Call Center Opera ad un bivio

Call Center Opera ad un bivio

Non ci sono ancora significativi e concreti sviluppi riguardo alla grave inadempienza relativa al mancato pagamento di due mensilità di stipendio e del TFR ai dipendenti del “call center” Opera di Dogana; questo nonostante lo sciopero di due ore svolto la scorsa settimana da tutti i lavoratori. Questa mattina presso la Segreteria al Lavoro, presenti i Segretari di Stato al Lavoro ed alle Finanze, la FULCAS-CSU, la proprietà aziendale e l’Osla, si è fatto il punto della situazione attuale e delle prospettive future del noto call center.  All’incontro era presente anche un imprenditore forense – con esperienza nel settore – che sta valutando l’apertura di un nuovo call-center nel quale potrebbero confluire gli attuali dipendenti di Opera.
Peraltro, rispetto alle voci circolate nei giorni passati, non si concretizzerebbe un ingresso del nuovo socio nella attuale società, ma è emerso durante l’incontro che verrebbe creata una nuova società alla quale dovrebbero essere passati gli attuali dipendenti di Opera. Il nuovo progetto imprenditoriale ed il conseguente  passaggio degli attuali lavoratori di Opera, solleva forti dubbi e perplessità che la FULCAS-CSU ha espresso alle parti durante l’incontro.
In particolare a preoccupare il Sindacato sono i presupposti vincolanti che condizionano l’impegno dell’imprenditore: si va dalla richiesta di significative agevolazioni fiscali e contributive,  fino alla richiesta di deroghe contrattuali che andrebbero ad abbassare le condizioni normative ed economiche dei lavoratori: non riteniamo che sia questo il giusto approccio per entrare nel tessuto economico e sociale del nostro Paese.
L’aspetto più importante, ribadito con forza dalla FULCAS-CSU in chiusura dell’incontro, è quello relativo al problema degli stipendi arretrati e della situazione aziendale. A questo riguardo l’attuale proprietà non ha avanzato nessuna proposta di soluzione alle gravissime problematiche che da lungo tempo vivono i lavoratori, ad iniziare dai ritardi nel pagamento degli stipendi; anzi furbescamente si è glissato sul  problema stipendi, subordinandolo all’avvio della nuova attività e all’accettazione da parte del Sindacato e del Governo delle condizioni poste dalla nuova proprietà.
La FULCAS-CSU non accetta forzature di alcun genere fatte sulla testa dei 43 lavoratori di Opera. Il Sindacato condivide la proposta fatta a fine riunione dal Segretario al Lavoro che ha subordinato l’avvio di qualsiasi incontro su nuovi progetti imprenditoriali all’immediato pagamento delle mensilità arretrate ed alla garanzia di almeno una ulteriore mensilità. Molti gli aspetti poco chiari del nuovo progetto imprenditoriale, nelle intenzioni molto ambizioso, che vorrebbe impiegare una pluralità di figure professionali non tutte reperibili tra i cittadini sammarinesi o residenti iscritti alle liste di collocamento.
La FULCAS-CSU ha richiesto un forte impegno ai Segretari di Stato presenti affinché vengano risolti i problemi finanziari ed organizzativi di Opera che stanno creando un fortissimo disagio ai dipendenti; non riteniamo che sia opportuno che vengano poste condizioni o date limite in una situazione in cui l’unico limite che è stato superato da tempo è quello della pazienza e della disponibilità dei 43 lavoratori di Opera.
F U L C A S  – C S U

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