‘Cambiamento:missione possibile’

‘Cambiamento:missione possibile’

COMUNICATO STAMPA
Un’operazione verità per riferire ai sammarinesi le criticità attuali del Paese, ma anche per spiegare che “cambiare si può”, puntando al rinnovamento della classe politica e del metodo. Mettendo in campo, fin da subito, riforme fatte di proposte concrete, logiche e realizzabili.
Questo in sintesi il messaggio che il Partito Socialista Riformista Sammarinese ha rivolto ieri sera a una platea attenta e partecipata, nel corso della conferenza pubblica “Cambiamento, missione possibile”, che si è tenuta alla terrazza del Ritrovo dei Lavoratori di Serravalle. Portavoce del Psrs sono stati il segretario Simone Celli, il presidente Paride Andreoli e i consiglieri Silvia Cecchetti e Alessandro Mancini.
“Un Paese in difficoltà” è stato il tema affrontato nel primo intervento, quello del segretario Simone Celli che ha spiegato quali sono le principali emergenze per il Paese. Primo, le difficoltà del settore produttivo e dei servizi, alle prese con le conseguenze del Decreto incentivi. Ma anche l’indebolimento della situazione bancaria e finanziaria, conseguenza dello scudo fiscale e dei procedimenti giudiziari in corso. Terzo punto critico citato da Celli è la precarietà dei conti pubblici e infine, i rapporti con l‘Italia “ad oggi inesistenti o disastrosi”. Fattori che portano il Paese in “una fase di grave difficoltà” per superare la quale “purtroppo- ha spiegato il segretario- si dovranno affrontare mesi difficili, sono necessari sacrifici, riforme strutturali e radicali, misure importanti e straordinarie”. Le difficoltà attuali, ha incalzato Celli, sono “la prova lampante del fallimento dei governi degli ultimi vent’ anni”. L’esito di “occasioni perse e segnali trascurati”, quali l’assedio della Guardia di finanza del 1997, le direttive internazionali sul riciclaggio, iniziate negli anni ’90 e “trascurate dai governi” infine, la mancata firma dell’Accordo di cooperazione economica con l’Italia del 2006. L’unica via d’uscita per San Marino, per il segretario Psrs, è rappresentata dal cambiamento:”E’ il momento di determinare una svolta nelle politiche del Paese”. Ciò si traduce, per Celli, in un nuovo metodo di governo, “ovvero legalità, moralità e trasparenza”. Ma anche nel “rinnovamento generale della politica” e in scelte coraggiose, come “le riforme per una nuova San Marino che sappia rapportarsi a livello internazionale e con l’Italia”.
Passaggi imprescindibili, in questo percorso, saranno, secondo il segretario, lo sviluppo alla ricerca, il potenziamento dell’università, l’internazionalizzazione della piazza finanziaria, la formazione, la riqualificazione del turismo e del commercio, infine, una maggiore integrazione con l’Unione europea.
Infine, il segretario si è soffermato sull’attualità politica, smentendo incontri con il Patto per decidere l’allargamento della maggioranza. Verso cui, il giudizio del Partito Socialista Riformista resta negativo: “Governo e Patto hanno completamente fallito la loro missione”.
Perciò, “il nostro partito- ha ribadito Celli- non è assolutamente disponibile a fare da stampella e a puntellare l’attuale maggioranza”. In definitiva, “il Psrs non è in vendita, né disponibile ad assecondare operazioni di puro potere e logiche della vecchia politica”. Ciò che i socialisti riformisti sostengono è al contrario, conclude Celli, “l’apertura di nuova fase politica”.
E’ stato quindi il consigliere Silvia Cecchetti a trattare il “tasto dolente” dello stato della finanza pubblica, nell’intervento dal titolo “I conti pubblici non tornano”. La preoccupazione per un possibile shock di liquidità esiste, ha sottolineato: “Il sistema bancario è stato duramente colpito dallo scudo fiscale e se alle banche manca liquidità si rischiano grandi difficoltà”. Dunque conoscere i dati sui conti è fondamentale, ma il riferimento del segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini nell’ultimo Consiglio grande e generale “non è stato dettagliato. Serve più realismo per risolvere i problemi: le stime del deficit 2010 da 43 milioni di euro non sono veritiere”.
Sono dunque necessari “interventi importanti” per controbilanciare la riduzione delle entrate, della monofase, delle imposte dirette e di registro. Insomma, ha sottolineato Cecchetti, “serve una manovra entro l’estate come hanno fatto altri Stati, basta intervenire e ridurre di 2 punti all’anno per i prossimi 5 anni la spesa corrente, snellire la burocrazia, mettere in campo un pacchetto fiscale di incentivo per gli investimenti, ma senza toccare lo stato sociale”. Occorre insomma “diversificare l’economia”,puntando anche sull’azionariato popolare, ha concluso Cecchetti, e sulla valorizzazione del ruolo di un piccolo Stato.
