Carisp San Marino presenta il nuovo direttore generale, Paolo Borin

Carisp San Marino presenta il nuovo direttore generale, Paolo Borin

Nonostante vi siano ancora difficoltà, la fase di emergenza per la Cassa di Risparmio di San Marino si è conclusa con l’omologa del piano di
ristrutturazione del Gruppo Delta
ed appartiene al passato, anche se restano delle difficoltà come il procedimento
penale a Forlì
e perdite robuste che si verificheranno da qui al 2020″
.

Con queste parole Tito Masi, presidente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – S.U.M.S (proprietaria al 100% dell’istituto sammarinese in qualità di azionista unico) introduce la conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore generale Carisp, Paolo Borin, dopo il passo indietro di Luca Simoni (per il suo
coinvolgimento nelle inchieste giudiziarie di Forlì non ancore
concluse) che resterà in qualità di dirigente.

Scelto dopo aver vagliato numerose posizioni e sostenuto diversi colloqui, Borin, sessantenne veneto di Vicenza, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche, vanta una lunga carriera, cominciata nella Banca Commerciale Italiana, poi proseguita all’interno del Gruppo Intesa San Paolo. Dal 2007 ha prestato servizio in Banca Popolare Friuladria, dove ha ricoperto, sino al mese scorso, la posizione di Vice Direttore Generale.

Tale operazione s’inserisce nel necessario processo di adeguamento della governance“, spiega Masi a cui seguono le parole dell’attuale presidente di Cassa di Risparmio, Leone Sibani il cui mandato è ormai prossimo alla scadenza.

Bisogna pensare anche a chi mi sostituirà – afferma Sibani – ma l’emergenza e’ chiusa, ora occorre consolidare, pur consapevoli che le difficoltà attraversate porteranno a numeri non brillantissimi nel bilancio“.

Borin, che prenderà servizio attorno all’11 Aprile, ha in mente una banca “semplice, vicina alle famiglie ed alle imprese di San Marino. Che punti sull’innovazione e sulla fidelizzazione della clientela già esistente e ad acquisirne di nuova“. Il nuovo direttore generale non nasconde che, dall’esterno, la percezione del sistema bancario sammarinese si è “molto deteriorata“, per cui ritiene essenziale un cambio di rotta verso la trasparenza ma “la Carisp è già orientata su questo percorso e proseguirà su questa strada“.

Non manca il riferimento al processo di ricapitalizzazione di Carisp ed ai 60 milioni di euro che dovrebbero essere a carico dello Stato: “I tempi sono scaduti – dichiara Masi – ma c’è stata un’assunzione di responsabilità con l’approvazione, in merito, di un ordine del giorno in Consiglio grande e generale

Si punta dunque a chiudere il prima possibile, con il supporto fondamentale che dovrà arrivare dalla clientela interna, dopo i no arrivati da investitori italiani ed esteri. Si parla di 70 milioni di
prestito obbligazionario subordinato e convertibile in azioni
dopo un lasso di tempo di due anni.


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