A quanto riporta Lionello Mancini di IlSole24Ore la questione delle regole cui avrebbero dovuto attenersi o dovrebbero attenersi coloro che si servono del sistema bancario e finanziario della Repubblica di San Marino ( dodici banche
e cinquantanove finanziarie) è più una materia in fieri che un corpo consolidato anche per lo stesso procuratore capo di Forlì dr. Manfredi Luongo.
Ha affermato, fra l’altro, il dr. Luongo: ‘in numerose occasioni abbiamo invece dovuto constatare che gli intermediari bancari nazionali attribuivano ai corrispondenti soggetti sammarinesi una ‘equivalenza’ di fatto con gli istituti italiani. E ciò impediva all’intero sistema antiriciclaggio di tracciare consistenti flussi finanziari, di rilevare eventuali anomalie. Insomma, il contrasto al riciclaggio ne risultava seriamente sviato.‘
Il dr. Luongo non esita a parlare della necessità di un adeguamento ‘al variare delle caratteristiche del riciclaggio, dell’abusivismo finanziario e bancario e ogni forma di ostacolo alla Vigilanza‘. Il che significa che in passato questo non è avvenuto.
L’arresto delle persone nell’indagine Varano farebbe pensare a una accusa basata su un corpo di regole certe, ben definite e dolosamente non rispettate. Invece che le cose non stiano così traspare dalle affermazioni dello stesso dr. Luongo sopra riportate oltre che dalla sentenza della
Corte di Cassazione sul dissequestro del danaro Carisp e dalle reazioni dei difensori. Ha detto uno dei difensori (Magnesi): ‘stupisce che comunque si possa finire in prigione o ai domiciliari per un problema di interpretazioni giuridiche. Infatti il nodo è basato su interpretazioni giuridiche molto opinabili di carattere bancario e internazionale. E la Cassazione si è già pronunciata a nostro favore‘
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