – continua  il CSIR – 
taglia del 9% le buste paga dei frontalieri, decurtazione che solo in
parte potrà essere recuperata in fase di dichiarazione dei redditi. Nello
specifico, questa norma abroga la deduzione della quota spese produzione
reddito per i soli lavoratori fiscalmente non residenti, modificando le
retribuzioni tra sammarinesi e italiani e non garantendo così parità di
trattamento tra lavoratori con lo stesso contratto e la stessa mansione”.

 Il Consiglio Sindacale Interregionale ha
quindi chiesto alla Commissione Esteri della Camera “un impegno concreto per
agevolare il dialogo diplomatico fra i due Paesi”, con il doppio obiettivo di
“normalizzare i rapporti bilaterali”, ridando quindi fiato all’economia,   e di sollecitare il Parlamento italiano “affinché
introduca in una legge ordinaria il trattamento fiscale dei redditi da lavoro
frontaliero”.

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