L’annunciato aumento di capitale della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino
avrà certamente luogo in un contesto più favorevole dopo l’omologa del piano di rientro della controllata Delta, di cui si è avuto notizia ieri.
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Guardare al futuro significa pensare ufficialmente all’aumento di capitale per la prima banca del paese. «Il piano predisposto prevede l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile che potrà essere sottoscritto dai cittadini, dalle imprese e che darà buon rendimento, e la possibilità di tramutare le obbligazioni in azioni di Cassa di Risparmio», spiega Masi. All’operazione, avrebbe dovuto partecipare anche lo Stato: il segretario alle Finanze Pasquale
Valentini aveva già annunciato la possibilità di dare una mano alla Cassa, ma le altre vicende finanziarie, l’intervento nel Credito Sammarinese e l’attenzione sul buco di bilancio ha fatto storcere il naso a qualcuno. Ma Masi attende fiducioso ma non risparmia stilettate. «La previsione di partecipazione dello Stato – si pensava a 60 milioni, ricorda il presidente – non è stata inserita in Finanziaria. Il dialogo è ancora aperto, ma so che ci sono delle resistenze, delle perplessità. Nel nostro caso – e il riferimento è al Credito Sammarinese – non si tratterebbe però di chiudere un buco che si è creato, ma di fare un investimento che potrebbe essere temporaneo, e si potrebbe rilevare fruttuoso, per il rafforzamento e il rilancio della prima banca della Repubblica ». E poi si guarda fuori confine: «Stiamo cercando investitori, ma la crisi internazionale, lo stallo dei rapporti con l’Italia e, fino ad oggi, la mancata omologa su Delta, aveva frenato il tutto. Ora, riapriremo i contatti».
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