Carlo Franciosi, L’informazione: ‘I cittadini onesti si sveglino e non si lascino prendere per il naso dai ciarlatani’

Carlo Franciosi, L’informazione: ‘I cittadini onesti si sveglino e non si lascino prendere per il naso dai ciarlatani’

 L’informazione di San Marino

‘I cittadini onesti si sveglino e non si lascino prendere per il naso dai ciarlatani’

“E’ il crollo di un regime corrotto e corruttore che ha portato il paese in una crisi morale, politica sociale ed economica da cui è problematica ogni via d’uscita”

“L’area progressista è talmente frastagliata e in perpetua ricomposizione che non si capisce come possa parlare di unità in prospettiva”

Carlo Franciosi

Che fare? Ritengo opportuno tornare sulle considerazioni esposte giusto un mese fa circa il terremoto politico scatenato dai provvedimenti della Magistratura con l’arresto di Gabriele Gatti. Ribadisco che si è trattato del crollo di un regime corrotto e corruttore che ha portato il Paese in una crisi morale e politica, ma anche sociale ed economica, di dimensioni tali da rendere problematica ogni via d’uscita.

Anche perché il mondo politico
ufficiale ha fatto di tutto per
cercare di minimizzare, di
spostare l’attenzione su altri
problemi, pure quelli importanti,
ma senza voler riconoscere
la necessità di assumere
provvedimenti di emergenza e
di rottura con il passato e con
una classe dirigente in generale
discredito, solo preoccupata del
motto “si salvi chi può”.

E’ utile una sintetica analisi delle compagini politiche in campo, cominciando da quelle che ho già definito le maggiori responsabili del disastro attuale: la costellazione “progressista” e il Pdcs.

L’area progressista è talmente
frastagliata e in perpetua
ricomposizione che non si capisce
come possa parlare di unità
in prospettiva. Deve essere
una condanna congenita quella
della sinistra che si divide,
anche quando vince (e non solo
a San Marino), con il risultato
di non riuscire a governare che
per brevi periodi. Il resto del
suo tempo lo trascorre a farsi
i dispetti e a contendersi tra
cugini il trofeo di vassallo di
turno dei “conservatori” (in
pratica sempre la Dc).
So che questo modo di tranciare
giudizi è un po’ ruspante e
susciterà gli strali dei cultori
della raffinata dialettica marxiana,
ma la mia formazione
culturale e la deformazione
professionale mi inducono a un
sano e realistico empirismo.
Della Dc ho già scritto di tutto
e di più; mi basta solo ribadire
l’ammirazione per la sua abilità
a temporeggiare, a rinviare, adarla ad intendere per rimanere
sempre a galla fra una Conferenza
Programmatica e l’altra,
fra un rimpasto di governo e
l’altro, con relativi propositi di
rinnovamento di programmi
e di uomini ma soprattutto di
metodi…

La vicenda Arzilli, triste sul
piano umano quanto sconcertante
sul piano politico, non
sembra per ora turbare l’instabile
equilibrio nella maggioranza.

Proseguendo nella sintetica
analisi delle forze in campo
e passando all’attuale opposizione,
accenno a Sinistra
Unita che merita la palma
della serietà e della coerenza e
costituisce senz’altro un interlocutore
credibile con il quale
confrontarsi per ogni progetto
di ricostruzione.

Come ritengo indispensabile il
confronto con i movimenti di
recente comparsi sulla scena
pubblica, verso i quali non mi
permetto di dare valutazioni
definitive per scarsa conoscenzapersonale e politica, ma
che hanno il pregio di essere
composti da giovani impegnati
e appassionati e quindi preziosi
per contribuire alla costruzione
del futuro della Repubblica;
qualcuno li definisce un po’
radicali e velleitari, ma a mio
parere nel complesso dimostrano
tanta pazienza e notevole
senso di responsabilità.
Sull’Unione per la Repubblica
mi limito a ricordare che sono
in corso incontri con alcuni
dirigenti di Alleanza Popolare
per costruire una convergenza
che ritengo utile realizzare se si
sono realmente sbarazzati dei
personaggi scomodi. Non ho
motivi di dubitarne.

Ora il discorso si fa più
delicato perché mi rimane di
parlare di Alleanza Popolare.
Devo confessare che il mio
rapporto con il Movimento che
ho contribuito a creare e a cui
ho dedicato per oltre vent’anni
tanto impegno e tutta la passione
civile di cui ero capace, si
è abbastanza deteriorato negli
ultimi tempi. Le ragioni sono
da ricercare nella gestione da
parte della dirigenza di Ap di
questa enorme crisi politica in
modo verticistico e, a mio parere,
con scarso fiuto e realismo.
Non a caso, quando in questo
frangente ho registrato la strana
inerzia a convocare gli organismi
dirigenti e ad assumere una
posizione adeguata, ho pubblicamente
parlato di crollo del
regime e della necessità di fare
punto e a capo accennando anche
all’opportunità di arrivare a
una soluzione di emergenza.
Non pretendevo di aver ragione io, ma quanto meno era giusto
confrontarci a fondo, almeno
dopo dieci giorni da quel fatidico
17 ottobre. Altri amici della
dirigenza Ap erano del mio
parere. Ci sembrava necessario
prendere immediatamente
le distanze da quella alleanza
imbarazzante, bollata da capi di
accusa infamanti quali corruzione,
associazione a delinquere,
riciclaggio, manipolazione
della volontà popolare attraverso
il mercato dei voti, per non
parlare delle infiltrazioni della
malavita organizzata. Ce n’era
abbastanza per giustificare
almeno la richiesta di ritirare la
delegazione di Ap dal governo.
Ci siamo beccati, io in particolare,
l’accusa di fanatismo e di
scarso senso di responsabilità.
Ora sono ancora molto preoccupato
e sento il dovere,
anche dietro le sollecitazioni di
parecchi concittadini, di dare
il mio contributo di idee pur se
non gradito da tutti.

Concludo esprimendo l’auspicio
che i cittadini onesti
e in ansia per le sorti della
Repubblica si sveglino e non si
lascino più prendere per il naso
dai ciarlatani sparsi in vasti
settori della vita pubblica e
della società civile; è ora che si
rimbocchino le maniche magari
trovandosi idealmente riuniti
a Montalbo attorno al sepolcro
di quell’autentico campione di
democrazia, di socialità e di
libertà che fu Pietro Franciosi,
scomparso da ottant’anni, ma
sempre presente nella memoria
e nell’affetto dei Sammarinesi.

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