Ha invece tracciato il quadro delle difficoltà vissute dal mondo economico e imprenditoriale il consigliere Alessandro Mancini, nel suo intervento dal titolo “Le imprese nella crisi”.
L’economia sammarinese, ha spiegato Mancini, è stata travolta da una crisi doppia: “Quella internazionale che da due anni ha investito, in particolare, l’industria manifatturiera, a cui si aggiunge una crisi tutta nostra- ha puntualizzato il consigliere- dovuta a una politica che in 15 anni non è riuscita a rispondere ai problemi, compromettendo il rapporto con l’Italia”. In pratica, la recente entrata in Black list certifica il difficile rapporto con i vicini di casa. Da cui non è immune il sistema bancario sammarinese che con lo scudo, prosegue Mancini, “ha perso 5 miliardi di euro”, un ridimensionamento che “si riflette nelle imposte e nelle sofferenze per il settore creditizio chiamato al contempo al sostegno delle imprese”. Il consigliere porta i numeri della crisi: nel primo trimestre 2010 sul Titano hanno chiuso 262 società industriali, 22 artigianali, i disoccupati sono almeno 700, i lavoratori in Cassa integrazione a fine marzo salgono a 1.377. Nel 2009 si sono perse 1 milione e 200 mila ore lavorative. E di fronte a questa debacle, “purtroppo siamo sotto il governo del nulla- lamenta Mancini- presunzione e incompetenza stanno affondando il Paese”. In contrapposizione all’immobilismo dell’esecutivo, il consigliere descrive le proposte contenute nei documenti elaborati negli ultimi mesi dal Psrs, il progetto 2013, i dodici punti programmatici, il documento economico. “L’autonomia- manda a dire- dobbiamo conquistarla anche con il rinnovamento della classe politica e con un progetto a medio lungo termine che definisca le cose del fare”. Di qui le idee: un piano operativo per il turismo, la riqualificazione del centro storico e l’attuazione di una politica di prezzi competitivi. Mancini elenca quali sono gli strumenti necessari, il passaggio dalla monofase all’Iva europea, la gestione intelligente della San Marino Card, la realizzazione di un’area commerciale all’aperto tra Dogana e Serravalle. Ma anche, infine, il riposizionamento del settore servizi, puntando sulle nuove tecnologie e sulla ricerca. Il tutto realizzabile “grazie a incentivi, pubblica amministrazione efficiente e fiscalità snella”.
Con il riferimento dal titolo “Le riforme per il cambiamento”, ha chiuso la conferenza pubblica il presidente del partito Paride Andreoli. Le “riforme per un cambiamento necessario e immediato” rappresentano quindi, per il leader Psrs, una “missione possibile per un partito moderno e dinamico come il nostro, propositivo e aperto al contribuito di tutti”. Andreoli ha sottolineato il momento difficile che vive la Repubblica, “dettato da una politica debole. L’attuale governo non ha saputo reagire alla crisi e ora occorre intervenire e creare le condizioni per sostenere il bilancio dello Stato, le imprese e i lavoratori, per riaprire il dialogo con l’Italia”. Serve quindi “un nuovo modello economico”. I problemi sono tanti, ha messo in luce il presidente, da Banca centrale al bilancio, per cui la massima da seguire è quella che pronunciò John Fitzgerald Kennedy: “Non pensare cosa può fare il Paese per te, ma cosa puoi fare tu per il Paese”. E infatti il Psrs non è stato con le mani incrociate: “Abbiamo lanciato una proposta forte per il cambiamento”, da attuare attraverso il rilancio del turismo e del commercio, l’aeroporto e il primo tratto ferroviario, la green economy e un sistema bancario moderno. Sono inoltre necessari più rapporti con l’Ue e con i Paesi dell’area mediterranea.
“Servono riforme per affrontare le grandi sfide che ci aspettano” ha ribadito Andreoli, chiudendo alle ipotesi di allargamento di maggioranza: “Non ci interessano le operazioni di potere, vogliamo costruire un nuovo Paese e in questa direzione daremo il nostro apporto. Non entreremo in una maggioranza che pensa che il Psrs sia una stampella. Ci sono state troppe lusinghe, ma noi siamo ben attenti. Per cui nessun ingresso nel Patto. Puntiamo alla formazione di una nuova maggioranza che metta in campo un Progetto Paese di alto livello per poi ricorrere alle urne, ma non rincorriamo le poltrone”. Quello che ci interessa, ha concluso Andreoli, è il “cambiamento, che è possibile”.
Repubblica di San Marino, lì 9 luglio 2010
Ufficio Stampa PSRS

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