Carmen Lasorella, San Marino Rtv: C’era un a volta…

Carmen Lasorella, San Marino Rtv: C’era un a volta…

San Marino Rtv

C’era una volta…

Editoriale

Carmen Lasorella

Dopo il solleone di agosto, il meteo prevede di norma i temporali. Ma alla
ripresa degli impegni, che seguono a una pausa estiva più o meno breve, arriva
invece quella pioggerellina fastidiosa insieme al venticello della calunnia, in
linea con la decadenza dei nostri tempi e degli uomini. Chi non si misura con i
fatti, abusa delle parole. Sono tanti i problemi da affrontare, con le soluzioni
che vanno costruite, che non possono essere improvvisate. Accade invece che la
politica miope e i suoi zelanti funzionari di partito, cerchino la polemica
pretestuosa per nascondere l’incapacità e l’assenza di proposta. La
superficialità e la memoria corta fanno il resto. Non varrebbe la pena
sottolineare i percorsi virtuosi, bastando i fatti. Ma già che si può arrivare
perfino a disconoscerli, bisogna puntalizzare. Lo facciamo con una storia, anzi
una bella favola, ambientata in un piccolo paese, che ha una piccola tv. Fino a
quattro anni prima, quella tv era un carrozzone, anzi un carrozzino statale, che
ripeteva sempre lo stesso giro, con un conduttore annoiato, ma fiero di stare a
cassetta. Non importava che fossero in pochi a vederlo, che l’immagine fosse
vetusta e trascurata, che alle stazioni di posta non ci fosse nessuno. Quel
conduttore non sapeva guidare che quel carrozzino. Poi arrivò qualcuno, che
cambiò il ronzino e il calesse e cambiò anche il percorso. La piccola tv
cominciò a viaggiare nell’etere, si rimodernò da capo a fondo, trovò l’orgoglio
del gruppo e della sua funzione. Ma c’era un “se”: se i soci di quella tv, che
appartenevano a paesi diversi, non avessero continuato a sostenerla insieme, per
quella tv non ci sarebbe stato futuro. Di anno in anno, nei quattro anni
passati, pazientemente e con gran fatica, si era mantenuto il sodalizio, ma la
scadenza ineluttabilmente stava arrivando. Chi aveva promosso la metamorfosi di
quella tv si era adoperato con gli uni e con gli altri per trovare una
soluzione. Avrebbe dovuto nascondere la verità? ignorare quel vizio d’origine?
Le fate erano tutte impegnate: non potevano correre in soccorso. L’anziano
conduttore del carrozzino si fregava le mani, se anche non fosse tornato a
cassetta, poteva almeno tornare il ronzino. L’etere, il cambiamento, l’orgoglio,
oramai una realtà, erano lì perché li avevano portati le fate, mentre per chi
aveva lavorato senza risparmio, si tesseva un abitino di spine. Come finisce?
Speriamo bene, naturalmente, come in tutte le favole, consapevoli però che a
scriverle sono gli uomini e le donne e non sono destinate solo ai bambini.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy